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Pmi: buone pratiche per la sicurezza
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Con un comunicato stampa, l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro ha tracciato un bilancio del secondo piano di finanziamento PMI (2002-2003) per la promozione della salute e della sicurezza nelle piccole e medie imprese europee, che pur essendo attori chiave dell'economia europea, non sono sempre in grado si assicurare adeguate condizioni di sicurezza e di salute.
“E’ evidente - afferma l’Agenzia - che molte PMI non dispongono della competenza o delle risorse per gestire i loro problemi relativi a salute e sicurezza. Necessitano di sostegno tramite esercitazioni pratiche e formazione atte a fornire loro una migliore comprensione delle questioni da risolvere, in modo tale da considerarle più prioritarie di quanto in genere non lo siano attualmente.”
La relazione ha illustrato 51 progetti portati a termine: 40 nazionali e 11 transnazionali, tra gli aspetti trattati sono compresi gli incidenti provocati da sostanze chimiche, malattie derivanti da fattori di stress (un progetto sull’argomento è stato finanziato in Italia), la prevenzione di settori ad alto rischio quali l'agricoltura e la costruzione edilizia, nonché la diffusione di una cultura preventiva.
Una recente valutazione indipendente dei piani di finanziamento realizzata dal Centre for Strategy and Evaluation Services (CSES) ha dimostrato che la grande maggioranza di queste iniziative non sarebbe stata intrapresa senza i finanziamenti dell’Agenzia, pertanto il piano va a colmare un’enorme lacuna.
Il CSES ha concluso che si è trattato di un programma condotto “con accuratezza, che ha ottenuto un significante valore aggiunto grazie all’impatto positivo rilevato su 700.000 PMI in tutta Europa e all'ampio effetto “dimostrativo”, sottolineando buone pratiche che potrebbero essere ripetute su più vasta scala.”
Il direttore dell’Agenzia Hans-Horst Konkolewsky, commentando la pubblicazione della relazione, ha affermato: “Siamo lieti che il piano dell’Agenzia sia già stato in grado di promuovere standard di salute e sicurezza più elevati presso circa 700.000 PMI. Ci auguriamo che adesso molte altre PMI ne beneficeranno. Molti casi descritti nella relazione potrebbero essere adattati all’utilizzo dalle imprese in tutta Europa, pertanto vale la pena darci un’occhiata e cercare il modo di adeguare alla propria impresa le buone pratiche sviluppate da questi partecipanti al progetto !”
Nella relazione, per favorire il confronto e la diffusione delle buone pratiche, accanto ad ogni progetto sono indicati i dettagli completi delle persone da contattare per chiunque sia interessato ad avere ulteriori informazioni.
La relazione è consultabile per ora in lingua inglese e può essere scaricata dal sito Web dell’Agenzia.
Con un comunicato stampa, l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro ha tracciato un bilancio del secondo piano di finanziamento PMI (2002-2003) per la promozione della salute e della sicurezza nelle piccole e medie imprese europee, che pur essendo attori chiave dell'economia europea, non sono sempre in grado si assicurare adeguate condizioni di sicurezza e di salute.
“E’ evidente - afferma l’Agenzia - che molte PMI non dispongono della competenza o delle risorse per gestire i loro problemi relativi a salute e sicurezza. Necessitano di sostegno tramite esercitazioni pratiche e formazione atte a fornire loro una migliore comprensione delle questioni da risolvere, in modo tale da considerarle più prioritarie di quanto in genere non lo siano attualmente.”
La relazione ha illustrato 51 progetti portati a termine: 40 nazionali e 11 transnazionali, tra gli aspetti trattati sono compresi gli incidenti provocati da sostanze chimiche, malattie derivanti da fattori di stress (un progetto sull’argomento è stato finanziato in Italia), la prevenzione di settori ad alto rischio quali l'agricoltura e la costruzione edilizia, nonché la diffusione di una cultura preventiva.
Una recente valutazione indipendente dei piani di finanziamento realizzata dal Centre for Strategy and Evaluation Services (CSES) ha dimostrato che la grande maggioranza di queste iniziative non sarebbe stata intrapresa senza i finanziamenti dell’Agenzia, pertanto il piano va a colmare un’enorme lacuna.
Il CSES ha concluso che si è trattato di un programma condotto “con accuratezza, che ha ottenuto un significante valore aggiunto grazie all’impatto positivo rilevato su 700.000 PMI in tutta Europa e all'ampio effetto “dimostrativo”, sottolineando buone pratiche che potrebbero essere ripetute su più vasta scala.”
Il direttore dell’Agenzia Hans-Horst Konkolewsky, commentando la pubblicazione della relazione, ha affermato: “Siamo lieti che il piano dell’Agenzia sia già stato in grado di promuovere standard di salute e sicurezza più elevati presso circa 700.000 PMI. Ci auguriamo che adesso molte altre PMI ne beneficeranno. Molti casi descritti nella relazione potrebbero essere adattati all’utilizzo dalle imprese in tutta Europa, pertanto vale la pena darci un’occhiata e cercare il modo di adeguare alla propria impresa le buone pratiche sviluppate da questi partecipanti al progetto !”
Nella relazione, per favorire il confronto e la diffusione delle buone pratiche, accanto ad ogni progetto sono indicati i dettagli completi delle persone da contattare per chiunque sia interessato ad avere ulteriori informazioni.
La relazione è consultabile per ora in lingua inglese e può essere scaricata dal sito Web dell’Agenzia.
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