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42 operai morti su 51, l'inquietante caso di una fabbrica di pesticidi romana
42 operai morti di tumore ai polmoni e al fegato su 51, questo è l'inquietante caso di una fabbrica di pesticidi romana.
Comincia nel 1997 con la denuncia dei familiari di un dipendente, la vicenda giudiziaria della ex Siapa, ora in parte assorbita dalla Industrie chimiche Caffaro, stabilimento dove la maggior parte dei suoi operai sono morti per tumore.
Secondo i legali di altre venti denunce che si sono susseguite, l'origine è da attribuirsi alle scarsissime misure di prevenzione e protezione in uso per anni nella fabbrica.
Oltre alle perizie di parte, anche il gruppo antisofisticazioni dei Carabinieri ha preparato un rapporto dal quale risulterebbero nessi di causalità tra lavorazioni e morte degli operai.
Inoltre l'Istituto superiore della sanità avrebbe rilevato nell'azienda un tasso di mortalità doppio rispetto alla norma.
Le indagini sono tuttora in corso, ma secondo i familiari delle vittime, che hanno chiesto al Procuratore Generale della Corte d'Appello di sostituirsi al pubblico ministero, gli accertamenti sono "stranamente" bloccati: nessun testimone è stato infatti sinora sentito ne' tanto meno sono stati emessi avvisi di garanzia.
Comincia nel 1997 con la denuncia dei familiari di un dipendente, la vicenda giudiziaria della ex Siapa, ora in parte assorbita dalla Industrie chimiche Caffaro, stabilimento dove la maggior parte dei suoi operai sono morti per tumore.
Secondo i legali di altre venti denunce che si sono susseguite, l'origine è da attribuirsi alle scarsissime misure di prevenzione e protezione in uso per anni nella fabbrica.
Oltre alle perizie di parte, anche il gruppo antisofisticazioni dei Carabinieri ha preparato un rapporto dal quale risulterebbero nessi di causalità tra lavorazioni e morte degli operai.
Inoltre l'Istituto superiore della sanità avrebbe rilevato nell'azienda un tasso di mortalità doppio rispetto alla norma.
Le indagini sono tuttora in corso, ma secondo i familiari delle vittime, che hanno chiesto al Procuratore Generale della Corte d'Appello di sostituirsi al pubblico ministero, gli accertamenti sono "stranamente" bloccati: nessun testimone è stato infatti sinora sentito ne' tanto meno sono stati emessi avvisi di garanzia.
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