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Giulia e gli elettrodomestici: la prevenzione negli anni ’70

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Istruzione

23/03/2011

Uno sguardo sulle politiche del passato per contenere il fenomeno degli infortuni domestici: un disco prodotto nel 1970 dall’Ente Nazionale Prevenzione Infortuni e distribuito nelle scuole.

A volte è utile guardarsi alle spalle e osservare come si siano evolute nel tempo, come siano cambiate le politiche di prevenzione degli incidenti lavorativi e non in Italia. Sembra solo ieri che si sia iniziato a parlare di avvicinare i giovani, gli studenti al tema della sicurezza. Invece no e possiamo segnalarlo attraverso un articolo di Fabio Casagrande Napolin scritto sul sito del Centro Studi Abastoriani, un centro studi erede di una rivista che, attiva dal 1994 al 2010, raccoglieva e divulgava - con un pizzico di nostalgia - dischi, film, libri, riviste, giocattoli e oggetti quotidiani di quella parte del Novecento precedente all’era digitale.
Fabio Napolin Casagrande ci parla di un disco dal titolo “ Giulia e gli elettrodomestici”…


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Questo delizioso 7” a 33 giri, dell’Ente Nazionale per la Previdenza degli Infortuni, dato in omaggio agli incaricati scolastici della sicurezza (visti mai?) e databile in base ai riferimenti storici in esso contenuti al 1970, ha tutto il sapore del thriller.
Giulia infatti è una bambina “come tutte voi”: lei “ha i capelli castani e gli occhi azzurri”, “è figlia unica ed i suoi genitori le vogliono molto bene” ed è la pargola di un ricco commerciante di elettrodomestici, a cui amiche e parenti della moglie, che le fanno visita con ogni pretesto possibile, chiedono in continuazione di farsi aggiustare, a gratis, ogni sorta di elettrodomestico scassato.
 

Sul lato B ritroviamo il narratore intento ad impartire ai piccoli ascoltatori una lezione sull’utilizzo degli elettrodomestici, avvertendoli dei pericoli insiti nell’uso della corrente e invitando i ragazzi a non arrampicarsi sui pali elettrici (!), dopo di che ricomincia l’angosciosa vicenda di Giulia.
La bimba chiede alla mamma di raccontarle di quando il papà salvò un uomo dall’ elettricità, concludendo che debba trattarsi inequivocabilmente di un eroe. “È un uomo coraggioso, questo sì”, precisa la mamma con la falsa modestia e la malcelata ammirazione per il proprio valoroso marito, tipica della perfetta housewife della tarda era spaziale.
Terminato il racconto della mamma Giulia va in camera a giocare, ed ecco che la tensione di questo thrilling all’italiana, riprende con un brivido: dopo aver ben lavata la bambola Betta, si appresta ad asciugarla utilizzando il phon con le mani bagnate! Fortunatamente la mamma aveva staccato la corrente, e, con tutta la dolcezza e la tranquillità che solo un genitore da favoletta morale può avere, la redarguisce invitandola a far asciugare la bambola al sole. Probabilmente, se il tono di voce della mamma di Giulia fosse un po’ più severo, Giulia avrebbe già smesso da un pezzo di giocare con gli elettrodomestici.
Bisogna dire che il merito della “tensione elettrica” che la storia sa trasmettere, va in parte anche alla colonna sonora: sul primo lato del disco troviamo ad accompagnare la narrazione una solida chitarra acustica, forse suonata dallo stesso “John” che accompagna Elena Melik ad impartirci lezioni di trucco nel Disco della bellezza vera (un altro disco presentato in passato dalla rivista Abastor, ndr) …
Quando “la formazione della coscienza della Sicurezza si deve perseguire fin dai primi anni della vita sociale del ragazzo ed è elemento essenziale per il contenimento del fenomeno infortunistico” (Riccardo Misasi, Ministro per la Pubblica Istruzione durante il terzo governo Rumor) si realizzavano siffatti supporti fonografici distribuiti gratuitamente nelle scuole per educare gli alunni alla corretta fruizione degli apparecchi domestici.
 
 
Fabio Casagrande Napolin, Centro Studi Abastoriani.
 
 
 
 

 


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