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Nel settore legno l’infortunio è a "portata di mano"
Il settore della lavorazione del legno è ad alto rischio infortunistico, attribuibile in particolare all’utilizzo di macchine, utensili ed attrezzi.
In tale settore la frequenza infortunistica per mille addetti è pari a 50,66 per i lavoratori autonomi e 77,09 per quelli dipendenti, contro una frequenza rispettivamente di 26,49 e 49,60 ogni mille addetti se si considera il complesso delle industrie manifatturiere.
All’analisi dell’andamento infortunistico del settore del legno è dedicato il primo numero del 2004 del periodico “Dati Inail”.
Gli infortuni indennizzati nel 2002 nel settore sono stati 11440, il 16% dei quali è ricollegabile all’uso di macchine (in particolare sega circolare, trapano e piallatrice) e il 17% ad attrezzi e utensileria.
Gli infortuni che comportano lesioni agli arti superiori rappresentano oltre il 60% dei casi indennizzati, la mano da sola rappresenta circa il 50% dei casi. Gli infortuni che comportano lesioni alla testa sono circa uno su 10.
In tale settore la frequenza infortunistica per mille addetti è pari a 50,66 per i lavoratori autonomi e 77,09 per quelli dipendenti, contro una frequenza rispettivamente di 26,49 e 49,60 ogni mille addetti se si considera il complesso delle industrie manifatturiere.
All’analisi dell’andamento infortunistico del settore del legno è dedicato il primo numero del 2004 del periodico “Dati Inail”.
Gli infortuni indennizzati nel 2002 nel settore sono stati 11440, il 16% dei quali è ricollegabile all’uso di macchine (in particolare sega circolare, trapano e piallatrice) e il 17% ad attrezzi e utensileria.
Gli infortuni che comportano lesioni agli arti superiori rappresentano oltre il 60% dei casi indennizzati, la mano da sola rappresenta circa il 50% dei casi. Gli infortuni che comportano lesioni alla testa sono circa uno su 10.
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