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Criminalità: -14% rapine in banca
DIFFUSO DALL'ABI IL RAPPORTO SULLE RAPINE DEL 2012
In concomitanza con il Convegno "Banche e Sicurezza" l'A.B.I. ha diffuso il Rapporto sulle rapine nel 2012. I dati evidenziano per il quinto anno consecutivo un notevole calo del fenomeno (vedi il grafico, l'allegato comunicato stampa e l'articolo di Gaia Sabino e Giovanni Gioia apparso su Bancaforte.it). I dati sono dunque positivi, ad eccezione di due che vogliamo sottolineare per invitare tutti i security managers a "non abbassare la guardia". Il primo elemento negativo è la crescita del bottino medio, da 23 a 26mila euro. Nel grafico sono indicati i valori dal 1997: il 2012 è stato, insieme al 2002, l'anno peggiore, a dispetto di tutti i cash in cash out installati. Forse c'è ancora molto da fare sul versante della formazione!
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E AUMENTA PURTROPPO ANCHE IL NUMERO DEI FERITI
Il secondo elemento negativo, ancor più preoccupante, è l'aumento dei ferimenti, dei malori, delle colluttazioni e delle prese d'ostaggio (nella tabella sottostante sono riportati i dati degli ultimi tre anni). Già nello scorso numero del nostro Notiziario avevamo lanciato l'allarme sul verificarsi di un numero sempre più frequente di episodi di violenza. Ora questa nostra impressione è purtroppo confermata dai dati dell'A.B.I. Nel grafico ancora più sotto è indicata la percentuale di rapine nel corso delle quali si sono registrati ferimenti. Dal 2007 al 2012 tale percentuale è più che raddoppiata. Anche il dato relativo alle "colluttazioni" (44 nel 2012) deve far riflettere: è abbastanza raro che un rapinatore ingaggi di sua iniziativa una colluttazione con un dipendente. E' più probabile che un dipendente o un cliente reagisca alle intimidazioni di un malvivente, dando così vita a una zuffa, fatto assolutamente da evitare. Anche in questo caso degli idonei interventi formativi devono indirizzare i dipendenti al corretto comportamento da tenere in caso di rapina, astenendosi da ogni reazione.
Fonte: www.prevenzionerapine.it
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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