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Messa in mora per l’Italia sul numero unico europeo di emergenza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Gestione emergenza ed evacuazione

02/10/2008

Non è ancora attivo in Italia il 112: il numero unico di emergenza europeo. Nonostante le numerose richieste di attivazione, siamo l’unico paese in Europa a avere ancora aperte due procedure d’infrazione su questo tema.

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L’EENA Italia (European Emergency Number Association) constata che l'Italia è “il paese dei Decreti Legge che poi restano non approvati dal Parlamento e di conseguenza perdono ogni effetto”. È questo quanto è accaduto al Decreto Legge del 22 Gennaio 2008, pubblicato il 10 Marzo sulla G.U. n° 59.
L'unica cosa prodotta da questo decreto “è stata l'attivazione di una semplice linea telefonica punto-punto tra la centrale operativa dei Carabinieri di Salerno e le rispettive centrali del 115/118 e di un sistema per lo smistamento delle chiamate, curato da Telecom Italia, che effettua uno instradamento random a metà tra Carabinieri e Polizia di Stato delle chiamate dirette al Numero Unico di Emergenza Europeo 112”.
 
 
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Il problema è tuttavia che “in realtà non è stato ancora fatto pressoché nulla per attivare il 112 in Italia, tanto che lo stesso decreto Gentiloni sul 112 conteneva il vizio di non prevedere alcuna integrazione reale tra Carabinieri e Polizia di Stato, tantomeno con il servizio di soccorso tecnico dei vigili del fuoco e del soccorso sanitario, per non parlare di altri servizi di pubblica utilità”. Inoltre dopo la “discutibile attivazione della fase cosiddetta sperimentale a Salerno”, nulla è accaduto nelle province in cui era “prevista la seconda fase di attivazione del 112 unico (Como , Crotone, Imperia, Matera, Padova, Perugia, Sassari e Torino)”.
 
In merito a questa situazione le autorità europee e la Commissione hanno inviato al nostro paese, dopo le precedenti procedure di infrazione, una nuova lettera di messa in mora.
In questo caso “si evidenzia la necessità che tutte le centrali operative di emergenza debbano trattare i dati di localizzazione e che le chiamate al 112 debbano essere correttamente gestite, oltre che inoltrate (proprio con dette informazioni di localizzazione del chiamante), alle centrali competenti, siano esse della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Sanitario o qualsivoglia altro corpo o ente di rilevante importanza, quali ad esempio la G.d.F., il C.F.S., la Guardia Costiera, ecc.)”.
 
In relazione alla nuova procedura d’infrazione, riportiamo alcuni stralci di un documento dell'ufficio stampa della Commissione Europea, datato 18 settembre 2008, ricordando che l'Italia è l'unico paese ad avere aperte, su questa tematica, due diverse procedure di infrazione, una relativa alla localizzazione e l’altra alla gestione del 112.
 
La normativa comunitaria in materia di telecomunicazioni impone agli Stati membri di garantire che i cittadini possano chiamare gratuitamente il numero unico europeo di emergenza 112 da qualsiasi tipo di telefono sul territorio nazionale; tali chiamate devono inoltre ricevere una risposta e un trattamento adeguati e gli operatori devono fornire ai servizi di emergenza informazioni sulla localizzazione del chiamante.
 La Commissione invia oggi all’Italia una lettera di messa in mora avente ad oggetto l’efficacia del trattamento e delle risposte riservati alle chiamate al 112.
 In numerosi Stati membri, tra cui l’Italia, i vari sistemi di risposta ai servizi di emergenza (in particolare la polizia, le ambulanze, i pompieri e i servizi di salvataggio) sono operati da centralini distinti che usano numeri diversi.
 Questi Stati membri devono garantire che il trattamento e le risposte alle chiamate al 112 siano efficaci quanto quelli delle chiamate effettuate verso altri numeri nazionali di emergenza.
 Ciò non avviene in Italia, in quanto non sempre i centralini del servizio di emergenza a cui giungono le chiamate al 112 sono in grado di trasferire l’utente ai centralini degli altri servizi di emergenza richiesti”.
 
- Ufficio Stampa della Commissione Europea, documento del 18 settembre 2008 (formato PDF, 99 kB).


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