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Come impostare una corretta valutazione dell’efficacia della formazione?

Come impostare una corretta valutazione dell’efficacia della formazione?

Una scheda informativa dell’Inail riporta informazioni sulla valutazione dell’efficacia dei progetti formativi finanziati, sui risultati di un’indagine e sulle modalità per implementare la valutazione e migliorare la qualità dei processi formativi.

Roma, 1 Dic – Come ricordato in molti nostri articoli e interviste, la legge 215/2021 ha introdotto importanti novità all’art. 37 del D.Lgs. 81/2008 in tema di valutazione della formazione. Ed è prevista l’adozione, in sede di Conferenza Stato-Regioni, di un accordo – il cosiddetto Accordo unico - che provveda a garantire, tra le altre cose, anche ‘l’individuazione delle modalità della verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i percorsi formativi e di aggiornamento obbligatori in materia di SSL e delle modalità delle verifiche di efficacia della formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa’.

 

Infatti la valutazione dell’efficacia rappresenta “parte integrante del processo formativo e ha lo scopo di verificare e misurare l’effettivo cambiamento che la formazione ha avuto sui partecipanti, attraverso l’interiorizzazione di concetti e l’acquisizione di competenze necessarie rispetto all’esercizio del proprio ruolo in azienda, con un effetto diretto sia sull’efficacia che sull’efficienza del funzionamento organizzativo del sistema prevenzionale”.

 

A ricordarlo in questi termini è un recente fact sheet prodotto dal Dipartimento Inail di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DIMEILA) e dal titolo “Valutazione dell’efficacia dei progetti formativi finanziati”.

 

La scheda informativa riporta gli esiti di un’indagine condotta proprio sulla valutazione dell’efficacia di alcune iniziative formative in materia di salute e sicurezza sul lavoro realizzate nell’ambito di un bando di finanziamento Inail del 2016. Con il documento si evidenziano modalità e strumenti per implementare tale valutazione e migliorare la qualità dei processi formativi in materia di prevenzione e sicurezza.

 

Nel presentare la scheda informativa Inail ci soffermiamo in particolare sui seguenti argomenti:

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Valutazione dell’efficacia della formazione: gli obiettivi dell’indagine

La scheda - a cura di K. Garbini, G. Petrozzi, C. Cassano e A. Palazzo (Inail-Direzione centrale prevenzione) e C. Colagiacomo e S. Stabile (Inail-Dimeila) – ricorda che in attuazione dell’art. 11 (Attività promozionali) del d.lgs. 81/2008 l’Inail ha realizzato “un bando di finanziamento di progetti formativi specificamente dedicati alle piccole, medie e microimprese”.

 

Questo lavoro riporta “la metodologia utilizzata e gli esiti dell’indagine condotta su alcuni progetti del Bando 2016”.

In particolare, l’indagine ha avuto la finalità di “approfondire gli esiti della valutazione dell’efficacia delle iniziative formative realizzate, ponendosi i seguenti obiettivi:

  • rilevare gli strumenti utilizzati: individuazione della tipologia di strumenti e delle modalità utilizzati nelle valutazioni dell’efficacia dei progetti esaminati e verifica dello stato di avanzamento della fase applicativa;
  • ricondurre a modelli standardizzati: confronto della progettazione e dell’applicazione degli strumenti di valutazione dell’efficacia utilizzati con quanto presente nella letteratura dedicata alla formazione in materia di SSL;
  • verificare la coerenza progettuale: rilevazione dell’iter progettuale al fine di valutare la coerenza tra le diverse fasi e la validità degli indicatori individuati per valutare l’efficacia dell’iniziativa;
  • approfondire gli esiti: analisi dei risultati ottenuti dall’applicazione dei diversi modelli di valutazione dell’efficacia al fine di individuare le metodologie più complete e replicabili nel campo della formazione sulla SSL”.

 

Valutazione dell’efficacia della formazione: i risultati dell’indagine

Si indica che la somministrazione dei questionari “è avvenuta da settembre a dicembre 2022 coinvolgendo le aziende che avevano terminato la formazione nei 2 - 3 mesi precedenti”. E in totale “le aziende che hanno partecipato all’indagine sono state 80 e i fruitori della formazione raggiunti circa 400, mentre il numero complessivo dei lavoratori che hanno risposto al questionario è pari a 103 (circa il 25%)”.

 

Il questionario rivolto ai lavoratori evidenzia alti livelli di soddisfazione in merito al percorso formativo svolto, con particolare riferimento alla comprensione di procedure/tecniche/modalità operative e alla consapevolezza sulle proprie aree di miglioramento.

Nell’analisi si rileva che nella maggior parte dei partecipanti “prevale una maggiore consapevolezza sullo sviluppo della propria professionalità, con particolare attenzione all’impatto e alla rilevanza delle nuove conoscenze sulla propria attività lavorativa, soprattutto in termini di ampliamento delle procedure e degli strumenti da utilizzare e della consapevolezza sulle proprie aree di miglioramento”.

 

Riprendiamo, a questo proposito, un’immagine presente nella scheda:

 

 

Per quanto riguarda poi il questionario somministrato ai responsabili delle aziende, la quasi totalità di esse mostra livelli di soddisfazione molto alti riscontrando “un effettivo miglioramento negli atteggiamenti e nei comportamenti dei lavoratori che hanno partecipato al percorso formativo, con conseguenti cambiamenti anche nell’organizzazione”.

Inoltre, “per la totalità dei responsabili intervistati, si registra un sostanziale aumento del livello di attenzione da parte dei lavoratori rispetto alle possibili situazioni di rischio che possono verificarsi in azienda”.

 

Valutazione dell’efficacia della formazione: le riflessioni

L’indagine condotta – continua la scheda - permette di avanzare alcune riflessioni.

 

In primo luogo, si sottolinea la necessità di costruire la valutazione ex post in fase di progettazione dei percorsi formativi “individuando a monte strumenti e modalità idonei alla rilevazione dell’ efficacia formativa tenendo conto del contesto organizzativo di riferimento, dei bisogni formativi, degli obiettivi formativi oltre che naturalmente dei destinatari”.

Già nella fase di progettazione devono essere individuati “specifici indicatori e criteri di rilevanza”, costruiti “in modo coerente rispetto agli obiettivi e ai contenuti affrontati durante il percorso formativo, affinché le variazioni in termini di conoscenze, abilità e comportamenti siano con più probabilità associabili a quanto appreso durante la formazione e non a ulteriori variabili non considerate che in ogni caso resta difficile eliminare e controllare del tutto”.

 

Si segnala poi che tra le difficoltà che si possono presentare in una valutazione dell’efficacia ex post “è necessario considerare che generalmente non tutti i partecipanti ad un percorso formativo sono motivati a rispondere a questionari o interviste sull’efficacia dei corsi una volta che questi si sono conclusi, per cui i dati che si ottengono attraverso questo tipo di valutazioni non sono rappresentative della totalità dei partecipanti”.

A ciò si aggiunge anche la “difficoltà di raggiungere i partecipanti dopo alcuni mesi dalla conclusione del percorso, sia attraverso canali diretti che per il tramite delle aziende di appartenenza”. E per ovviare a queste problematiche “potrebbe essere utile porre una maggiore attenzione sull’elemento temporale: progettare e comunicare a monte una valutazione ex post significa infatti rendere i partecipanti attivi già dalle prime fasi dei processi di valutazione, mettendoli da subito a conoscenza dell’iter di monitoraggio che sarà effettuato, favorendo in loro maggiore sensibilità nell’auto-osservazione delle proprie competenze e abilità e delle eventuali modifiche intervenute anche attraverso la formazione. Ciò può favorire inoltre una compilazione dei questionari di valutazione ex post svolta in maniera più consapevole e puntuale”.

 

Si indica poi che è importante, nei casi in cui gli strumenti di rilevazione ex post siano finalizzati ad analizzare la dimensione della percezione, “porre a confronto i diversi interlocutori direttamente e indirettamente coinvolti nella formazione come, nel caso della presente indagine, i partecipanti al corso e i loro responsabili. Questa modalità può rafforzare le evidenze della valutazione dell’efficacia ove ad esempio si rilevi una compresenza di dati riscontrati in entrambi i target rispondenti”.

 

Alla luce di queste considerazioni e in vista dell’emanazione di successivi bandi di finanziamento della formazione in SSL, “appare opportuno che tali bandi prevedano come obbligatoria la valutazione dell’efficacia formativa incentrata almeno su tre livelli (gradimento, apprendimento, comportamento/performance individuale)”. E, conclude la scheda, potranno essere fornite, nell’ambito della disciplina delle procedure di finanziamento, “indicazioni metodologiche per lo sviluppo di strumenti di rilevazione dell’efficacia ex post utili a incentivare e supportare la realizzazione di tale fase del processo formativo anche con l’apporto fondamentale delle aziende che beneficiano della formazione rivolta ai propri lavoratori”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale della scheda che si sofferma anche sulla metodologia utilizzata e che riporta ulteriori immagini e grafici relativi ai risultati dell’indagine.          

  

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Valutazione dell’efficacia dei progetti formativi finanziati”, a cura di K. Garbini, G. Petrozzi, C. Cassano e A. Palazzo (Inail-Direzione centrale prevenzione) e C. Colagiacomo e S. Stabile (Inail-Dimeila), Factsheet edizione 2023 (formato PDF, 889 kB).

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Riflessioni sulla valutazione dell’efficacia dei progetti formativi”.

 



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Rispondi Autore: Giovanna Petrozzi - likes: 0
07/02/2024 (10:34:39)
Sono a disposizione per eventuali perplessità, commenti, chiarimenti.
Saluti
Ing. Giovanna Petrozzi

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