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Colorante alimentare cancerogeno

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria alimentare

16/07/2007

Primi risultati del riesame degli additivi alimentari da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

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Il colorante alimentare rosso 2G (E 128), il cui utilizzo è autorizzato solo nelle breakfast sausages (salsicce da prima colazione) e nella carne per hamburger, è potenzialmente pericoloso per la salute.

Lo afferma l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in un parere ora inviato alla Commissione europea.

È stato dimostrato che, nell’organismo, il colorante rosso 2G si trasforma perlopiù in una sostanza chiamata anilina. Sulla base di studi condotti su animali, il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa in materia di additivi alimentari ha concluso che l’anilina deve essere considerata una sostanza cancerogena e, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, non si può escludere che il potenziale carcinogeno dell’anilina determini danni al materiale genetico delle cellule. Pertanto, non è possibile stabilire per l’anilina un livello di assunzione che possa essere considerato sicuro per l’uomo. Il gruppo ha quindi concluso che il colorante rosso 2G deve essere considerato fonte di preoccupazione rispetto alla sua innocuità.

Il colorante rosso 2G (E128) è autorizzato soltanto per l’impiego in breakfast sausages (salsicce da prima colazione) con un contenuto di cereali non inferiore al 6% e nella carne per hamburger con un contenuto di ortaggi e/o cereali non inferiore al 4%. In entrambi questi prodotti alimentari è permesso un livello massimo di 20 mg/kg , secondo la normativa europea in materia alimentare.

Quello sul colorante alimentare rosso 2G (E 128) è il primo parere pronunciato nell’ambito di una serie di riesami, che l’EFSA sta attualmente intraprendendo, sulla sicurezza degli additivi alimentari attualmente autorizzati nell’Unione europea (UE).
Nel processo di riesame stata data priorità ai coloranti alimentari, in quanto tra i primi additivi ad essere stati esaminati alla luce della legislazione europea. Dall’epoca delle prime valutazioni di additivi, che risalgono a circa 30 anni fa, sono stati realizzati nuovi studi.


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