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No ai cibi "immorali"

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria alimentare

08/06/2006

Le conclusioni del seminario internazionale di Coldiretti a Bruxelles sul futuro alimentare dell’Unione Europea.

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No al commercio di cibi “immorali”, che inquinano l’ambiente, sfruttano il lavoro anche minorile e mettono a rischio la salute dei cittadini.
Un impegno comune, assunto da imprenditori, consumatori, esponenti del mondo scientifico e rappresentanti delle istituzioni nazionali e comunitarie a conclusione del seminario internazionale di Coldiretti a Bruxelles su “Il futuro alimentare dell’Unione Europea: sicurezza e mercato”.

Secondo un recente sondaggio di Coldiretti, il 65% degli italiani ritengono che il compito principale dell’Unione Europea sia quello di garantire nei cibi la sicurezza e la trasparenza dell’informazione su qualità e origine, mentre il 20% chiede controlli alle frontiere sul rispetto delle norme socio-ambientali per evitare che i prodotti in vendita vengano ottenuti danneggiando il territorio e sfruttando il lavoro.

 “I bambini che vendono le rose fuori dai ristoranti italiani  - afferma Coldiretti - sono spesso solo l’ultimo anello di una catena di sfruttamento che vede l’arrivo in Italia dei fiori attraverso l’importazione nel mercato comunitario dal Kenia dove vengono coltivate senza protezioni sociali, con l’utilizzo di pesticidi non autorizzati e l’uso di acqua che viene sottratta alle popolazioni sofferenti per la sete.”

“Si tratta di pericolose distorsioni del commercio globale che - ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - coinvolgono direttamente l’Unione Europea che è il principale importatore mondiale di prodotti agroalimentare e ha il dovere di svolgere un ruolo di leadership nel garantire la sostenibilità del commercio dal punto di vista sanitario, ambientale e sociale, dentro e fuori i confini comunitari.”

Secondo Coldiretti dovrebbe essere esteso a tutti i prodotti in vendita nell’Unione Europea l’obbligo di una etichetta “etica” dove indicare l’origine della componente agricola impiegata per ridurre i rischi, valorizzare il territorio e assicurare il rispetto di adeguati standard socio ambientali anche nelle produzioni importate.

Il vicepresidente della Commissione Europea Franco Frattini, intervento all’incontro, ha sostenuto l’esigenza di una iniziativa europea;  “chi sfrutta il lavoro dei bambini  - ha affermato - deve essere escluso dallo spazio di tolleranza europeo".

Il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro ha ugualmente sottolineato "la necessità di chiedere trasparenza a chi esporta in Europa per evitare distorsioni di concorrenza. Chiedere cioè il rispetto delle stesse regole imposte ai produttori italiani in materia di sicurezza alimentare, diritti sociali, protezione degli animali".

 

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