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Efficacia a confronto tra formazione e-learning e formazione in aula

Efficacia a confronto tra formazione e-learning e formazione in aula
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Informazione, formazione, addestramento

21/02/2022

Una ricerca ha messo a confronto un percorso formativo in e-learning e un percorso formativo in presenza per valutarne l’efficacia. La normativa, il modello formativo e-learning, i metodi utilizzati e i risultati.

Efficacia a confronto tra formazione e-learning e formazione in aula

Una ricerca ha messo a confronto un percorso formativo in e-learning e un percorso formativo in presenza per valutarne l’efficacia. La normativa, il modello formativo e-learning, i metodi utilizzati e i risultati.

Come ricordato più volte dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) l’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione offrono, in materia di salute e sicurezza, interessanti potenzialità e sviluppi negli ambienti di lavoro, anche in ambito formativo.

 

Le conseguenze della pandemia da COVID-19 hanno mostrato poi come, con percorsi formativi qualitativamente validi, la formazione non in presenza possa essere un ottimo strumento per aiutare lavoratori e aziende ad aumentare la consapevolezza dei rischi e migliorare la prevenzione.

In un’ intervista a PuntoSicuro anche l’avvocato Lorenzo Fantini, per lungo tempo dirigente della Divisione Salute e Sicurezza del Ministero del lavoro, ha segnalato che “ci sono delle metodologie ormai consolidate che ci permettono di dire che la formazione fatta a distanza può anche essere molto efficace o, addirittura, in certi casi più efficace” della formazione svolta con altre metodologie.

 

Quanto può essere valida la formazione erogata in modalità e-learning in materia di salute e sicurezza? Dal punto di vista dell’efficacia quali sono le differenze tra formazione in aula e formazione e-learning?

 

Per rispondere a queste domande si può fare riferimento ai risultati della ricerca “ Progetto di confronto valutativo tra il percorso formativo e-learning di Mega Italia Media e la formazione in aula” che ha equiparato in termini di efficacia un percorso formativo tradizionale in aula con un percorso formativo e-learning. Una ricerca curata dalla Dott.sa Paola Madesani, docente specializzato nella formazione e valutazione dei Rischi Psico-sociali e Stress lavoro correlato, e dalla Dott.sa Claudia Rodella (Psicologia clinica nei contesti sociali).

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:

  • La ricerca, la valutazione dell’efficacia e gli obiettivi
  • La normativa e la qualità dei corsi di formazione in e-learning
  • La metodologia della ricerca, i risultati e la partecipazione attiva

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Corso online di formazione generale sulle conoscenze di base per la tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro per lavoratori di tutti i settori o comparti aziendali.

 

La ricerca, la valutazione dell’efficacia e gli obiettivi

Dal punto di vista dell’efficacia non solo i percorsi formativi tradizionali in aula e quelli in e-learning sono equiparabili, ma in certi casi il miglioramento raggiunto dai lavoratori formati può essere maggiore per la formazione erogata in modalità e-learning.

 

Sono questi alcuni dei risultati della ricerca che, introdotta da una prefazione del Prof. Fabio Tosolin, presidente di AARBA e docente del Politecnico di Milano, ha valutato l’efficacia di un percorso formativo in presenza confrontandolo con un percorso formativo e-learning.

 

La ricerca ricorda che per la formazione sulla sicurezza sono possibili percorsi formativi molto diversi: “addestrativi, percorsi formativi tradizionali in aula con la presenza di un docente qualificato e percorsi formativi e-learning; tutti i percorsi sono volti alla trasmissione di conoscenze e alla sensibilizzazione allo sviluppo di competenze e comportamenti sicuri”.

Proprio in relazione alle tante possibilità che si offrono alle aziende diventa sempre più importante operare un’idonea valutazione dell’efficacia dei programmi di formazione. E valutare l’efficacia di un percorso formativo significa “non solo esplorare i risultati conoscitivi e comportamentali prodotti nei suoi fruitori, ma anche giudicare lo sviluppo dei percorsi proposti, considerandone le logiche di funzionamento, i punti di forza e di debolezza in relazione agli obiettivi prestabiliti ed utilizzando i risultati per guidare revisioni e miglioramenti possibili (Guba e Lincoln, 1989)”.

 

L’obiettivo principale di questo studio è “individuare gli esiti dell’apprendimento, il valore peculiare e i punti di forza/aree di miglioramento possibili dei modello formativo e-learning creato da Mega Italia Media”. 

 

Gli obiettivi specifici sono:

  • “esplorare gli esiti formativi del percorso;
  • esplorare quale valore differenziale sia riconoscibile nel modello formativo multimediale e e-learning rispetto alla formazione tradizionale (face to face), in termini sia di esito di apprendimento, sia di gradimento e interesse (es. strumenti di formazione, contenuti, setting)”.

 

In particolare l’ipotesi di partenza del progetto valutativo è verificare se “l’apprendimento, inteso come conoscenze e competenze acquisite, raggiunto nelle due differenti modalità di formazione: in aula e in modalità e-learning, possa essere equiparato in termini di efficacia”.

 

La normativa e la qualità dei corsi di formazione in e-learning

La ricerca sottolinea che quando si parla di e-learning, in attesa della futura rivisitazione degli Accordi in materia di formazione prevista dal D.L. n. 146/2021, come modificato dalla legge n. 215/2021, si fa riferimento a quanto contenuto nell’Allegato 1 (“La formazione via e-learning sulla sicurezza e salute sul lavoro”) dell’Accordo per la formazione dei lavoratori del 21 dicembre 2011.

L’Accordo definisce l’e-learning come un modello formativo interattivo e realizzato previa collaborazione interpersonale all’interno di gruppi didattici strutturati (aule virtuali tematiche, seminari tematici) o semistrutturati (forum o chat telematiche), nel quale operi una piattaforma informatica che consente ai discenti di interagire con i tutor e anche tra loro. Un modello formativo che non si limita alla fruizione di materiali didattici via internet: utilizza la piattaforma informatica come strumento di realizzazione di un percorso di apprendimento dinamico che consente al discente di partecipare alle attività didattico formative in una comunità virtuale. In tal modo si annulla di fatto la distanza fisica esistente tra i componenti della comunità di studio, in una prospettiva di piena condivisione di materiali e conoscenze, di conseguenza contribuendo alla nascita di una comunità di pratica online.

 

Il corso e-learning utilizzato per il test prevede video-lezioni del docente, filmati esplicativi, documenti da leggere, test intermedi di verifica d’apprendimento e, al termine di tutte lezioni, le esercitazioni finali che comprendono: un “test finale di verifica dell’apprendimento delle conoscenze acquisite” e una “simulazione di lavoro da effettuarsi, sulla base di uno scenario definito, che prevede due risposte aperte e libere da parte dell’utente”.

 

Riportiamo nell’articolo alcune immagini della formazione erogata ai due gruppi:

 

 

“Il raffronto oggetto di questa analisi” – ha dichiarato il Dr. Marco Camisani, del settore formazione di Mega Italia Media, che ha partecipato ad organizzare i lavori della sperimentazione – “va considerato con attenzione dato che non riguarda il concetto di e-learning tout court ma in modo specifico un corso e-learning che ha dei criteri metodologici e didattici di livelli qualitativi molto elevati e, oltre che rispondere ai rigorosi requisiti degli Accordi Stato-Regioni del 21.12.2011 seppur non richiesto dalla tipologia di corso, prevede la registrazione obbligatoria del gradimento degli utenti alla fine del corso, gradimento che si posiziona a percentuali di giudizio tra buono e ottimo per oltre il 90% degli utenti formati. Esistono corsi e-learning di bassa qualità (o addirittura dei pseudo-corsi dei quali non si acquista il corso ma l’attestato via internet) che non sarebbe corretto mischiare a quelli oggetto dell’analisi”.

 

La metodologia della ricerca, i risultati e la partecipazione attiva

Riguardo poi ai metodi e alla procedura adottata, i soggetti coinvolti sono stati distribuiti casualmente in due gruppi: gruppo aula (gruppo di controllo) e gruppo e-learning (gruppo sperimentale). Il gruppo d’aula è stato affidato a docente con esperienza di formazione professionale sulla sicurezza. E per conoscere le eventuali conoscenze pregresse è stato somministrato un questionario (pre-test) prima dell’inizio del corso. Successivamente, al termine del percorso formativo, sono stati somministrati: il post-test di valutazione dell’apprendimento (test domande chiuse e a domande aperte) e il questionario di gradimento.

 

 

Nel documento allegato all’articolo, che vi invitiamo a visionare, sono raccolte diverse tabelle con gli indici di sintesi dei punteggi ottenuti, nel pre-test e nel post-test, dai gruppi aula e dai gruppi e-learning. In particolare “gli indici di tendenza centrale e di variabilità, sia dell’aula che del gruppo sperimentale e-learning, evidenziano l’efficacia dell’apprendimento conseguito in entrambe le modalità (aula e e-learning)”.

 

Un’analisi più dettagliata rileva poi che il miglioramento, la differenza rispetto al pre-test “è maggiormente significativa per il gruppo che ha conseguito la formazione in modalità e-learning”.

 

In conclusione la ricerca presentata conferma non solo l’ipotesi iniziale - la possibilità di equiparare i due modelli formativi in termini di conoscenze e competenze apprese - ma rileva una migliore performance per la modalità di formazione in e-learning.

 

Una migliore performance che è probabilmente dettata “dalle caratteristiche dello strumento (ex. Test intermedi, la possibilità di scaricare documentazione integrativa, visionare filmati, leggere slide e ascoltare video lezioni), che lo rendono un setting formativo più stimolante e che permettono al discente di essere più attivo, dovendo partecipare ad attività e compiti che accrescono la comprensione dei contenuti”.

 

La partecipazione attiva dei partecipanti al corso svolto con piattaforma e-learning è favorita dalla disponibilità di strumenti e opportunità che consentono l’interazione tra gli utenti e con gli “e-tutor” a disposizione per rispondere a quesiti e alle esigenze di chiarimento o approfondimento; “caratteristiche formative stimolanti rispetto ai discenti della formazione tradizionale che possono assumere facilmente, sedendo in aula per assistere e ascoltare la lezione”, “una dipendenza passiva dal docente”.

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

“ Progetto di confronto valutativo tra il percorso formativo e-learning di Mega Italia Media e la formazione in aula”, ricerca curata dalla Dott.sa Paola Madesani, docente specializzato nella formazione e valutazione dei Rischi Psico-sociali e Stress lavoro correlato, e dalla Dott.sa Claudia Rodella - Psicologia clinica nei contesti sociali (formato PDF, 257 kB).

 

Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro su informazione, formazione e addestramento

 


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Rispondi Autore: Leonardo Cuccaro immagine like - likes: 0
21/02/2022 (06:39:04)
Buongiorno, per cortesia quando parliamo di formazione e-learning cerchiamo sempre di circostanziare se trattasi di modalità SINCRONA (docente PRESENTE SEMPRE in videoconferenza) oppure modalità ASINCRONA (docente NON PRESENTE, ossia "face to face virtuale assente). A livello di efficacia esiste un abisso, in quanto nella prima modalità esiste efficacia, nella seconda ahimè NO!
Rispondi Autore: Giovanna G. immagine like - likes: 0
21/02/2022 (07:57:06)
Ho sempre sostenuto che i vari metodi formativi possono coesistere in modo particolarmente efficace. Con i miei clienti eroghiamo sempre formazione mista frontale (ora in webconference da ca. due anni) e elearning in modo da raggiungere sempre tutti con formazione omogenea. Il vantaggio della formazione asincrona è che è molto più rigorosa rispetto a quella d'aula in quanto il programma viene rispettato al millesimo, tutto è tracciato e vengono svolte verifiche intermedie molto frequenti. Inoltre il servizio di mentorship fatto in modo professionale funziona molto bene e i discenti ricevono sempre assistenza. Infine il livello di gradimento di tali corsi, seppur molto impegnativi, è particolarmente elevato. Nella formazione sincrona abbiamo chiaramente una maggiore interazione tra i discenti e il docente e questo è certamente un vantaggio. La cosa fondamentale è mantenere un alto livello qualitativo sia in una modalità che nell'altra, in questo modo si possono sfruttare al meglio i vantaggi di entrambe le metodologie
Rispondi Autore: Marco Bertoni immagine like - likes: 0
21/02/2022 (08:33:45)
Io svolgo gli aggiornamenti RSPP da anni in modalità telematica. A parte l'estrema comodità nella gestione dei miei tempi di studio che mi consente di organizzare al meglio l'agenda, il livello qualitativo dei docenti che ho riscontrato nei corsi on-line è stato decisamente superiore rispetto a tutte le esperienze d'aula nella nostra piccola provincia fatte negli anni precedenti.
Rispondi Autore: Delia Giuseppe immagine like - likes: 0
21/02/2022 (08:54:40)
Ok
Rispondi Autore: Marco Dagostino immagine like - likes: 0
21/02/2022 (09:57:38)
Articolo molto interessante. Io non ho mai capito il motivo per cui la formazione teorica sull'antincendio a basso rischio non si possa fare più in modalità e-learning. Anche il DM 10.3.98 prevedeva la formazione teorica attraverso sussidi audiovisivi. Nel 1998! Il legislatore non ha mai giustificato tale indicazione, a mio parere completamente sbagliata; idem per la formazione teorica di 8 ore sul primo soccorso a cui doveva seguire la formazione pratica di altre 4 ore.
Rispondi Autore: claudio aradori immagine like - likes: 0
21/02/2022 (10:06:36)
Io svolgo corsi antincendio basso-medio-alto rischio , se si sommano le prove pratiche alla teoria a distanza , sicuramente il risultato il più delle volte è molto deludente .
Rispondi Autore: Salvatore Donato Consonni immagine like - likes: 0
21/02/2022 (10:34:26)
Mi collego al commento di Leonardo Cuccaro che condivido.
Della scarsa efficacia della formazione fatta attraverso un computer (declinata in tutte le forme che conosciamo) si sono accorti in molti ormai, financo il legislatore che con la L. 215/21 prescrive che la formazione particolare e aggiuntiva dei preposti venga fatta tutta in presenza. Se ne sono accorti gli studenti che l'hanno dovuta subire molto in questi due anni di pandemia, e infatti la rifiutano. L'articolo sembra uno spot di Mega Italia Media. Molte volte nella mia lunga vita professionale ho visto pseudo ricerche con statistiche di piccoli numeri, quindi non attendibili, giungere alle conclusioni sperate dalla committenza. Ritornando al commento di Leonardo, aggiungo una riflessione; certamente la sincrona è meglio della asincrona, ma quante volte vediamo sui monitor nomi di discenti con la videocamera spenta? Quando un discente "oscurato" mi fa una domanda gli chiedo di attivare la videocamera per poterlo almeno vedere in viso, ed approfitto per chiederlo anche agli altri che assistono con le stesse modalità; chi ha fatto la domanda normalmente acconsente, ma degli altri molto pochi, ma, a mio avviso, non perché sono scortesi ma perché non hanno neppure sentito la richiesta. La cosa più importante è sempre ottenere un attestato. Poi ci si lamenta delle nefaste statistiche dei morti sul lavoro che si ripetono ogni anno, nonostante l'enorme produzione normativa ed i milioni di ore di "formazione".
Autore: Leonardo Cuccaro
21/02/2022 (12:09:16)
Ciao Salvatore, hai perfettamente ragione quando ti riferisci magari ai furbetti che oscurano il video e svolgono attività completamente diverse dalla formazione. In questo caso pesa tantissimo in PATTO D'AULA che popone il Responsabile del Corso sin dall'inizio. Se la regola è che nessuno si deve oscurare, c'è partecipazione attiva. Se poi qualcuno comincia addurre problematiche di segnale scarso e quindi "è costretto a spegnere il video" spetta al docente fargli delle domande per capire se è collegato col cervello oppure no :-)
Rispondi Autore: tm immagine like - likes: 0
21/02/2022 (10:36:01)
Una disamina accurata e molto chiara. La formazione in elearning mi piace, può essere ripetuta quando non ho capito qualcosa o me lo sono dimenticato. La trovo assai valida quando si debbono formare tante persone e soprattutto mi piace perchè fa risparmiare rispetto ad altro tipo di formazione.
Rispondi Autore: Salvatore Donato Consonni immagine like - likes: 0
21/02/2022 (13:41:23)
Hai ragione Leonardo. Non credo però che molti docenti si curino di farlo! Soprattutto quando i partecipanti sono parecchi.
Rispondi Autore: Maria G. immagine like - likes: 0
21/02/2022 (15:34:09)
Ho partecipato l'estate scorsa alla conferenza di AARBA 17th European Conference on Applied Behavior Analysis e ho scoperto l'esistenza del precision teaching una tecnologia didattica digitale utilizzata in molti settori (es. la formazione degli elicotteristi). Credo che un utilizzo serio delle tecnologie didattiche digitali possa fare solo crescere il livello della qualità della formazione che sia solo digitale, mista o frontale (in aula dal vivo o in videoconferenza). Dal sito AARBA: A proposito di apprendimento, non sono in molti a sapere che il Precision Teaching (PT) è probabilmente la metodologia didattica più efficace mai inventata dall’uomo. A saperlo sono, o dovrebbero esserlo, soprattutto coloro che operano nell’ambito della Scienza del Comportamento o Analisi Comportamentale Applicata (Applied Behavior Analysis – ABA), disciplina che non a caso veniva inizialmente chiamata anche Psicologia dell’Apprendimento. Sviluppata da Ogden Lindsley, allievo diretto di B.F. Skinner ad Harvard e poi docente dalla prodigiosa carriera accademica trentennale presso l’University of Kansas, tale metodologia mira all’apprendimento di nozioni e abilità da parte del discente attraverso l’uso autonomo e personalizzabile di Teaching Machines. Le Teaching Machines, una sorta di precursori degli attuali computer ideati in ambito educativo da Skinner & Co., sono infatti usate con successo da oltre 60 anni per far acquisire la fluenza (“fluency") di risposta in una determinata attività o compito.

Il concetto di base è infatti che, rispondendo all’antecedente (A) erogato dalla macchina in funzione della storia di apprendimento dell’individuo, lo studente emetta un comportamento (B) che gli permetta di ottenere diverse conseguenze (C) che ne aumenteranno o diminuiranno le probabilità di ricomparsa in futuro e dunque l’apprendimento. Conseguenze come, da un lato, feedback visivi/sonori/tattili istantanei sulla correttezza di risposta e, dall’altro, feedback differiti sotto forma grafica (standard celeration chart) che grazie a una scala logaritmica permetta di apprezzare variazioni nel tempo anche minime per quanto riguarda la precisione di risposta e la velocità di risposta.

Si tratta insomma di macchine, oggi programmi o app, che misurano e tengono traccia di parametri comportamentali fondamentali per conoscere il livello contingente di formazione del discente, nell’ottica di fargli acquisire dei veri e propri automatismi (automatismo = comportamento corretto emesso con tempo di reazione prossimo a 0-1 secondi).

Da questo risulta facile intuire le enormi potenzialità del Precision Teaching, non solo in ambito educativo classico (con disabilità o sviluppo normotipico) ma anche di addestramento per una miriade di lavori la cui efficienza è da ricondursi alla tempestività dell’azione; in altre parole, lavori in cui fare la cosa giusta al momento giusto, può davvero essere questione di vita o di morte.
Rispondi Autore: Stefano Vergani immagine like - likes: 0
01/03/2022 (08:48:13)
tutti i contributi sono molto condivisibili. la mia domanda invece verte sulla data del documento elaborato della D.ssa Madesani : è corretta la data della ricerca con 11.07.2102 ?
Grazie

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