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Imparare dagli errori: piattaforme mobili e imbragature di sicurezza
Brescia, 12 Mag – Durante l’uso delle piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE) è presente il pericolo di essere sbalzati fuori o di cadere dalla piattaforma ed è dunque necessario mettere in atto misure di protezione e buone prassi lavorative.
Riprendiamo dunque il viaggio di “ Imparare dagli errori”, la rubrica dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni lavorativi, attraverso i rischi e la prevenzione nell’utilizzo delle piattaforme di lavoro con riferimento, in questo caso, ai rischi di caduta dall’alto e, in particolare, all’utilizzo di idonee imbragature di sicurezza.
Le dinamiche infortunistiche che presentiamo sono tratte dall’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
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I casi
Il primo caso riguarda l’attività di riparazione di una telecamera in un’azienda.
Il responsabile della manutenzione elettrica incarica il personale di una ditta in appalto di riparare una telecamera con l’ausilio di un proprio addetto. Riparazione che è eseguita mediante l’utilizzo di una piattaforma.
Terminato l’intervento si decide di operare per risolvere anche il malfunzionamento di una lampada posta sulla volta del capannone.
Dopo aver preso in magazzino alcune lampade, viene posizionata la piattaforma sulla verticale della luce su cui intervenire e si segnala con gesti al gruista del carroponte, posto in cabina, le intenzioni dei manutentori.
Successivamente entrambi gli addetti salgono sulla piattaforma e si portano a circa m. 11.60 di altezza per sostituire la lampada. Terminata l’operazione aspettano una ventina di secondi per accertarsi del suo corretto funzionamento.
Mentre sono intenti a tale verifica, il carroponte avanzando, colpisce il braccio della piattaforma spostandolo lateralmente fino a determinarne il ribaltamento.
A causa del colpo si ha la caduta di entrambi gli operatori che determina in un caso il decesso e nell’altro la frattura di una vertebra con assenza lavorativa di 330 giorni.
L’entità dell’urto tra il carroponte e la piattaforma indica come il gruista in cabina “non si è proprio accorto/ricordato della presenza della piattaforma elevabile”.
Inoltre le analisi successive all’incidente mostrano come il personale infortunato fosse privo di imbragature di sicurezza e come non sia stato rispettato quanto previsto dal DUVRI “in merito a rapportarsi con un responsabile aziendale appaltante per definire le misure di sicurezza da adottarsi e la circoscrizione dell’area di lavoro mediante nastro bicolore”.
Questi sono dunque i fattori causali rilevati dalla scheda:
- mancato rispetto procedura prevista dal DUVRI;
- utilizzo carroponte in zona soggetta ad intervento di manutenzione;
- mancato utilizzo imbragatura di sicurezza;
- mancata installazione nastro bianco rosso a delimitare area d'intervento manutentivo.
Il secondo incidente è invece relativo a lavori di posizionamento delle barriere antirumore.
Sono in corso lavori di posizionamento delle barriere antirumore costituite da putrelle verticali in ferro e pannelli in cemento armato. I pannelli sono movimentati mediante l'ausilio di autogru mentre un lavoratore è a bordo di una piattaforma aerea per verificare il corretto posizionamento dei pannelli all'interno delle putrelle.
Durante le manovre di posizionamento di un pannello, l'autogru perde la stabilità e si ribalta. Durante il ribaltamento urta contro la piattaforma aerea sulla quale si trova il lavoratore urtando prima il parapetto e poi gli snodi di sostegno deformandone la struttura schiacciando il cestello e parte del braccio contro una muratura di contenimento.
L'infortunato a seguito dell'urto viene sbalzato fuori dal cestello e urta contro la parete di contenimento. Rimane agganciato al cestello grazie all'imbracatura di sicurezza che indossa.
I fattori causali rilevati dalla scheda:
- inadeguato contrappeso antiribaltamento sull'autogru;
- macchina in posizione errata.
La prevenzione
Per poter parlare dei rischi di caduta dall’alto e dell’utilizzo delle imbragature, che possono evitare o ridurre la gravità degli infortuni lavorativi, riprendiamo il contenuto di un intervento a un incontro che si è tenuto durante la manifestazione Ambiente Lavoro di Bologna del 2014.
Incontro, organizzato da IPAF Italia (International Powered Access Federation), che ha affrontato il tema della prevenzione degli incidenti con le piattaforme di lavoro elevabili (PLE).
Nell’intervento è stato presentato un documento, dal titolo “ DPI contro la caduta dall’alto durante l’uso di PLE a braccio estensibile e attrezzature multifunzionali”, elaborato dal gruppo di lavoro D-A-CH-S, un gruppo di lavoro internazionale formato da esperti provenienti dalla Germania, Austria, Svizzera e Alto Adige che ha lo scopo “perseguire regolamenti standardizzati internazionali per sistemi di protezione contro le cadute dall’alto nei lavori in quota”.
Nel documento si ricorda che durante l’ uso di una PLE c’è il pericolo per l’operatore di essere sbalzato fuori o di cadere dalla piattaforma di lavoro, con un effetto frusta o catapulta che può dipendere da vari fattori: “spostamento, urti, scarico di materiale, incastramento della PLE, buche durante lo spostamento della PLE, scavalcare la ringhiera, difetto tecnico”, ...
Dunque bisogna utilizzare “durante il lavoro in una PLE semovente a braccio estensibile un’imbracatura anticaduta collegata con un mezzo di collegamento registrabile con assorbitore di energia a un punto di ancoraggio definito dal costruttore”.
Concludiamo riportando altre utiliindicazioni fornite dal documento:
- “rispettare le indicazioni fornite dal costruttore della PLE!
- in PLE a braccio estensibile, per via del non escludibile effetto frusta/catapulta, deve essere prescritto l’uso di DPI contro la caduta dall’alto. Per questo motivo possono essere usate solo le PLE con punti d’ancoraggio predefiniti per i DPI contro la caduta dall’alto dal costruttore;
- una caduta al di fuori della ringhiera deve essere esclusa, perché la caduta potrebbe causare il ribaltamento della PLE, o la portata del punto d’ancoraggio potrebbe essere superata. Per questi motivi i mezzi di collegamento”, in relazione alla geometria del cestello della PLE e dei lavori da svolgere, “devono essere tenuti più corti possibili”;
- “usare mezzi di collegamento registrabili con assorbitore di energia o dispositivo anticaduta retrattile” (nel documento vengono forniti ulteriori particolari tecnici);
- “durante lo spostamento della PLE usare sempre il collegamento più corto (p. e. punto d’ancoraggio corrente intermedio ad attacco sternale);
- bisogna sempre pianificare il salvataggio”.
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 1417 e 2148 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.
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Rispondi Autore: Ettore Togni - likes: 0 | 12/05/2016 (10:46:50) |
Ottimo articolo, scritto con attenzione e competenza. Anche su questo sito ho letto cose discutibili, ma stavolta l'articolista ha fatto centro. Spero che qualcuno ne risulti illuminato. Complimenti. |
Rispondi Autore: Massimo Torta - likes: 0 | 13/05/2016 (09:56:55) |
Continuo ad avere perplessità: 1) mi chiedo a che cosa serva l'assorbitore di energia, se non a permettere eventualmente l'allungamento del cordino fino a 1,75 m. e quindi, quando questo si apre, a consentire la fuoriuscita dal cestello, in barba a quanto si raccomanda di avere il cordino il più corto possibile! 2) L'attacco sternale o dorsale sono posti più in alto del parapetto del cestello e quindi permettono comunque di oltrepassarlo. Meglio sarebbe obbligare ad avere imbracatura con cintura ed a vincolarsi e posizionarsi agli anelli di posizionamento della cintura usandoli entrambi con due cordini assicurati a punti di ancoraggio diametralmente opposti, poichè in questo caso il vincolo dell'operatore ha un baricentro che non oltrepassa il parapetto del cestello. se ciò avvenisse i rischi sono: o ci si tira dietro tutta la PLE, o si rompe l'anello di ancoraggio e comunque si cade al suolo. Mi pare che in questo caso si tenda ad applicare la "regoletta" preconfezionate per la quale (erroneamente) si è convinti che quando si usa l'imbracatura occorra sempre l'assorbitore di energia. Non è così! vedansi: le linee guida ex ispesl; il calcolo distanza di caduta libera ed il fattore di caduta... Qui si tratta di sicurezza sostanziale. O riteniamo che non si debba verificare una caduta libera (allora va bene ed in questo caso è necessaria la cintura perchè previene la caduta), oppure se si contempla il rischio di caduta libera, si obbligano i costruttori ad omologare i punti di ancoraggio come arresto caduta ed a garantire che la forza sprigionata dalla caduta non sia sufficiente a causare il ribaltamento della PLE. Oppure si è valutato il rischio che lo "strattonamento" dell'effetto catapulta non sia così violento da far aprire l'assorbitore (allora a cosa serve?)? oppure che comunque l'operatore si regga e non oltrepassi il cestello? oppure che l'effetto dell'assorbitore sia in grado di ridurre la forza sugli ancoraggi (non arresto caduta) della PLE e quindi non si superino i 3 kN?... Non è polemica, vorrei capire meglio. perchè certe cose proprio non me le spiego. |
Rispondi Autore: Ettore Togni - likes: 0 | 13/05/2016 (21:49:35) |
Se le interessano fatti, mi contatti. Non ho tempo per fare cultura. |