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Expo 2015: un'occasione per migliorare la cultura della sicurezza?
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Milano, 5 Mag – L’ Esposizione Universale 2015 di Milano, che si appresta ad aprire i battenti, è, nei racconti dei media, nelle presentazioni ufficiali, nel marketing incessante per la vendita dei biglietti, un insieme di occasioni possibili in ambito economico, culturale e di sviluppo sociale. Tuttavia è possibile che l’Expo 2015 possa anche essere un elemento di crescita della cultura della sicurezza e, specialmente, della possibilità dei vari attori - istituzionali e non - che di sicurezza si occupano, di “fare rete”, di riuscire ad avere, insieme, risultati migliori e più duraturi.
È per questo motivo che PuntoSicuro ha seguito attentamente l’inaugurazione, che si è tenuta il 28 aprile, del “Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita”. Un’inaugurazione che è avvenuta proprio in occasione della celebrazione del “ Workers’ Memorial Day”, della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro istituita nel 2003 dall’ILO (International Labour Organization) per promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
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Il “ Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita” - nato dall’intesa tra Comune di Milano – Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università, ASL Milano, INAIL Direzione regionale Lombardia, Direzione Territoriale del Lavoro di Milano e Vigili del Fuoco di Milano – vuole promuovere non solo la cultura della prevenzione per tutto l’arco della vita delle persone, ma vuole essere anche un punto di riferimento per i giovani, i lavoratori, le organizzazioni sindacali e le aziende che vogliano affrontare con un approccio nuovo le tematiche legate alla sicurezza.
Per cercare di dare un contenuto reale a questi obiettivi generali, abbiamo intervistato Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano, che questo Centro lo ha voluto e sostenuto. E lo abbiamo fatto cercando di capire non solo la storia del Centro e la strada che questa nuova realtà intende percorrere oggi nel mondo della prevenzione, ma anche quale sarà il suo destino futuro.
Il “Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita”, esperimento utile e virtuoso nel mondo della sicurezza, sopravvivrà alla chiusura di Expo?
Il Centro non si occuperà solo di incidenti su lavoro, ma anche di sicurezza nei luoghi di vita. E questa apertura dell’attenzione della sicurezza a 360° gradi, è stata vista da alcuni degli interventi istituzionali, durante l’inaugurazione, come un importante strumento per migliorare l’efficacia della prevenzione.
Il Centro come riuscirà a dedicarsi anche alla sicurezza nei luoghi di vita e come interverrà nella frammentazione dei luoghi di lavoro, ad esempio con riferimento alle attività svolte in telelavoro?
Oltre a chiedere informazioni sulle iniziative già previste – con riferimento anche alla campagna “ Adotta un tuta. Adotta la sicurezza” - non potevamo non soffermarci poi sugli incidenti avvenuti nei lavori nei cantieri dell’Expo (circa 111 secondo alcuni dati forniti da Asl e parti sociali) anche con riferimento alle linee guida presentate in questi anni.
Sono stati stilati diversi protocolli per la regolarità e sicurezza nei cantieri di Expo. Ci sono già dei riscontri sull’impatto che questi protocolli hanno avuto sul numero di infortuni?
E, infine, parlando con l’Assessore del tema più generale degli strumenti per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, siamo arrivati al tema del precariato.
Quanto incidono nei rischi per i lavoratori l'instabilità e la precarietà lavorativa?
L’Assessore, in risposta all’ultima domanda, sottolinea come non esista una “vera sicurezza senza un’attività conoscitiva dei rischi”.
In conclusione di questa intervista speriamo dunque che questo Centro possa riuscire nel tempo a migliorare la sensibilizzazione di tutti - dai datori di lavoro, ai lavoratori, ai cittadini - sui pericoli, sui rischi concreti, per poterli affrontare, ridurre ed eliminare.
Per rispondere a tutte le domande che abbiamo posto, diamo la possibilità ai nostri lettori di visualizzare integralmente l’intervista - realizzata il 28 aprile 2015 a Milano nella nuova sede del Centro – o di leggerne una parziale trascrizione.
Intervista e articolo a cura di Tiziano Menduto
In occasione del 28 aprile, durante la celebrazione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, viene inaugurato a Milano il nuovo “Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita”. Ne parliamo con Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano, che questo centro lo ha proposto e voluto...
Cristina Tajani: L’idea del Centro è nata proprio lo scorso 28 aprile, in occasione della cerimonia per il “Workers’ Memorial Day” del 2014 e ha trovato subito l’adesione di altri partner istituzionali. Infatti il centro è frutto di una collaborazione tra Comune di Milano, ASL di Milano, INAIL, Direzione Territoriale del Lavoro di Milano e Vigili del Fuoco territoriali. Insieme a questi partner di natura istituzionali, il Centro si avvarrà del contributo delle parti sociali, organizzazioni sindacali e altre associazioni di categoria come Assolombarda, CNA, Confcommercio, ...
L’idea è quella di animare questo luogo, che è anche un luogo fisico, durante tutto il semestre di Expo con iniziative e attività di prevenzione e sensibilizzazione svolte e proposte da tutti gli aderenti all’iniziativa. Il Centro parte anche con una campagna di sensibilizzazione che abbiamo chiamato “Adotta una tuta” (...) – un’installazione artistica di un’artista friulano, Angelico Benvenuto – che è stata donata al Comune di Milano qualche anno fa, in occasione del primo maggio. L’idea è quella di chiedere alle aziende del territorio di adottare simbolicamente una di queste tute come segno concreto dell’impegno in materia di salute e sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro e anche sui luoghi di vita. Perché oggi molto spesso le attività lavorative avvengono anche fuori dai contesti organizzati. Questa è anche una sfida al legislatore e alle parti sociali per organizzare e immaginare strumenti di prevenzione e sicurezza all’altezza del mutato contesto produttivo...
Il Centro è stato inaugurato il 28 aprile 2015 e nasce in occasione dell’Expo. Ma sopravvivrà all’Expo?
CT: Sì, la nostra idea è questa. Di rendere il Centro un lascito permanente - uno dei tanti lasciti dell’Esposizione Universale – luogo di elaborazione e confronto su questi temi tra gli attori del territorio, proprio in un contesto come il nostro che è sfidato da trasformazioni produttive e occupazionali e che in passato, nella sua storia, ha saputo rispondere a queste sfide con elementi di innovazione. Tutti sanno che la prima Clinica del Lavoro è nata proprio a Milano con un forte impulso, all’epoca della municipalità milanese. Noi vorremmo che questo centro fosse, mutatis mutandis, un portato all’avanguardia, in grado di recepire i bisogni e le istanze dei tempi.
(...)
Quali saranno le iniziative del Centro? Ci saranno convegni, corsi, workshop, pubblicazioni, ...?
CT: Sì, esiste già un palinsesto, che è pubblicato sulla pagina web del Centro per la Sicurezza, che è sul sito del Comune di Milano (...). Partiamo dalla sensibilizzazione dei più giovani, fino a costruire momenti già calendarizzati, di approfondimento, rivolti più a tecnici ed esperti del settore, grazie alla collaborazione con ASL e altri soggetti già coinvolti nelle attività.
Diamo a questo punto un po’ di indicazioni relative invece alla sicurezza correlata ai lavori dell’Expo. Sono stati stilati diversi protocolli per la regolarità e sicurezza nei cantieri. Ci sono già dei riscontri sull’impatto che questi protocolli hanno avuto sul lavoro all’Expo?
CT: Sì, il Comune ha monitorato insieme alla Società e alle organizzazioni sindacali, l’esecuzione e l’esecutività di questi protocolli. C’è stata qualche settimana fa anche una audizione parlamentare sul tema.
In realtà siamo sufficientemente soddisfatti, tutto si può migliorare, dell’esito di queste attività di monitoraggio e di controllo. Salvo qualche piccolo incidente, come quello che è successo in questi giorni e denunciato dalle organizzazioni sindacali. I dati ci dicono che durante i mesi di lavorazione gli incidenti sul sito ci sono stati, sono poco più di 100, ma tutti di ordine abbastanza lieve. Segno che in una condizione di forte stress occupazionale, perché sul sito hanno lavorato molte imprese contemporaneamente e su più turni, il sistema di controllo ha tutto sommato garantito una propria efficacia. Sarà necessario potenziare e intensificare l’attività di controllo e monitoraggio proprio adesso che l’Esposizione aprirà...
(...)
I documenti, i protocolli d’Intesa, per la nascita del Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita:
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Harleysta - likes: 0 | 05/05/2015 (09:26:30) |
...secondo me, finchè ci saranno come ovvio che sia gli interessi economici, i popoli deboli resteranno sottomessi. quanto grano si può comprare con il costo di un carro armato? l'expo è solo una finestra commerciale, condita da molta ipocrisia, infatti la "carta di milano" non so come possa essere utile... |
Rispondi Autore: Davide - likes: 0 | 05/05/2015 (09:59:43) |
Come mai si tace sul grave crollo di un controsoffitto avvenuto all'expo al padiglione Turchia che ha coinvolto una visitatrice portata al pronto soccorso ? Gli enti ispettivi cosa hanno fatto ? Nulla, tutto tace come al solito quando di mezzo ci sono i poteri forti. Se fosse successo ad una attività privata sarebbe scoppiato il finimondo .............. Ma la legge non era uguale per tutti ? |