Infortuni e malattie professionali: i dati Inail dei primi 10 mesi del 2023
ROMA - Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di ottobre. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (ottobre 2022 vs ottobre 2023) e “di periodo” (gennaio-ottobre 2022 vs gennaio-ottobre 2023).
Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2023, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.
Ciò premesso, nei primi 10 mesi di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2022, una decisa riduzione delle denunce di infortunio in complesso (dovuta quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19), un calo di quelle mortali e una crescita delle malattie professionali.
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DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di ottobre 2023 sono state 489.526, in calo rispetto alle 595.569 dei primi 10 mesi del 2022 (-17,8%), in aumento rispetto alle 448.110 del 2021 (+9,2%) e alle 421.497 del 2020 (+16,1%), e in diminuzione rispetto alle 534.314 del 2019 (-8,4%).
A livello nazionale i dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano, per i primi 10 mesi del 2023 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 522.147 del 2022 ai 412.001 del 2023 (-21,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 5,6%, da 73.422 a 77.525.
A ottobre di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -21,4% nella gestione Industria e servizi (dai 498.013 casi del 2022 ai 391.293 del 2023), un +0,4% in Agricoltura (da 22.048 a 22.141) e un +0,8% nel Conto Stato (da 75.508 a 76.092). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in molti settori produttivi, in particolare l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-56,4%), la Sanità e assistenza sociale (-55,0%) e il Trasporto e magazzinaggio (-41,6%).
In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+25,1%), della fabbricazione di autoveicoli (+25,1%), dell’abbigliamento (+9,6%) e della riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+7,9%), ma anche nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+5,1%) e nelle costruzioni (+4,3%).
L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-22,9%) e nelle Isole (-21,7%), seguite da Nord-Ovest (-21,3%), Centro (-17,6%) e Nord-Est (-11,0%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e il Lazio.
Il calo che emerge dal confronto del periodo gennaio-ottobre 2022 e 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -30,1% (da 246.162 a 171.992 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -9,1% (da 349.407 a 317.534). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-20,9%) sia quelli comunitari (-14,3%) ed extracomunitari (-0,2%). L’analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20 che registra un +11,3% dovuto principalmente all’aumento infortunistico degli studenti.
CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 10 mesi del 2023 sono state 868, 41 in meno rispetto alle 909 registrate nel periodo gennaio-ottobre 2022, 149 in meno rispetto al 2021, 168 in meno rispetto al 2020 e 28 in meno rispetto al 2019.
A livello nazionale i dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano per i primi 10 mesi del 2023 rispetto al pari periodo del 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 250 a 196, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 659 a 672. Il calo ha riguardato sia l’Industria e servizi (da 772 a 744 decessi) che l’Agricoltura (da 105 a 98) e il Conto Stato (da 32 a 26).
Dall’analisi territoriale emergono cali nel Nord-Ovest (da 248 a 228 casi), nel Nord-Est (da 202 a 196 casi) e al Centro (da 186 a 156) e incrementi al Sud (da 201 a 213) e nelle Isole (da 72 a 75). Le regioni che presentano i maggiori aumenti sono Abruzzo e Friuli Venezia Giulia (+13 ciascuna), Campania (+7), Sicilia ed Emilia Romagna (+5 ciascuna), mentre i cali più consistenti sono quelli rilevati in Toscana (-21), Veneto (-12), Lombardia (-9) e Marche (-8).
La flessione registrata nel confronto tra i primi 10 mesi del 2022 e 2023 è legata solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono diminuiti da 103 a 59, mentre quella maschile è passata da 806 a 809. In calo sia le denunce dei lavoratori italiani (da 735 a 707) sia quelle dei comunitari (da 47 a 40) e degli extracomunitari (da 127 a 121). Dall’analisi per classi di età si registrano diminuzioni, in particolare, nelle fasce 25-39 anni (da 167 a 138) e 45-64 anni (da 542 a 500) e aumenti tra i 20-24enni (da 29 a 39 casi), tra i 40-44enni (da 79 a 83) e tra i 65-74enni (da 58 a 76).
Al 31 ottobre di quest’anno risultano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). Nei primi 10 mesi del 2022 gli incidenti plurimi erano stati 16 per un totale di 37 decessi, tutti stradali.
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 10 mesi del 2023 sono state 60.462, oltre 10mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+20,9%). L’incremento è del 33,2% rispetto al 2021, del 65,1% sul 2020 e del 18,4% rispetto al 2019.
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno mostrano un aumento del 21,7% nella gestione Industria e servizi (da 41.278 a 50.240 casi), del 16,4% in Agricoltura (da 8.298 a 9.658) e del 29,1% nel Conto Stato (da 437 a 564). L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (+27,6%), seguito da Nord-Ovest (+23,3%), Centro (+20,5%), Nord-Est (+19,8%) e Isole (+7,1%). Tra le regioni fanno eccezione la Valle d’Aosta (-16,7%) e la Calabria (-1,8%).
In ottica di genere si rilevano 7.551 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 36.919 a 44.470 (+20,5%), e 2.898 in più per le lavoratrici, da 13.094 a 15.992 (+22,1%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 46.251 a 55.520 (+20,0%), sia quelle dei comunitari, da 1.220 a 1.526 (+25,1%), e degli extracomunitari, da 2.542 a 3.416 (+34,4%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 10 mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.
- Open data
Nell'ambito del processo di valorizzazione del proprio patrimonio informativo, l'Inail mette a disposizione dei cittadini un set di dati pubblici, in formato aperto e senza restrizioni per il riutilizzo.
Fonte: INAIL
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Rispondi Autore: Carmelo Catanoso - likes: 0 | 05/12/2023 (08:28:08) |
Sono dati in valore assoluto che, statisticamente, hanno ben poco significato in quanto non "pesati" sulle ore lavorate o sul numero di occupati come del resto previsto, oltre che dal buon senso, anche dalla UNI 7249. |