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Otto condanne per la morte di un sedicenne in un cantiere edile
Si e' concluso lunedi' il processo per la morte di un operaio edile, precipitato nella tromba dell'ascensore che stava intonacando.
I fatti si riferiscono al luglio 1996; un operaio sedicenne, che lavorava 'in nero' presso un palazzo in costruzione, mori' per le ferite riportate in seguito alla caduta nella tromba dell'ascensore, il cantiere non era dotato delle protezioni e delle misure di sicurezza previste dalla legge.
Inoltre il giovane rimase senza soccorsi per mezz'ora, mentre nel cantiere fervevano i lavori per cercare di mettere in sicurezza la struttura e simulare una diversa dinamica dell'infortunio. L'impresa appaltante si era affrettata a spedire la raccomandata per regolarizzare la posizione lavorativa del ragazzo.
La sentenza ha inflitto 8 condanne per omicidio colposo.
L'amministratore unico ed il responsabile della ditta che aveva l'appalto dei lavori nel cantiere sono stati condannati a 2 anni di reclusione; 3 anni invece per il titolare e il collaboratore dell'impresa che aveva in subappalto i lavori.
La pena piu' pesante, 4 anni di reclusione, e' stata inflitta al responsabile del cantiere, imputato non solo per omicidio colposo ma anche per frode processuale; altre tre persone sono state condannate a 2 anni per favoreggiamento, in quanto avevano taciuto ora e dinamica dell'infortunio ed avevano contribuito a sviare le indagini.
Per i genitori del giovane e' stato fissato un indennizzo pari a 400 milioni.
I fatti si riferiscono al luglio 1996; un operaio sedicenne, che lavorava 'in nero' presso un palazzo in costruzione, mori' per le ferite riportate in seguito alla caduta nella tromba dell'ascensore, il cantiere non era dotato delle protezioni e delle misure di sicurezza previste dalla legge.
Inoltre il giovane rimase senza soccorsi per mezz'ora, mentre nel cantiere fervevano i lavori per cercare di mettere in sicurezza la struttura e simulare una diversa dinamica dell'infortunio. L'impresa appaltante si era affrettata a spedire la raccomandata per regolarizzare la posizione lavorativa del ragazzo.
La sentenza ha inflitto 8 condanne per omicidio colposo.
L'amministratore unico ed il responsabile della ditta che aveva l'appalto dei lavori nel cantiere sono stati condannati a 2 anni di reclusione; 3 anni invece per il titolare e il collaboratore dell'impresa che aveva in subappalto i lavori.
La pena piu' pesante, 4 anni di reclusione, e' stata inflitta al responsabile del cantiere, imputato non solo per omicidio colposo ma anche per frode processuale; altre tre persone sono state condannate a 2 anni per favoreggiamento, in quanto avevano taciuto ora e dinamica dell'infortunio ed avevano contribuito a sviare le indagini.
Per i genitori del giovane e' stato fissato un indennizzo pari a 400 milioni.
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