Valutazione del rischio da sovraccarico degli arti superiori

Categoria: Movimentazione manuale. Aperta il 08/11/2017 da Giovanna Galimberti. Messaggi postati: 2.

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AutoreMessaggio
Esiste un modo semplice ma efficace, senza l’uso di consulenti esterni, per valutare il rischio da sovraccarico degli arti superiori nelle piccole aziende?

Postato il 08/11/2017 alle 09:51

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Federica Gozzini
(fg)

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2,5 

In risposta al messaggio di Giovanna Galimberti:
Esiste un modo semplice ma efficace, senza l’uso di consulenti esterni, per valutare il rischio da sovraccarico degli arti superiori nelle piccole aziende?
Sono molti in realtà i documenti che hanno provato in questi anni a offrire buone prassi anche per le PMI.
Per esempio l'articolo di PuntoSicuro “La valutazione del sovraccarico biomeccanico degli arti superiori” presenta il piano di prevenzione di un’ATS e riporta in breve gli step valutativi.

Un apposito documento applicativo (ISO Technical Report 12295) indica in modo operativo come un datore di lavoro può procedere in modo semplificato alla valutazione del rischio, senza necessariamente dover ricorrere, in prima battuta, a consulenti esterni. Secondo tale standard il datore di lavoro procede attraverso i seguenti 3 passaggi (step):
1° step: verifica dell’esistenza del rischio (SBAS) all’interno della propria realtà produttiva;
2° step: valutazione rapida del rischio;
3° step: valutazione approfondita del rischio”.

Nel primo step il datore di lavoro prima di tutto “verifica se nella sua realtà aziendale sono svolte attività che possano comportare sovraccarico funzionale degli arti superiori”.
E questa è la domanda chiave (key enter) da fare (secondo il TR 12295): Vi sono uno o più compiti ripetitivi degli arti superiori con durata totale di 1 ora o più nel turno?

Il secondo step riguarda la valutazione rapida (quick assessment) che consiste in una “verifica rapida della presenza di potenziali condizioni di rischio attraverso la semplice risposta a domande di tipo SI/NO predefinite”.
Il documento riporta alcune tabelle con le domande/risposte che possono orientare rispettivamente verso un’area di rischio accettabile (verde) o verso un’area di criticità (area rossa).
Si indica che “nelle situazioni critiche ogni sforzo andrà subito indirizzato alla riduzione del rischio chiaramente emerso, piuttosto che a spesso inutili e a volte assai complessi approfondimenti della valutazione”.
A seconda delle risposte date alle tabelle si valuta se la valutazione va proseguita secondo quanto descritto nel 3° step.

Veniamo al terzo step.

Per le condizioni lavorative che alla valutazione rapida “non siano risultate né sicuramente accettabili, né sicuramente inaccettabili si effettuerà una valutazione analitica del rischio”.
E in ogni caso, “l’analisi dettagliata viene condotta nei seguenti casi:
- i risultati della stima non sono coerenti con l’analisi di contesto o sono presenti patologie degli arti superiori tra gli addetti;
- sono necessari dati più approfonditi per operare la riprogettazione della postazione di lavoro;
- è necessario stabilire più puntualmente una relazione tra rischio e danno in procedure di riconoscimento di una possibile malattia professionale”.
Qualsiasi sia il metodo utilizzato, si sottolinea che il punteggio finale “deve poter essere interpretato secondo lo schema di classificazione detto ‘a semaforo’ o delle 3 zone, (o più zone intermedie), come accade nella checklist OCRA nella sua versione più recente.

Può leggere l'intero articolo qui:
https://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/tipologie-di-rischio-C-5/movimenti-ripetitivi-sovraccarico-C-43/la-valutazione-del-sovraccarico-biomeccanico-degli-arti-superiori-AR-16789/

Postato il 05/12/2017 alle 11:28


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