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Gli accordi sulla formazione: l’e-learning e gli organismi paritetici

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Dirigenti

03/02/2012

La seconda parte dell’intervista a Lorenzo Fantini, dirigente del Ministero del lavoro. Il nuovo Ministro del Lavoro, le risposte all’interrogazione parlamentare sul tema della formazione a distanza e la collaborazione con gli organismi paritetici.

 
Roma, 3 Feb – Per approfondire gli aspetti più significativi degli accordi sulla formazione, approvati il 21 dicembre 2011, PuntoSicuro ha intervistato nei giorni scorsi il Dott. Lorenzo Fantini, dirigente responsabile della Divisione Promozione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro del Ministero del lavoro e uno dei principali referenti per l’attuazione del Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro.
 
I temi da trattare in merito ai nuovi accordi sulla formazione erano tanti e abbiamo dunque scelto di presentare l’intervista in due parti.
La prima parte, pubblicata nei giorni scorsi, ha affrontato le potenzialità dell’e-learning, i problemi relativi alla collaborazione con gli organismi paritetici, l’attività di mediazione in sede di Conferenza, i criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e la sicurezza sul lavoro e i prossimi accordi e decreti in arrivo in attuazione del Decreto legislativo 81/2008.
 
In questa seconda parte partiamo con alcune anticipazioni dal “palazzo”, riguardo alle posizioni del nuovo Ministero del Lavoro sui temi relativi alla salute e sicurezza, per arrivare a parlare degli accordi sulla formazione attraverso un’angolazione particolare: l’ interrogazione  parlamentare sul tema della formazione a distanza presentata dall’onorevole Antonio Boccuzzi. Un’interrogazione che riprende, senza alcuna reticenza, le possibili deviazioni che minano una corretta fruizione della formazione a distanza (Fad) e un utilizzo consapevole e sicuro della rete. Una formazione, l’e-Learning, che in molti punti degli accordi è definita formazione “dinamica e adeguata all’evoluzione dell’esperienza e della tecnica”…
 
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di leggere l'intervista trascritta o di ascoltarla.
 

 

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Stiamo parlando con il Dott. Lorenzo Fantini, uno dei principali referenti del Ministero del Lavoro per l’attuazione del Decreto 81. PuntoSicuro lo intervista spesso in occasione di nuovi decreti e accordi che completano la normativa sulla sicurezza sul lavoro in Italia… Prima di partire con l’intervista chiederei qualche piccola indiscrezione dall’interno del cosiddetto “palazzo”. Lei ha lavorato con diversi ministri del lavoro: qual è l’attenzione del nuovo Ministro verso i temi della salute e sicurezza sul lavoro?
 
Lorenzo Fantini: Non ho avuto ancora il piacere di parlare con lei (il Ministro Elsa Maria Fornero, ndr) di questioni legate direttamente alla salute e sicurezza. Evidentemente si sono insediati da poco, per cui non abbiamo ancora avuto modo di parlarle direttamente. Però dalle sue dichiarazioni, che leggo sempre, ovviamente, con molta attenzione, mi pare che il nuovo Ministro sia particolarmente attento al tema della sicurezza e mi sembra che i primi giorni dell’insediamento del governo abbiano portato innanzitutto dei provvedimenti importantissimi come quelli sulla formazione.
Quindi i fatti dimostrano che si vuole procedere nell’attuazione del Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro. E sicuramente si vuole procedere oltre (…): non abbiamo avuto indicazioni di deviare dal lavoro che stiamo facendo. Noi ci stiamo regolando esattamente come altre volte ho detto:  lavoriamo con continuità cercando di fare il possibile per da un lato attuare il Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro e dall’altro lato magari anche potenziarne l’impatto in termini di prevenzione. Quindi anche non avendo avuto dei contatti diretti con l’esecutivo e con il Ministro in particolare, mi sembra che questo interesse nei confronti della salute e sicurezza sia stato manifestato oltre che nelle dichiarazioni pubbliche anche nella volontà di farci lavorare con continuità rispetto al passato.
 
Direi che possiamo affrontare il tema dei nuovi accordi sulla formazione attraverso un’angolazione particolare, attraverso un’anticipazione della sua risposta all’interrogazione parlamentare sul tema della formazione a distanza…
 
L.F.: Parlare di una mia risposta è improprio. Le risposte alle interrogazioni parlamentare vengono richieste ai singoli misteri, quindi le varie strutture dei vari ministeri danno delle risposte. Siccome so benissimo di cosa stiamo parlando, perché una parte di quella risposta l’ho predisposta io (…), non c’è nessun problema a dire che cosa abbiamo scritto noi come Direzione Generale delle Relazioni Industriali e dei Rapporti di Lavoro.
L’interrogazione relativa alla formazione a distanza, alla quale lei fa riferimento, è un’interrogazione che ha dei profili che riguardano altre strutture del ministero, come quelle per l’attività ispettiva. Io su questo punto, anche se ho le mie idee, non mi permetto di dire nulla perché evidentemente noi non abbiamo potuto dare un’informativa, al nostro ufficio legislativo per informare il Ministro, completa su questioni che non ci riguardano.
 
Fatta questa premessa, certamente è un’interrogazione molto puntuale e significativa. La considero utilissima perché (…) ci sollecita ad intervenire su una tematica che è effettivamente una tematica molto delicata …
 
Beh, in questa interrogazione vengono fatti, in modo poco usuale, anche nomi e cognomi …
 
L.F.: Sì, ma questo non ci spaventa. Più precisa è, più siamo contenti per la singola questione (…).
Negli accordi nuovi si parla di e-Learning, già questo ci dice che c’è un salto di qualità nella logica con cui si parla di formazione non fatta in aula. Diciamo che questo tipo di interrogazione ci è utile per dare delle risposte che abbiano una loro rilevanza esterna. Non so quando poi il Ministro andrà a riferire, o chi per il Ministro andrà a riferire in ordine a questa interrogazione parlamentare, perché i tempi parlamentari non sono propriamente immediati. Questa è un’interrogazione che è stata presentata, credo, ad ottobre e noi non abbiamo ancora risposto in parlamento. Non è un problema del Ministero del lavoro, è proprio lungo l’iter per la risposta: questo andrebbe chiarito, andrebbe detto (…).
 
Nella risposta all’interrogazione abbiamo evidenziato una serie di elementi che in parte abbiamo già scritto nella nostra famosa circolare sugli organismi paritetici. Sono elementi (…) che abbiamo ribadito e abbiamo scritto in atti ufficiali del Ministero del Lavoro, ribadendo il ruolo degli organismi paritetici e le condizioni che ci devono essere perché gli organismi paritetici possano effettivamente svolgere le loro attività (…).
Ribadendo per esempio che gli organismi paritetici possono svolgere un’attività a condizione che siano presenti nel territorio di riferimento, che siano presenti nel settore di riferimento e che abbiano una struttura tecnica di supporto. Perché ci sembra che nell’esperienza pratica che sta avvenendo fuori molte di queste strutture non hanno queste caratteristiche, almeno sulla base delle denunce che vengono fatte e che poi andrebbero verificate.
Inoltre noi ci stiamo muovendo per cercare di elaborare una strategia di verifica relativamente agli enti bilaterali o organismi paritetici che dir si voglia.
 
Comunque ritengo che l’entrata in vigore degli accordi ci aiuti. Perché alcuni problemi che erano stati sollevati nell’interrogazione possono essere più utilmente affrontati sulla base dell’accordo che, per esempio, si sofferma sul rapporto tra gli organismi paritetici e il datore di lavoro che ne chieda la collaborazione.
Anche su questo gli accordi dicono una cosa molto specifica e puntuale: ci dicono come deve essere interpretata quella espressione piuttosto oscura di cui all’articolo 37, comma 12 (del Testo Unico, ndr) quando si dice che il datore di lavoro deve chiedere la collaborazione degli organismi paritetici.
 
Inoltre (negli accordi, ndr) c’è una regolamentazione precisa della formazione a distanza.
Io continuo a chiamarla per convenzione formazione a distanza, ma già il fatto che gli allegati (…) sull’e-learning parlino di e-Learning e non di formazione a distanza, ci dice molto.
Peraltro gli accordi dicono chiaramente che l’e-Learning non si può fare per tutta l’attività formativa, ma solo per quella parte dell’attività formativa che è generale e non quella specifica che va fatta in relazione ai rischi di impresa. Inoltre va fatta secondo delle garanzie.
Garanzie che io sintetizzerei così: bisogna riuscire ad accertarsi e garantire nel corso dell’attività formativa che sia possibile verificare i soggetti che sono formati. Cioè che siano effettivamente loro e non qualcun altro che li sostituisce, come purtroppo talvolta accade.
E che sia possibile una verifica finale di apprendimento in presenza e non in via telematica.
(…) In più ci deve essere una piattaforma che consente la verifica costante della presenza del soggetto di fronte allo schermo. Oltre naturalmente alla cosa che, secondo me, è più importante: l’apprendimento.
Quindi ci sono degli elementi che tendono a scoraggiare l’erogazione di una formazione a distanza low-cost.
 
Quello è il problema vero. Si legge sui siti: formazione a 19 euro e 99… Dopodiché io ricordo a tutti coloro che usufruiscono di questo tipo di formazione nelle loro aziende che il rischio sia quello di trovarsi di fronte – nel caso malaugurato (…) che ci sia un infortunio – ad un giudice che dice che chiaramente una formazione di questo tipo è una formazione inefficace. Con tutti i rischi che naturalmente ne conseguono.
(…) Una formazione di questo tipo spesso non realizza la sua attività di prevenzione.
Tutti questi sono elementi che io cercavo di evidenziare nella nota che ho mandato al mio ufficio legislativo, cercando di evidenziare sia gli elementi di positività che ci sono negli accordi – che abbiamo cercato anche di scrivere nella famosa circolare sulla collaborazione con gli organismi paritetici – sia ancora le questioni che sono in sospeso.
 
Per ultimo ho anche scritto che si sta pensando di elaborare una sorta di strategia per cercare di fare uscire allo scoperto chi purtroppo cerca di approfittare di una situazione quale quella attuale che permette una formazione a distanza ma non la regolamenta, almeno fino a ieri (…).
È chiaro che noi come Amministrazione Pubblica qualcosa su questo dovremmo fare, per lo meno dovremmo cercare di fare delle verifiche – ci stiamo pensando insieme alla nostra Direzione Generale Attività Ispettiva e con le Regioni (…) – per cercare di capire chi sta cercando di approfittare della situazione.
 
 
 
 
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
 


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