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Privacy e sicurezza

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Spiati o protetti dalla videosorveglianza? Profilati o protetti dalle banche dati? Punti di vista, esigenze da conciliare?
Ministero dell’interno e Garante della privacy si sono messi a confronto, nel corso di un convegno organizzato da ConfServizi Lazio, sul delicato tema della conciliazione delle esigenze di sicurezza e della tutela della riservatezza dei cittadini.
Riflessioni sul rapporto tra libertà individuali fondamentali e istanze legate all'esigenza di sicurezza, in una fase storica in cui istituzioni e cittadini devono fare quotidianamente i conti con una crescente sensazione di incertezza circa il livello di sicurezza sociale, sia in ambito interno che internazionale.

"Bisogna prendere seriamente il sentimento di insicurezza dei cittadini”, ha affermato il sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi “e tuttavia non bisogna esasperare le paure, perchè l'ambizione è fare in modo che l'insicurezza non renda le persone impotenti e le induca a isolarsi. Serve, quindi, una strategia pubblica, una sicurezza partecipata. La questione in gioco è, infatti, parlare alla paura, riconoscerla e trovare soluzioni concrete per lenirla senza esasperare l’opinione pubblica”.

Il presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, pur sottolineando che non vi è “antagonismo tra libertà e sicurezza”, ha ricordato, tuttavia, i rischi insiti in un uso improprio di strumenti di controllo come le telecamere o come le stesse banche dati, evidenziando l’importanza di una “grande consapevolezza collettiva nel comprendere le conseguenze legate all’impiego di determinati strumenti”.

In risposta alle osservazioni del Garante, soprattutto sulla necessità di garantire un rapporto equilibrato tra istanze di sicurezza e tutela della privacy, il sottosegretario Lucidi ha osservato che il limite “sta nel fatto che voler favorire la libertà non deve essere un modo per lederla”.

Nella relazione di fronte al Parlamento i 12 luglio scorso, il Garante aveva parlato di una vera e propria emergenza in Italia nella protezione dei dati .“In un dibattito confuso e frastornante, - osservava il Garante -le ragioni di chi chiede di avere dati per garantire più sicurezza e più giustizia fiscale devono misurarsi ogni giorno con le obiezioni di chi si oppone, in nome del pericolo derivante dalla mancanza di protezioni adeguate.”“Consapevoli del bisogno di sicurezza che spinge a dotarsi di sempre più penetranti strumenti di controllo, lo scorso anno abbiamo evidenziato il rischio di una società che, per difendersi e salvare il proprio corpo, mette a rischio la propria libertà e, dunque, la propria anima.”
 […] “È certamente vero - proseguiva Pizzetti - che non c'è libertà senza sicurezza, ma è ancora più vero che non c'è sicurezza che valga la perdita di ogni libertà. […]”.
Riguardo alla gestione delle banche dati per fini di sicurezza, in tale occasione il Garante aveva osservato: “Da tempo, chiediamo l'emanazione dei previsti decreti dei Ministri dell'Interno e della Giustizia, ai quali spetta indicare le banche dati attualmente esistenti, operanti per finalità di giustizia e sicurezza. Rinnoviamo la nostra richiesta. In mancanza di un elenco ufficiale e definito, il Garante non può assicurare un adeguato controllo.”

”Sicurezza è anche garanzia della privacy di ciascuno.” – ha affermato il sottosegretario all’Interno Lucidi.
“Alla base delle strategie adottate dal Ministero dell’Interno per fare efficacemente fronte a tutti gli aspetti del problema, c’è il legame tra sicurezza e legalità: “la tracciabilità dei movimenti, la raccolta di informazioni individuali, l'uso delle telecamere nei luoghi pubblici – ha infatti osservato il sottosegretario - sono metodi che non mettono in gioco le libertà delle persone solo se ci sono regole chiare.
Questa è la logica con cui il Ministero dell'Interno ha siglato i Patti per la sicurezza nelle città italiane”

[Tra gli interventi del Convegno segnaliamo l’intervento di apertura del Presidente di Confservizi Lazio, Giuseppe Labarile]

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