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Ponteggi e sicurezza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

02/02/2005

Dall’Ispesl una linea guida sull’accesso, posizionamento, montaggio e smontaggio di ponteggi.

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È dedicata alla sicurezza nell’uso dei ponteggi la nuova pubblicazione curata dall’Ispesl, in collaborazione con il Ministero del Lavoro, nell’ambito delle iniziative informative sulle disposizioni per la prevenzione delle cadute dall’alto, con particolare riferimento al D.Lgs. 8 luglio 2003, n.235 di prossima entrata in vigore.
 
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La “Linea guida per l’esecuzione di lavori temporanei in quota con l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante ponteggi metallici fissi di facciata - Montaggio, smontaggio, trasformazione di ponteggi” si aggiunge infatti alle già pubblicate “Linea Guida sulla scelta, l’uso e la manutenzione delle scale portatili” e “Linea Guida per l’esecuzione di lavori temporanei in quota con l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi”.
 
I ponteggi nel settore edile trovano larga applicazione, ad esempio nei lavori su facciate di edifici in costruzione o manutenzione, oppure in lavori su opere in demolizione. Generalmente si tratta di attività in cui il lavoratore si trova ad operare sull’attrezzatura in fase di montaggio, trasformazione, accesso lavoro, uscita dal luogo di lavoro.
 
Scopo della pubblicazione è di fornire indicazioni relative ai contenuti minimi del documento di valutazione dei rischi ed i criteri di esecuzione e le misure di sicurezza per lo svolgimento dei lavori temporanei in quota relativi all’attività di montaggio, smontaggio, trasformazione dei ponteggi metallici fissi prefabbricati di facciata nei cantieri temporanei o mobili.
 
Le indicazioni delle linee guida devono tuttavia essere confrontare con le condizioni reali e le esigenze di protezione di ogni specifico ambiente di lavoro.
 
La pubblicazione prende in esame, in particolare, i principali rischi di caduta dall’alto e i rischi strettamente connessi con essa:
a) il rischio di caduta dall’alto prevalente;
b) rischi susseguenti all’arresto della caduta derivante da:
    - oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (effetto pendolo)
    - sollecitazioni trasmesse al corpo dall’imbracatura
    - sospensione inerte del corpo del lavoratore, che resta appeso al dispositivo di arresto di caduta.
 
Le corrette tecniche sono illustrate con l’ausilio di efficaci illustrazioni.
 


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