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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Amianto: prima condanna per omicidio colposo a Gorizia
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L’ex direttore degli stabilimenti Italcantieri, oggi Fincantieri, è stato condannato ieri dal tribunale di Gorizia ad un anno di reclusione, con pena sospesa, per omicidio colposo. L'accusa nei suoi confronti riguarda il decesso, nel 1998, di una addetta alle pulizie nel cantiere.
È la prima sentenza del Tribunale di Gorizia in un processo legato a un caso di decesso per amianto a fronte dei numerosi fascicoli aperti dalla Procura per altrettanti casi di operai deceduti per malattie riconducibili all'esposizione all'amianto.
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La donna morta aveva lavorato negli anni Settanta nei cantieri navali prestando servizio sulle navi in fase di costruzione in ambienti nei quali – secondo l'accusa – la concentrazione di fibre d'amianto era di dieci volte superiore al quantitativo minimo per contrarre l'asbestosi.
Era deceduta per un mesotelioma alla pleura a 52 anni. Il pm Annunziata Puglia aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. Il giudice Brindisi ha condannato Lippi al pagamento di una provvisionale di 100mila euro e al risarcimento ai familiari da quantificare in sede civile.
Contestualmente, il giudice Brindisi ha emesso la sentenza di assoluzione (per insussistenza del fatto) in un altro procedimento nel quale è ipotizzato il reato di lesioni personali ai danni di un altro ex dipendente del cantiere di Monfalcone.
“Siamo soddisfatti ma c'è ancora da fare”, questo il commento di Davide Bottegaro, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'amianto alla sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Gorizia: «Ci sono ancora un migliaio di fascicoli aperti nella procura di Gorizia».
L'associazione rappresenta i congiunti di centinaia di operai dei cantieri della provincia di Gorizia morti per malattie riconducibili all'esposizione all'amianto. Degli oltre mille processi avviati dalla Procura di Gorizia, solo 13 sono giunti alla fase dibattimentale. "Sappiamo - ha detto Bottegaro - che il problema dell'organico numericamente insufficiente del Tribunale di Gorizia continua a rallentare i processi. A breve - ha reso noto - avremo un nuovo incontro con il Procuratore Generale della Corte di Appello di Trieste, Beniamino Deidda, per parlare della situazione".
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