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Più tutele per studenti e docenti infortunati

Più tutele per studenti e docenti infortunati
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Dati e statistiche

14/02/2023

Il Ministero del Lavoro ha annunciato l’intervento di miglioramento delle tutele per i soggetti contemplati dal Testo Unico 1124/1965, che disciplina l’assicurazione contro infortuni e malattie professionali del personale della scuola (docenti e studenti)

Proprio alcuni giorni fa, in occasione del secondo appuntamento del “Tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro” presso il ministero del Lavoro, la ministra Calderone, di concerto con il ministro dell’Istruzione Valditara, ha annunciato l’intervento di miglioramento delle tutele per i soggetti  contemplati dal Testo Unico del 30 giugno 1965 n. 1124, che disciplina l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali del personale della scuola (docenti e studenti).
In particolare, la modifica normativa tende ad ampliare la tutela assicurativa Inail per il personale docente delle scuole di ogni ordine e grado, che conseguentemente viene a godere della stessa tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali oggi garantita al resto dei lavoratori dipendenti, compreso l'infortunio in itinere. 
Per quanto riguarda invece gli alunni e studenti la tutela viene estesa a tutti gli eventi verificatisi all’interno dei luoghi di istruzione e loro pertinenze o nell’ambito delle attività programmate dalle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado,  superando così la limitazione alla tutela oggi prevista per le sole attività tecnico-scientifiche o esercitazioni pratiche, con esclusione però degli infortuni in itinere. 

La platea interessata a queste modifiche, da lungo tempo auspicate, è molto vasta: secondo i dati rilevati dal Ministero dell’Istruzione relativamente all’anno scolastico 2021/2022, si tratta di circa 8,25 milioni di persone, di cui oltre 7,4 milioni di studenti e circa 850.000 insegnanti (compresi quasi 170.000 di sostegno), distribuiti in 8.158 istituzioni scolastiche, ripartite a loro volta in 40.581 sedi scolastiche.

Sono ormai anni che in Italia si registra un trend negativo per quanto riguarda il numero di studentiche frequentano le nostre scuoleil totale dei ragazzi in età scolare, che erano quasi 9 milioni non più di 10 anni fa, si è ridotto agli attuali 7,4milioni  e, secondo l’Istat, scenderà a 7,28 milioni nel prossimo anno scolastico e si prevede un decremento di ulteriori 726.000 unità nei prossimi 5 anni.

E’ questa la diretta conseguenza del calo demografico dovuto essenzialmente al crollo delle nascite: i nati nel 2021 sono stati poco meno di 400.000, afferma Istat, in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2020 e addirittura del 31% a confronto col 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite.
Eppure, nonostante il loro numero sia in continuo calo, il numero degli infortuni occorsi agli studenti ha assunto, negli ultimi anni, un andamento crescente. 


Esaminando l’ultimo quinquennio (2017-2021), il numero degli infortuni in ambiente scolastico, sia per gli studenti delle scuole pubbliche statali che di quelle private, risulta in lenta ma costante crescita fino al 2019 (quasi 82.000 casi rispetto dai 79.000  del 2017); nel 2020 si registra un vero e proprio shock al ribasso a causa essenzialmente della sospensione dell’attività didattica in presenza a favore di quella a distanza ( DAD), a seguito della pandemia; nel 2021 gli infortuni riprendono a salire anche se a livelli nettamente inferiori a quelli degli anni prepandemia.
Infatti, per gli studenti in complesso, si è registrato un brusco calo degli infortuni del 70,1%  nel 2020 (con 24.482 casi) rispetto al 2019, che con 81.839 casi costituisce il picco del periodo. Nell’anno successivo, il 2021, con 41.766 casi denunciati c’è stata una forte ripresa del 70,6% rispetto all’anno precedente, ma la variazione complessiva in tutto il quinquennio è del -47,3% (nel 2017 i casi erano 79.195).
In particolare, per quanto riguarda gli studenti di scuole private, che sono una netta minoranza, si registra un andamento altalenante e sostanzialmente stazionario nel primo triennio del periodo in esame e il solito crollo negli anni della pandemia.
Dal punto di vista della distribuzione per genere, nell’arco di tutto il quinquennio, le proporzioni fra maschi e femmine si sono mantenute pressoché  costanti, con gli studenti ad infortunarsi di più con una quota del 57% contro il 43% delle studentesse. 

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INFORTUNI OCCORSI AGLI STUDENTI  PER TIPO DI SCUOLA E TERRITORIO 
L’analisi territoriale mostra una sostanziale e significativa sperequazione nella distribuzioni geografica che si riscontra negli infortuni degli studenti a seconda del tipo di scuola frequentata. Nelle Scuole Pubbliche è il Nord-ovest ad avere la più alta concentrazione degli infortuni (37% nel 2021); seguono il Nord-est (29%), il Centro (18%) e il Sud e Isole (16%). Nelle scuole private è, invece, il Nord-est ad occupare la prima posizione con il 52%, seguita dal Nord-ovest, dove nel 2021 si è verificato il 41% dei casi; la parte residuale si suddivide tra Centro (5,0%) e Sud e Isole (2%).
Il Nord, quindi, appare assolutamente predominante rispetto alle altre ripartizioni geografiche, ma, mentre nelle scuole pubbliche assomma il 66% degli infortuni studenteschi (in linea con le dimensioni demografiche del territorio) nelle scuole private la quota raggiunge addirittura il 93% delle denunce, che sembra piuttosto in linea con la situazione socioeconomica delle regioni più produttive ricche del Paese.
La nettissima prevalenza di studenti del nord che frequentano le scuole private si riscontra, in misura pressoché analoga anche per gli insegnanti, a riprova della larga diffusione di questo tipo di istituzioni scolastiche nelle regioni settentrionali.
Una differenza significativa tra studenti ed insegnanti si manifesta, invece, per quanto riguarda la parte anatomica interessata dall’infortunio. 

INFORTUNI OCCORSI A STUDENTI  E INSEGNANTI PER SEDE DELLA LESIONE 

L’analisi territoriale
 mostra una sostanziale e significativa sperequazione nella distribuzioni geografica che si riscontra negli infortuni degli studenti a seconda del tipo di scuola frequentata. Nelle Scuole Pubbliche è il Nord-ovest ad avere la più alta concentrazione degli infortuni (37% nel 2021); seguono il Nord-est (29%), il Centro (18%) e il Sud e Isole (16%). Nelle scuole private è, invece, il Nord-est ad occupare la prima posizione con il 52%, seguita dal Nord-ovest, dove nel 2021 si è verificato il 41% dei casi; la parte residuale si suddivide tra Centro (5,0%) e Sud e Isole (2%).
Il Nord, quindi, appare assolutamente predominante rispetto alle altre ripartizioni geografiche, ma, mentre nelle scuole pubbliche assomma il 66% degli infortuni studenteschi (in linea con le dimensioni demografiche del territorio) nelle scuole private la quota raggiunge addirittura il 93% delle denunce, che sembra piuttosto in linea con la situazione socioeconomica delle regioni più produttive ricche del Paese.
La nettissima prevalenza di studenti  del nord che frequentano le scuole private si riscontra, in misura pressoché analoga anche per gli insegnanti, a riprova della larga diffusione di questo tipo di istituzioni scolastiche nelle regioni settentrionali.
Una differenza significativa tra studenti ed insegnanti si manifesta, invece, per quanto riguarda la parte anatomica interessata dall’infortunio. 

INFORTUNI OCCORSI A STUDENTI  E INSEGNANTI PER SEDE DELLA LESIONE 
Per gli studenti, gli arti superiori costituiscono oltre la metà (53%) delle sedi di lesione degli infortuni; seguono gli arti inferiori (38%), la testa (4%) e il torace ed organi interni (3,3%). Per gli insegnanti, invece, la regione più colpita è quella degli arti inferiori con il 38% dei casi, seguiti dagli arti superiori (21%), la colonna vertebrale (18%), la testa (13%) ed il torace (10%).
Per quanto riguarda, infine, l’andamento degli infortuni occorsi agli insegnanti si riscontra una sostanziale uniformità rispetto a quello degli studenti. 


Dopo un primo triennio di modesta ma costante crescita (dai 16.000 casi del 2017 ai quasi 17.000 del 2019) c’è stato, nel 2020,  il solito crollo degli infortuni legato alla pandemia, con un  decremento del 46,6% rispetto all’anno precedente;  nel 2021 si è poi rilevato un forte recupero con un  aumento pari al 56,1% che ha riportato il numero degli infortuni su quota 14.000 circa.
In ottica di genere, anche per il corpo docente le proporzioni fra gli infortuni al maschile ed al femminile risultano essere costanti durante tutto il periodo in esame. Tuttavia, le posizioni risultano invertite rispetto agli alunni ed in misura molto più consistente: sono le maestre o professoresse, infatti,  a denunciare il maggior numero di infortuni sul lavoro (anche in conseguenza del fatto che la professione è fortemente sbilanciata verso il genere femminile) con una media annua dell’86%, mentre i docenti maschi rimangono vittime di eventi lesivi nel 14% dei casi. 

F. D’Amico

Fonte: ANMIL


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