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Lavori su coperture: l’uso dei sistemi di trattenuta e di posizionamento

Lavori su coperture: l’uso dei sistemi di trattenuta e di posizionamento
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

23/07/2018

Indicazioni sulla sicurezza nei lavori in copertura con specifico riferimento all’utilizzo dei sistemi di protezione individuale dalle cadute. Focus sulla classificazione, sul sistema di trattenuta e sul sistema di posizionamento sul lavoro. 

 
Roma, 23 Lug – Se generalmente si parla di “dispositivi di protezione individuale dalle cadute”, con riferimento ai dispositivi che nei lavori in quota proteggono il lavoratore dalle cadute dall’alto, in realtà invece che di dispositivi sarebbe “più corretto parlare di sistemi”.

Infatti un sistema di protezione individuale dalle cadute “è costituito da un insieme di componenti collegati tra loro, separatamente o no, ed include un dispositivo di presa del corpo collegato ad un punto di ancoraggio sicuro attraverso un sistema di collegamento, che consiste in uno o più componenti, normalmente inclusi nel sistema, conformi all’uso previsto (ad esempio, cordini, connettori, assorbitori)”.


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DPI di Terza Categoria per lavori in quota
Formazione specifica sui D.P.I. (D. Lgs. n.81, 9 aprile 2008, Art. 66 D.P.R. 177/2011)
 

A ricordarlo e a permetterci di dare alcune informazioni sulle misure di prevenzione delle cadute che avvengono dalle coperture in edilizia è un quaderno di ricerca dell’ Inail dal titolo “ Esecuzione in sicurezza dei lavori in copertura. Misure di prevenzione e protezione” e a cura di Luca Rossi (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail).

 

La classificazione dei sistemi di protezione individuale dalle cadute

Riguardo alla classificazione il documento Inail segnala che i sistemi di protezione individuale dalle cadute “possono essere distinti in:

  • sistemi di trattenuta;
  • sistemi di posizionamento sul lavoro;
  • sistemi di accesso su fune;
  • sistemi di arresto caduta;
  • sistemi di salvataggio”.

 

E se l’autore, in relazione al tema della ricerca (lavori su coperture), analizza soli alcuni di tali sistemi, noi ci soffermiamo oggi su quanto indicato riguardo ai sistemi di trattenuta e di posizionamento sul lavoro.

 

Come e quando utilizzare i sistemi di trattenuta

Si ricorda che un sistema di trattenuta è “generalmente costituto da:

  • una cintura di trattenuta o da una imbracatura con cintura di trattenuta integrata;
  • un cordino di trattenuta;
  • dei connettori;
  • un ancoraggio”.

 

Riportiamo una delle tante immagini esplicative presenti nel documento:

 

Sistema di trattenuta

 

In particolare un sistema di trattenuta “impedisce la caduta dall’alto limitando il movimento dell’utilizzatore in modo che non possa raggiungere la zona di caduta, non è idoneo ad arrestare la caduta dall’alto e nel caso ci sia rischio di caduta, deve essere utilizzato congiuntamente ad un sistema di arresto caduta indipendente (es. lavori su tetti a falda inclinata)”.

 

Sono poi riportate informazioni sul cordino di trattenuta che “può essere fisso o regolabile, avere lunghezza maggiore di 2 m e le cui modalità d’uso sono contenute nel manuale di istruzioni. La scelta della lunghezza del cordino deve essere tale da non permettere la caduta in qualsiasi situazione”.

A questo proposito si segnala che le norme tecniche “non prevedono l’utilizzo di un cordino di arresto caduta come trattenuta, ma è possibile utilizzarlo come tale se le condizioni lo permettono”.

 

Quando utilizzare i sistemi di trattenuta?  

 

I sistemi di trattenuta “vanno impiegati quando le condizioni del luogo di lavoro non permettono sufficienti tiranti d’aria, tali da evitare urti contro il terreno o altri ostacoli”. E vanno utilizzati “su piani di lavoro nei quali il lavoratore, durante l’esecuzione dell’attività, si trova in condizione di equilibrio stabile”.

Ricordiamo che il tirante d’aria, come definito nello stesso documento, è lo “spazio libero, a partire dal punto di caduta del lavoratore, necessario a compensare sia la caduta libera che tutti gli allungamenti/deformazioni del sistema di ancoraggio e del sistema di arresto caduta, senza che il lavoratore urti contro ostacoli durante la caduta, e che comprende un eventuale margine di sicurezza”.

 

Come e quando utilizzare un sistema di posizionamento sul lavoro

Veniamo, infine, al sistema di posizionamento sul lavoro che è generalmente “costituito da:

  • una cintura di posizionamento o da una imbracatura con cintura di posizionamento integrata;
  • un cordino di posizionamento sul lavoro;
  • dei connettori;
  • un ancoraggio”.

In questo caso il cordino di posizionamento sul lavoro “può essere fisso o regolabile e la sua lunghezza massima è di 2 m e le cui modalità d’uso sono contenute nel manuale di istruzione del fabbricante”.

 

Esempio di posizionamento su superficie inclinata

 

Si indica poi che un sistema di posizionamento sul lavoro “mette in grado il lavoratore di posizionarsi in tensione/ trattenuta sul luogo di lavoro in quota, in maniera tale da prevenire la caduta, riducendone la probabilità di accadimento. Quando si utilizza un sistema di posizionamento sul lavoro, è essenziale che si consideri la possibilità di caduta dall’alto e pertanto si deve provvedere ad impiegare anche un sistema di arresto caduta indipendente”.

 

Quando utilizzare i sistemi di posizionamento?  

 

Si indica che tali sistemi vanno impiegati, per esempio, “quando il luogo di lavoro non permette al lavoratore di stare in piedi senza l’utilizzo di un sostegno ed è quindi necessario utilizzare entrambe le mani”.

 

Concludiamo rimandando alla lettura integrale del quaderno di ricerca e segnalando che, riguardo ai sistemi di protezione individuale dalle cadute, l’autore si sofferma anche sui:

  • sistemi di arresto caduta;
  • sistemi di salvataggio.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail, “ Esecuzione in sicurezza dei lavori in copertura. Misure di prevenzione e protezione”, a cura di Luca Rossi (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail), Quaderno di ricerca numero 15, ottobre 2017 (formato PDF, 5.73 MB).

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Esecuzione in sicurezza di lavori in copertura. Le misure di prevenzione”.



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Rispondi Autore: Augusto Stocchi - likes: 0
23/07/2018 (09:06:34)
Certo, non sono cose nuove e indicazioni e prassi sono cambiate poco in questi anni, ma credo che lo sforzo di riepilogo e di sottolineatura di questi temi sia lodevole.
Sia riguardo all'Inail che al giornale che ne riprende in modo accattivante i contenuti.
In materia di utilizzo di caduta dall'alto e utilizzo di DPI si può ancora fare e dire molto. E nessuna parola in materia di sicurezza cade nel vuoto...

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