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Un aiuto prezioso per la gestione del deposito nazionale di scorie nucleari

Un aiuto prezioso per la gestione del deposito nazionale di scorie nucleari
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Gestione Rifiuti

12/11/2021

Entro la fine dell’anno dovrebbe essere concluso il procedimento che individuerà l’ubicazione del deposito nazionale di scorie nucleari. Le esperienze maturate negli Stati Uniti possono essere oltremodo utili per una corretta gestione di questo sito.

 

A metà settembre SOGIN, la società pubblica incaricata del decommissioning nucleare, ha avviato una fase di consultazione pubblica, che dovrebbe consentire di individuare il territorio, che potrebbe ospitare il deposito delle scorie nucleari, pari a circa 95.000 m³ di rifiuti radioattivi.

 

La costruzione di questo sito, composto da numerosi contenitori blindati, costerà circa 900 milioni e durerà quattro anni.

 

Gli Stati Uniti hanno già maturato una esperienza notevole nell’allestimento di questi siti ed ecco perché può essere prezioso un recente documento, che illustra le modalità con le quali si possono migliorare gli interventi mirati alla bonifica delle scorie radioattive.


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Queste scorie possono produrre delle contaminazioni, che debbono essere pulite in modo sicuro, efficiente ed efficace. Gli studi già condotti negli Stati Uniti hanno dimostrato che appropriati investimenti nella ricerca e sviluppo delle tecniche di bonifica possono ridurre i costi connessi alla bonifica di zone contaminate. Al proposito, vale la pena ricordare che negli ultimi 10 anni sono stati spesi, negli Stati Uniti quasi 250 miliardi di dollari per la bonifica di aree contaminate. Ad esempio, si è rivelato particolarmente fruttuoso uno studio, che ha permesso di mettere a punto un robot telecomandato, che può analizzare in dettaglio il livello di contaminazione di un’area, senza esporre gli esseri umani ad alcun rischio di coinvolgimento fisico diretto.

 

Uno dei vantaggi dell’Italia, rispetto agli Stati Uniti, sta nel fatto che da noi il governo ha deciso di concentrare tutte le responsabilità nella gestione di questi siti in un unico ente, che ovviamente sarà anche in grado di avviare progetti di ricerca e sviluppo, per tenere sotto controllo le aree stesse. Negli Stati Uniti invece le responsabilità per la gestione dei siti di scorie nucleari sono divise fra molti enti ed ogni ente affronta il problema con un proprio approccio, con propri fondi e con risultati, che potrebbero non essere coordinati con quelli ottenuti in altri contesti.

 

Ad esempio, un intervento di ricerca e sviluppo, particolarmente promettente, riguarda la gestione dei vapori che possono essere emessi da aree, dove sono concentrate le scorie nucleari. La procedura italiana sembra già prendere in considerazione questo fattore, in quanto il progetto di SOGIN prevede che le scorie siano contenute in massicci depositi in cemento armato.

 

Mettiamo comunque a disposizione dei lettori interessati questo prezioso documento degli Stati Uniti, che è utile anche per individuare quali siano i percorsi di ricerca e sviluppo, che hanno già dimostrato di non essere particolarmente fruttuosi.

 

Il documento (pdf)

 

Adalberto Biasiotti

 

 

 




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