Digital burnout sul lavoro: cos'è e come combatterlo
Indice degli argomenti:
- Burnout digitale: cos’è
- Sintomi da burnout digitale: i segnali per scoprire se i tuoi dipendenti ne soffrono
- Ridurre il burnout dei dipendenti: buone prassi aziendali
L’uso della tecnologia a lavoro costituisce oggi una risorsa ormai indispensabile. La rivoluzione digitale ha infatti mutato ogni aspetto di un’impresa: dalle relazioni sociali alla comunicazione interna ed esterna, fino al modo in cui vengono gestite le normali attività (ad esempio, incontri e riunioni o le modalità di organizzazione del lavoro).
Queste innovazioni hanno senz’altro reso il posto di lavoro più efficiente e, in molti casi, aumentato la produttività dei lavoratori. Eppure, c’è un lato oscuro dietro a tale rivoluzione tecnologica.
Uno dei potenziali esiti della diffusione degli strumenti digitali sul lavoro, ad esempio, è la cosiddetta “tecno-invasione”, il fenomeno per cui l’utilizzo delle tecnologie per svolgere le proprie attività lavorative da remoto fa sì che i dipendenti percepiscano in modo permeabile i propri confini lavoro/vita privata, con un conseguente aumento dei conflitti lavoro-famiglia.
La diffusione del lavoro a distanza come risposta alla pandemia da coronavirus ha portato ad un aumento considerevole dei casi di burnout nei lavoratori. Alla base di questo fenomeno, l’incapacità o l’impossibilità di individuare e mantenere una netta distinzione tra vita lavorativa e vita privata.
Burnout digitale: cos’è
Il termine burnout deriva dall’espressione inglese “to burn out”, ovvero “bruciarsi, esaurirsi”, ed indica quindi uno stato di esaurimento mentale, emotivo e fisico causato da stress cronico ed eccessivo.
Il burnout digitale, quindi, è un tipo specifico di esaurimento innescato dall’uso prolungato di dispositivi digitali.
Sintomi da burnout digitale
Quali sono i segnali per scoprire se i tuoi dipendenti soffrono di burnout digitale?
Diminuzione dell’energia fisica
La diminuzione dell’energia e la sensazione di stanchezza possono essere, in combinazione con altri, uno dei sintomi chiave del burnout digitale.
Insonnia, mal di testa e dolori muscolari
La diminuzione dell'energia può essere collegata ad una diminuzione delle ore di sonno o ad una qualità del sonno inferiore. Ma non solo: mal di testa legati allo stress e un sistema immunitario generalmente compromesso sono alcuni sintomi fisiologici del burnout dei dipendenti.
Calo dell’attenzione
Il burnout digitale è spesso associato anche all’incapacità di concentrarsi.
In questo caso, sicuramente la tecnologia non aiuta. Essere continuamente bombardati di notifiche e messaggi mail riduce fortemente la nostra attenzione nei confronti dell’attività che stiamo svolgendo.
Perdita di motivazione
Un altro sintomo chiave del burnout è la diminuzione dell’interesse e della motivazione nei confronti del lavoro, con un progressivo calo delle prestazioni professionali. Generalmente, il calo della motivazione si articola in 4 fasi:
- Entusiasmo idealistico - La persona investe molte energie nel proprio lavoro ed è fortemente motivata dall’ideale di essere efficace e produttivo.
- Stagnazione - Il lavoratore inizia ad accorgersi che il lavoro non soddisfa del tutto i suoi bisogni, ma continua a lavorare agli stessi livelli.
- Frustrazione – La risorsa inizia a credere di essere inutile e poco apprezzata e mette in atto comportamenti di fuga dal lavoro, come procrastinare, fare pause prolungate o assenze per malattia, etc.
- Disimpegno – Il lavoratore entra in uno stato di distacco apatico: è deluso e intollerante. In questa fase, generalmente, inizia a pensare di lasciare il lavoro o a svolgerlo con assoluta superficialità e disinteresse.
Ansia o depressione
Se lasciato incontrollato, il burnout può innescare problemi più seri, come ansia o depressione, soprattutto negli individui che potrebbero già essere predisposti a queste condizioni.
Ridurre il burnout dei dipendenti: buone prassi aziendali
I numerosi fattori che causano il burnout digitale dei dipendenti possono essere risolti con piccoli cambiamenti nel modo in cui l'organizzazione e i leader interagiscono quotidianamente con i dipendenti e mostrano riconoscimento e apprezzamento per il loro lavoro svolto. Eccoti alcune buone prassi aziendali.
Crea confini tra lavoro e vita privata
La tecnologia ha fatto in modo che i lavoratori siano praticamente sempre raggiungibili. Questo, però, non vuol dire che debbano anche essere sempre connessi. Se i tuoi dipendenti si dedicano al lavoro anche al di fuori del proprio orario, stai promuovendo una cultura del lavoro tossica. Un ambiente di lavoro “sempre attivo” minaccia la motivazione dei tuoi collaboratori e aumenta il rischio di burnout.
Incoraggia i tuoi dipendenti a trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, ad esempio incoraggiandoli a disattivare le notifiche al termine del proprio orario. Metti in chiaro che le e-mail ricevute fuori dall’orario lavorativo non richiedono una risposta fino all’inizio della giornata successiva.
Questo avrà un duplice effetto positivo: in primo luogo, i dipendenti sentiranno che dai valore al loro benessere e alla loro salute; in secondo luogo, fai in modo che i lavoratori riposino a sufficienza per svolgere adeguatamente la propria attività. D’altronde, i lavoratori più sani sono anche più felici e produttivi, perché hanno una qualità di vita migliore rispetto ai dipendenti che sono disposti a mettere a rischio il proprio benessere per raggiungere gli obiettivi aziendali.
Incentiva le pause
L’uso della tecnologia a lavoro spinge i dipendenti a trascorrere tante ore davanti agli schermi. Lavorare al computer per molto tempo può però essere deleterio per la salute. Ecco perché è importante mettere in atto specifici accorgimenti, come fare pause frequenti, mantenere una certa postura e una distanza minima dallo schermo. Sappiamo tutti che dovremmo, ma quanti di noi si allontanano davvero dallo schermo a intervalli regolari?
Secondo i dati raccolti dal Workplace Productivity Report, i dipendenti che fanno almeno una pausa ogni 90 minuti mantengono un livello più elevato di concentrazione e produttività.
Disincentiva l’uso di pc e telefoni durante le riunioni
Siamo così abituati a vivere perennemente connessi, che la nostra attenzione è automaticamente richiamata dai nostri dispositivi in qualsiasi momento della giornata, alla ricerca continua di una notifica sullo smartphone. Succede anche durante la visione di un film o in vacanza.
Per questi motivi, l’uso di dispositivi quali pc e telefoni rendono le riunioni meno efficienti e meno collaborative. Pensa a quante volte hai visto, durante una riunione, i tuoi collaboratori distrarsi per una notifica, rispondere ad una mail o, semplicemente, controllare ripetutamente i propri telefoni perché in attesa di un messaggio importante. È quello che si chiama multitasking, ma che può minare fortemente il benessere dei tuoi dipendenti.
Vuoi che la tua riunione non sia una perdita di tempo e che costituisca una preziosa fonte di confronto e collaborazione? Disincentiva l’uso di pc e telefoni durante i meeting aziendali.
Favorisci un uso più intelligente degli strumenti digitali
Sulla base di quello che hai letto finora, ti sembrerà che i dispositivi digitali siano la fonte di tutti i mali sul lavoro. Ma non è così: è l’uso che ne facciamo che determina gli effetti che essi hanno sulla nostra vita e sulla nostra attività.
Per questo motivo, ti consigliamo di incoraggiare un uso intelligente di questi dispositivi. Ad esempio, introduci uno strumento digitale per gestire progetti e attività che aiuti i tuoi dipendenti a suddividere le giornate in blocchi dedicati ad una sola attività. Questo salvaguarderà il tempo e l’attenzione che dedicheranno a quella specifica attività e ridurrà il loro sovraccarico lavorativo. Inoltre, fai in modo che disattivino le notifiche durante lo svolgimento di specifiche attività in modo da ridurre le distrazioni e lavorare più serenamente.
Infine, incentiva l’uso del calendario per impostare limiti alla giornata lavorativa. Se un dipendente è in ferie o ha finito il suo orario lavorativo, non può e non deve essere invitato a riunioni, neanche se queste si svolgono da remoto, perché sarebbe un’invasione della sua vita privata.
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