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Ministero del Lavoro: cosa si sta facendo in materia di salute e sicurezza?

Ministero del Lavoro: cosa si sta facendo in materia di salute e sicurezza?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

05/07/2019

Le funzioni della Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del Ministero, la salute della normativa e i futuri progetti in materia di formazione. Ne parliamo con Romolo de Camillis, titolare della Direzione Generale.

Milano, 5 Lug – Come segnalato dai recenti dati forniti dall’Inail, nel 2018 sono sensibilmente aumentati sia gli infortuni mortali che le malattie professionali nei luoghi di lavoro. Ed in questa situazione, che deve destare preoccupazione, è bene tornare a riflettere sulla normativa vigente e su quanto si sta facendo per renderla più efficace nel migliorare la prevenzione e ridurre infortuni e malattie.

 

È poi importante anche ricordare gli innumerevoli ritardi che hanno contrassegnato, come più volte ricordato dal nostro giornale, l’attuazione del Testo Unico (o Unico testo normativo) in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ( D.Lgs. 81/2008). È necessario cercare di comprenderne i motivi e di conoscere più nel dettaglio anche il funzionamento di quegli organi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che curano proprio l'applicazione e il monitoraggio sull'attuazione della legislazione attinente alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Stiamo parlando in particolare della Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali che, secondo quanto indicato nel Regolamento di organizzazione del Ministero, in vigore dal 20 maggio 2017, oltre a curare l’applicazione e il monitoraggio della normativa ha diverse altre funzioni rilevanti in materia di salute e sicurezza.  

 

Per approfondire questi importanti temi e per sapere cosa si sta muovendo attualmente a livello istituzionale, ad esempio in materia di formazione, abbiamo intervistato, il 20 giugno 2019 durante la manifestazione “Festival del Lavoro 2019” a Milano, il Dott. Romolo de Camillis, Direttore Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali.

 

Quali sono le funzioni della Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali?

Qual è lo stato di salute della normativa in materia di salute e sicurezza?

Quali sono le cause dei ritardi nell’applicazione del Testo Unico? Come rendere più veloce il lavoro di elaborazione normativa? Quali sono i provvedimenti più urgenti?

Cosa si sta facendo in materia di formazione per rendere più omogenea la normativa attuale?

 

Questi i punti affrontati nell’articolo:



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OttoUno - D.Lgs. 81/2008
Formazione e informazione generale dei lavoratori sulla sicurezza e salute sul lavoro

 

La struttura e l’organigramma del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Prima di presentare l’intervista è utile conoscere meglio l’articolazione del Ministero e, in particolare, del Segretariato Generale.

Infatti il Segretario Generale del Ministero - come stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2017, n. 57 – ‘assicura il coordinamento e l'unità dell'azione amministrativa, provvede all'istruttoria per l'elaborazione degli indirizzi e dei programmi del Ministro, coordina gli uffici e le attività del Ministero’. E al Segretariato Generale fanno riferimento varie Direzioni:

  • Direzione Generale per le politiche del personale, l’innovazione organizzativa, il bilancio – Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.);
  • Direzione Generale dei sistemi informativi, dell'innovazione tecnologica, del monitoraggio dati e della comunicazione
  • Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali
  • Direzione Generale degli ammortizzatori sociali e della formazione
  • Direzione Generale per le politiche previdenziali e assicurative
  • Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale
  • Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione
  • Direzione Generale del Terzo Settore e della responsabilità sociale delle imprese

 

Riprendiamo una immagine che presenta l’organigramma del Ministero al primo gennaio 2019:

 

 

La Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, il cui titolare è Romolo de Camillis, si articola poi in sei divisioni:

  • DIVISIONE I - Bilancio, programmazione e gestione amministrativo-contabile delle risorse finanziarie. Disciplina ordinamentale della professione di consulente del lavoro. Affari generali
  • DIVISIONE II - Affari europei ed internazionali
  • DIVISIONE III - Tutela e promozione della salute e sicurezza sul lavoro
  • DIVISIONE IV - Diritti sindacali e rappresentatività, contrattazione collettiva e costo del lavoro
  • DIVISIONE V - Disciplina del rapporto di lavoro e pari opportunità
  • DIVISIONE VI - Controversie di lavoro

 

L’intervista a Romolo de Camillis

Veniamo dunque all’intervista al Dott. Romolo de Camillis che i nostri lettori possono ascoltare direttamente attraverso il file audio o possono visualizzare attraverso la trascrizione integrale, riveduta e corretta.

 

 

Il nostro giornale è interessato a comprendere, innanzitutto, quale sia il ruolo di questa Direzione Generale all’interno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali…

 

Romolo de Camillis: Il ruolo della Direzione Generale si sviluppa su più fronti, anche diversi tra loro, se pur poi in fondo collegati dal tema del lavoro e delle condizioni di lavoro.

La Direzione si occupa della regolazione dei rapporti di lavoro nel settore privato. E quindi è competente sia a valutare e formulare proposte normative, ma assicura anche l’attività interpretativa, con l’adozione di pareri e circolari. E cura altresì il diritto di interpello, previsto espressamente dalla legge per l'interpretazione delle discipline in materia di diritto del lavoro, che viene regolato dalla Direzione Generale, come anche lo stesso interpello in materia di salute e sicurezza sul lavoro previsto dal decreto legislativo n. 81 del 2008.

 

Un’altra competenza della Direzione Generale è appunto quella in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che si realizza mediante l'attuazione del decreto legislativo n. 81 del 2008 e della disciplina che deriva anche dalle fonti europee ed internazionali.

Sempre in materia di sicurezza, come dicevo prima, opera all'interno della Direzione Generale, che la presiede con un suo rappresentante, la Commissione per gli interpelli in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e la Commissione consultiva permanente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, entrambe previste dal decreto legislativo n. 81/2008.

 

Un’altra competenza significativa della Direzione Generale, anche se forse meno conosciuta ai non addetti ai lavori, è quella che attiene alla misurazione del grado di rappresentatività delle organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e dei lavoratori. Questa è un'attività estremamente complessa perché, come sappiamo, manca in Italia una legge sulla rappresentanza e quindi la Direzione Generale, tutte le volte in cui questo venga richiesto – principalmente da altre amministrazioni pubbliche o da enti pubblici - valuta in maniera aggiornata, anno per anno, la consistenza delle organizzazioni sindacali e il loro grado di rappresentatività a livello nazionale.  

 

Noi come giornale ci occupiamo in particolare di salute sicurezza e, avendo appena superato il decennale del decreto legislativo n. 81/2008, la prima cosa che le chiediamo è un suo parere sullo stato di salute della normativa sulla salute e sicurezza in Italia…

 

R.d.C.: Il decreto legislativo 81 rappresenta sicuramente un traguardo molto importante per il nostro Paese, raggiunto appunto dieci anni fa rinnovando completamente un precedente decreto legislativo che, già in maniera abbastanza organica, disciplinava questo tema.

Possiamo quindi ritenere, anche perché ci viene riconosciuto dalla comunità internazionale, che l’Italia si sia dotata nel corso degli anni di una legislazione aggiornata ed evoluta.

 

Questo ovviamente non può lasciarci indifferenti rispetto ai cambiamenti e alle accelerazioni che spesso conosce il mercato del lavoro, alle trasformazioni sempre più significative dei contesti produttivi, alle dinamiche occupazionali e alla dimensione delle imprese del nostro Paese.

Quindi il tema della normativa è un tema evidentemente di attualità, da maneggiare, sulla base della mia esperienza, con molta cautela. Il che non significa non essere ambiziosi, significa però conoscere in maniera approfondita gli aspetti che vanno eventualmente adeguati. E questi aspetti regolarli e adeguarli, con la necessaria attenzione, rispetto ai diversi fattori che possono essere implicati di volta in volta.

 

Le chiederei allora di farci qualche esempio di aspetti che potrebbero essere adeguati, ripensati, migliorati… E vorremmo anche comprendere quali sarebbero poi gli intenti di questi cambiamenti, cioè quale sarebbe la direzione che si dovrebbe dare alle eventuali novità in ambito normativo, alle modifiche del decreto…

 

R.d.C.: In realtà gli ambiti di cui si occupa il decreto legislativo n. 81/2008 sono tantissimi.

Ci sono sicuramente settori che possono essere oggi osservati con maggiore attenzione, perché sono magari ancora oggi settori in cui si verificano infortuni che destano comunque la nostra preoccupazione. Oppure penso a settori che oggi vedono il coinvolgimento di moltitudini di lavoratori spesso di provenienze diverse: penso ai trasporti, penso al settore dell'agricoltura e delle costruzioni.

 

Come anche molta attenzione va fatta al tema delle semplificazioni.

Se semplificazioni significa ridurre l'attenzione su un tema così delicato, bisogna muoversi con molta cautela. Se semplificazione significa non considerare il tema della salute e sicurezza come un mero adempimento, allora questo può essere un messaggio culturale che va sicuramente rafforzato e va accompagnato da tutti gli attori che oggi operano all'interno di questo settore.

 

I ritardi nell’attuazione del D.Lgs. 81/2008

Un altro parere che vorrei ascoltare riguarda i ritardi che ci sono stati riguardo all'attuazione del decreto legislativo n. 81/2008. Sono arrivati con ritardo molti decreti attuativi, molti dovrebbero ancora arrivare e chissà se arriveranno mai… Secondo lei a cosa è dovuta questa lentezza?

 

R.d.C.: Da questo punto di vista bisogna fare una considerazione di carattere tecnico.

Il decreto legislativo n. 81/2008 risente di una impostazione che dieci anni fa era prevalente, ovvero la declinazione nel testo normativo “principale” di tutta una serie di principi e di punti fermi, la cui puntuale e concreta declinazione veniva poi demandata, in molti casi, a provvedimenti attuativi di dettaglio.

Questo è un impianto che negli anni ha mostrato alcuni limiti, perché ci si è accorti che successivamente la realizzazione di questi provvedimenti attuativi incontra spesso enormi difficoltà.

E in parte queste difficoltà, a volte di carattere tecnico altre di carattere politico, si sono incontrate, per esempio, nella adozione di alcuni provvedimenti attuativi del decreto legislativo n. 81/2008.

 

Adesso io non vorrei esagerare, quando viene enfatizzata la mancata attuazione del decreto legislativo n. 81/2008. Ricordiamo che il decreto si compone di più di 300 articoli, un provvedimento particolarmente complesso e articolato, uno dei più corposi che siano stati adottati negli ultimi anni.

È evidente che alcuni temi, probabilmente anche perché particolarmente nuovi per quel periodo - penso ad esempio alla qualificazione delle imprese o ad alcune disposizioni di semplificazione - hanno incontrato delle difficoltà dal punto di vista della loro concreta attuazione.

 

Per spiegare questi ritardi si è parlato spesso anche di una difficoltà di coordinamento tra Stato e Regioni…

 

R.d.C.: Il decreto legislativo n. 81/2008 ha tra i suoi pregi quello di aver introdotto in maniera chiara, e anche molto efficace, una serie di disposizioni al Capo II finalizzate a rafforzare il cd. sistema istituzionale. C'è una parte del decreto legislativo che si occupa proprio di questo: è stato infatti previsto un Comitato che riunisce le amministrazioni centrali e regionali, mentre la Commissione consultiva permanente vede la presenza significativa delle Parti sociali.

È evidente che alcuni aspetti richiedono un dialogo più strutturato tra Governo centrale e regioni. Penso, uno per tutti, al tema della formazione.

Però l’esperienza di questi anni conferma una sensibilità assolutamente convergente tra il livello di Governo centrale e il livello regionale, di una attenzione, al tema, assolutamente condivisa tra questi attori, se pure a livelli diversi di responsabilità.

 

E quindi, personalmente, al di là di aspetti specifici che magari incrociano competenze molto particolari su cui c'è da raggiungere decisioni condivise, io personalmente considero che sul tema della sicurezza le difficoltà e le divergenze, che magari si registrano su altri temi, non sono così evidenti.

C’è sicuramente la necessità di raccogliere e condividere meglio alcune informazioni, penso per esempio al tema delle ispezioni, delle violazioni accertate. E quindi questo è un argomento importante, perché il fatto che un'infrastruttura consenta di raccogliere in tempo reale le informazioni che a livello regionale sono disponibili, per farle diventare patrimonio comune, è sicuramente un punto da considerare con molta attenzione.

Però la collaborazione e l'attenzione sul tema io l'ho trovata, finora, per la mia esperienza, particolarmente incoraggiante.

 

Il progetto in materia di formazione

In materia di formazione si è parlato del tentativo di unire i tanti Accordi Stato-Regioni in materia di formazione, che rischiano di dare un'idea disomogenea della materia, all'interno di un unico accordo, di una unica norma. Si sta facendo qualcosa su questo tema?

 

R.d.C.: Si è uno dei temi, in questo momento, all'esame della Commissione consultiva permanente presso il Ministero del lavoro.

È un tema che tutti hanno posto al centro del confronto, sia le parti sociali che le Regioni.

Noi, come Ministero del lavoro e delle politiche sociali, lo sosteniamo con molta convinzione, sia perché il tema della formazione è uno di quei temi che va presidiato in maniera costante - i fabbisogni formativi si modificano, le caratteristiche dei lavoratori e dei lavori si evolvono continuamente - e sia perché non possiamo nasconderci che la formazione del nostro paese presenta, ancora oggi, purtroppo, luci ed ombre.

 

Si tratta certamente di un progetto ambizioso. Le Regioni hanno fatto una proposta iniziale per avviare la riflessione. Le parti sociali che, come sappiamo, sono presenti in maniera paritetica all'interno della Commissione consultiva, hanno a loro volta cominciato una riflessione su queste proposte.

 

L'idea è di poter lavorare, nei mesi a venire, all'interno della Commissione consultiva, su questo argomento per capire quale possa essere un percorso che non duri troppo a lungo e che sia in grado, nel contempo, di dare risposte efficaci e tempestive; ovviamente auspicando quella unificazione complessiva degli accordi, di cui si parlava prima, e considerando anche altri aspetti che sono già stati posti sul tavolo e che dovrebbero essere oggetto di un aggiornamento e di una rilettura complessiva.

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto



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Rispondi Autore: Sergio Misuri - likes: 0
05/07/2019 (09:15:10)
La validazione delle Buone Prassi da parte della Commissione Consultiva "permanente" mi risulta ferma al Novembre 2013. Quali previsioni per chi ha presentato una richiesta di validazione successivamente?
Ossequi
Rispondi Autore: Gian Piero Marabelli - likes: 0
05/07/2019 (11:04:00)
Intervista Imbarazzante
Rispondi Autore: Stefano Arcangeli - likes: 0
05/07/2019 (11:40:23)
Dalla teoria alla pratica. La normativa esiste, tutto è migliorabile ma la norma è buona. Purtroppo non sempre viene applicata e questo è un fatto. Troppo poche le ispezioni, i controlli, i sopralluoghi degli enti di vigilanza. Anche questo è un fatto.
Rispondi Autore: RAFFAELE Giovanni - likes: 0
05/07/2019 (18:05:37)
Concordo con il collega sopra ne definire l'intervista imbarazzante, io aggiungo mi sembra aria fritta politichese. Un Ministero fra i più importanti dal punto di vista anche sociale ed allo sbando, mi spiace ma leggo sempre le stesse persone da decenni sedute sulle stesse poltrone. Poi non mi permetto di giudicare il vertice (ministro) dove sembra faccia ma non fa nulla impegnato com'è da sempre in campagna elettorale e pararsi i colpi dal volpone concorrente. Ha paralizzato praticamente un'intera struttura avendo mille ed un impegno in altrettanti ambiti, certamente non addebito tutte le colpe all'attuale Ministro ma nel tempo di peggio non si poteva vedere e trovare ….. pazienza, figuriamoci se riescono a mettere mani ad una norma D.lgs 81 già vecchia piena di errori e mancanza di chiarezza , dove l'unico problema e che ogni tanto spunta fuori (come ora nell'intervista) sembrerebbe la "formazione" , dove alla fine viene concesso dagli apparati dello stato tutto in favore dei grandi gruppi organizzati in e-Learning etc. , a me sembra siano questi a dettare certe linee. Comunque all'intera rivisitazione di veramente n Testo Unico manco a parlare …. vero ?? Logicamente cercando di sentire i veri tecnici e non solo gente che opera virtualmente come OO.SS. Associazioni vari di formazione sicurezza ( che poi hanno interesse ad indirizzare l'acqua al proprio mulino) etc. . Ultima chicca del Ministro !! Ogni giorno da numeri di migliaia di assunzioni nei vari enti preposti alle ispezioni …. e dove saranno ?? Vedremo . Scusate mi fermo per non annoiare Buona serata
Rispondi Autore: Roberto Bianchessi - likes: 0
06/07/2019 (11:00:45)
Concordo con Stefano Arcangeli: la normativa esiste e sono troppo poche le ispezioni, i controlli, i sopralluoghi degli enti di vigilanza e sopra tutto occorre focalizzare il controllo della corrispondenza tra DVR e gestione operativa quotidiana ex art.28 lettera A del D.Lgs. 81/2008 che richiede “ Una relazione sulla valutazione di TUTTI i rischi ……… in modo di GARANTIRNE LA COMPLETEZZA E L’ IDONEITA’ QUALE STRUMENTO OPERATIVO DI PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI AZIENDALI E DI PREVENZIONE.”
Dall’ entrata in vigore dell’ accordo STATO/REGIONI riguardante l’ aggiornamento dei RLS incontro annualmente gli stessi RLS di aziende medie e grandi riscontrando che a ogni ripetuto incontro devo ricominciare dai concetti fondamentali che il decreto esige nei termini DI CHI FA CHE COSA e CHI RISPONDE A CHI perché per la quasi totalità dei partecipanti la loro attività è assorbita dall’ inseguire ed evidenziare la perdita di conformità di macchine, attrezzature , ambienti di lavoro e di VALIDAZIONE DELLA COMODITA’ dei D.P.I..
A me risulta evidente che, sono costretti a rincorrere ancora l’ applicazione dei vecchi DPR 547/55 e 303/56 a SCAPITO della parte innovativa della GESTIONE SISTEMICA voluta dal decreto, anche senza ricorrere all’ implementazione dell’ ART. 30, che langue.
Per affrontare il punto dolente basterebbe che in fase di VIGILANZA E CONTROLLO da parte degli operatori degli enti di vigilanza venga data particolare attenzione al sistema operativo, in atto, della gestione quotidiana del “ LAVOROINSICUREZZA”, anche con domande civetta specifiche, agli addetti operativi.
Naturalmente non prima di aver adeguatamente divulgato questo indirizzo a TUTTI gli attori interessati ( DL. ,DIR., PREP., RSPP, MC, RLS, RLST E AI CONSULENTI AZIENDALI ) spingendo e trainando un cambio culturale, ormai non più a mio parere, rinviabile.
Rispondi Autore: Piero galezzi - likes: 0
06/07/2019 (11:30:59)
Italia fa solo ridere. Per fortuna me ne sono andato. Solo magna magna
Rispondi Autore: Platese Cinese - likes: 0
08/07/2019 (13:00:08)
Mi piacerebbe sapere chi si siede su quelle poltrone così profumate e ben retribuite se è mai è entrato in una fonderia,, in un cartiera o anche solo su un cantiere edile per una ristrutturazione di una civile abitazione. Finchè lasceremo che la politica detti le regola alla tecnica, che si intenda da sola non basta, saremo sempre il paese dei balocchi. Basta dare un semplice sguardo a quanto richiede in termini numerici il Ministero alle singole Regioni, che poi a cascata si riversa sulle varie Aziende Sanitarie Locali, per capire che la politica dei controlli è morta e defunta da anni ormai. Facciamo ridere.
Rispondi Autore: Rocco Vitale - likes: 0
09/07/2019 (11:51:36)
Le buone prassi caro Misuri compiranno tra pochi anni il loro 10° anniversario delle loro validazioni. Faremo un bel convegno e tanti articoli.
Condiviso le speranze (ed anche le complicazioni) del Direttore De Camillis.
Un anno fa scrivevo su Punto Sicuro (e si trova anche in AiFOS) tre puntate sullo Stato che non c'è. E parlavo degli ultimi 10 anni. Mi pare che siamo ancora allo stesso punto.
Anzi di anni ne sono passati 11 con un bel record di 1.218 morti sul lavoro.
Campa cavallo!
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0
29/03/2021 (19:07:30)
Questa me l'ero persa.
Mi domando come ancora si stiano a sentire queste storielle.
Si vogliono far cambiare le cose agli stessi soggetti che le hanno gestite fino ad ora.
Cerchiamo di essere seri.
Stanno per rimettere mano ai Protocolli Anticovid.
A breve ne vedremo delle belle se si continueranno ad ascoltare i professionisti della rappresentanza e chi ha consumato le suole delle scarpe solo nei corridoi dei ministeri.
Rispondi Autore: Rocco Vitale - likes: 0
30/03/2021 (11:42:19)
Caro Carmelo
capisco che le cose nuove non si fanno con le solite persone. Guarda la nuova composizione della Commissione ex art. 6 dove si sono le medesime persone di quella di 10 anni fa: E ho detto tutto. Però la verità è che non ci ascoltano. I consultati sono sempre le stesse corporazioni sia dei datori di lavoro e sia dei lavoratori. Tutti legittimati ma non è detto che tra le loro competenze vi sia anche la formazione della salute e sicurezza. Nessun passo in avanti su questo fronte e mai e poi mai sentiti per gli aspetti della formazione quelli che si occupano di formazione.
Però, a furia di insistere e rompere, nell'anno del Covid (come Aifos) due piccoli risultati li abbiamo raggiunti ed il Ministero del Lavoro le ha inserite nelle sue Faq .
La formazione in presenza dei lavoratori nelle aziende aperte e la videoconferenza (sulla quale vale per ora il termine dell'emergenza - della qual cosa non ne sono molto sicuro) e sulla videoconferenza (non alternativa) ma come un ulteriore metodologia didattica da aggiungere a quelle esistenti in presenza ed e-learning si svilupperà l'impegno di Aifos.

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