La documentazione del protocollo anti contagio a tutela del DDL
Ormai è appurato che in caso di decesso o assenza dal lavoro per oltre 40 giorni per contagio da COVID-19 non vi è una sorta di responsabilità oggettiva civile e penale del datore di lavoro, nonostante che l’evento sia, ai soli fini risarcitori, riconosciuto come infortunio da parte dell’INAIL.
Eccettuato il caso della sanità e di altri contesti di lavoro dove il rischio biologico è un rischio specifico (eventualmente anche elevato), l’onere di provare la colpa (possiamo anche tralasciare il dolo) del datore di lavoro è a carico del Pubblico Ministero; questi cercherà di dimostrare l’inadeguatezza delle misure ant-contagio adottate dal Datore di Lavoro.
Dimostrare l’inadeguatezza delle misure anti-contagio adottate, in un contesto pandemico, non sarà facile, visto che il contagio potrebbe essere avvenuto al di fuori del contesto lavorativo, nell’ambito della nostra vita privata. Tuttavia, a fronte di querele da parte di lavoratori contagiati, non si può escludere a priori che le Procure non aprano un fascicolo, e proprio per questo motivo i Datori di lavoro si devono organizzare per poter dimostrare di avere correttamente agito raccogliendo la documentazione del protocollo anti-contagio
Un eventuale proscioglimento dipenderà dalla capacità del Datore di lavoro di produrre adeguata documentazione che attesti, senza ombra di dubbio, di aver correttamente implementato le misure anti-contagio definite nel proprio protocollo aziendale. Quindi bisogna agire subito.
Come viene ribadito nell’emendamento presentato per la conversione in legge del decreto liquidità (DECRETO-LEGGE 8 aprile 2020, n. 23) con l’introduzione dell’articolo 29-bis: il rispetto e il mantenimento delle prescrizioni del protocollo anti contagio, contestualizzate nella specifica attività, conferiscono la presunzione di avere correttamente adempiuto ai doveri del datore di lavoro:
«Ai fini della tutela contro il rischio di contagio da COVID-19, i datori di lavoro pubblici e privati adempiono all'obbligo di cui all'articolo 2087 del codice civile mediante l'applicazione delle prescrizioni contenute nel protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 24 aprile 2020 tra il Governo e le parti sociali, e successive modificazioni e integrazioni, e negli altri protocolli e linee guida di cui all'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, nonché mediante l'adozione e il mantenimento delle misure ivi previste. Qualora non trovino applicazione le predette prescrizioni rilevano le misure contenute nei protocolli o accordi di settore stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.”
Cosa deve fare allora un Datore di Lavoro per minimizzare il rischio di una condanna penale e civile?
Deve avere un protocollo per la propria attività opportunamente contestualizzato e raccogliere le evidenze del rispetto e mantenimento delle prescrizioni del protocollo anti contagio nel tempo per poterle esibire in caso di necessità.
Ecco l’elenco della documentazione che ogni azienda dovrebbe avere:
- INFORMAZIONE:
- Foto degli ambienti di lavoro a testimonianza delle informazioni fornite ai lavoratori sulle regole di carattere igienico (bacheche, portali, display, totem), su distanziamento sociale, obbligo di uso dei DPI, come si usano le mascherine chirurgiche, come ci deve lavare le mani, cosa si deve fare se la temperatura è superiore a 37,5 gradi, se si sentono dei sintomi ecc.
- Raccolta degli ordini di servizio/procedure con le firme dei lavoratori
- Evidenze dell’addestramento su DPI di terza categoria, anche relazione ad attività di disinfezione e sanificazione
- MODALITA' DI INGRESSO IN AZIENDA:
- Foto dei percorsi ingresso uscita, barriere, segnaletica orizzontale/verticale, cartellonistica
- MODALITA' DI ACCESSO DEI FORNITORI ESTERNI:
- Comunicazioni a fornitori, utenti, clienti in merito alle misure anti-contagio
- Foto della cartellonistica per la gestione delle aree Carico/Scarico e servizi igienici per corrieri esterni
- PULIZIA E SANIFICAZIONE IN AZIENDA
- Foto e/o Procedure per la sanificazione degli ambienti di lavoro e soprattutto delle parti comuni o più frequentemente toccate da più persone
- Se affidata all’esterno: documentazione idoneità tecnico professionale dell’azienda a cui è affidata la sanificazione (DM274/97)
- Nel caso di pulizia/disinfezione/sanificazione effettuata da personale interno: evidenza della formazione al personale sulle corrette modalità di effettuare l’attività e dell’uso dei DPI.
- Evidenza delle attività di pulizie, disinfezioni e sanificazioni (mediante registrazione delle attività svolte)
- Evidenza del corretto utilizzo degli impianti di aerazione e trattamento dell’aria, con i settaggi e modifiche per annullare o ridurre il ricircolo.
- Evidenza delle istruzioni fornite al personale in merito all’obbligo di provvedere all’aerazione naturale mediante apertura di porte e finestre ove possibile.
- Evidenza delle attività di pulizia degli impianti trattamento aria con registrazione degli interventi effettuati.
- PRECAUZIONI IGIENICHE PERSONALI:
- Foto della presenza dei dispenser di soluzioni idro alcoliche
- DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
- Evidenze della messa a disposizione di DPI (idonei, con le corrette certificazioni): foto dei DPI forniti con relative certificazioni, foto della consegna, foto dell’utilizzo dei DPI nelle occasioni in cui sono previsti, eventuali verbali di consegna (per consegne multiple)
- GESTIONE SPAZI COMUNI (MENSA, SPOGLIATOI, AREE FUMATORI, DISTRIBUTORI DI BEVANDE E/O SNACK…)
- Foto della cartellonistica affissa per la gestione degli spazi comuni
- Foto dei locali con le misure in essere durante l’esercizio degli stessi, per esempio: schermi di separazione, disposizioni a scacchiera dei posti a sedere, foto delle aree snack, …
- ORGANIZZAZIONE AZIENDALE (TURNAZIONE, TRASFERTE E SMART WORK, RIMODULAZIONE DEI LIVELLI PRODUTTIVI)
- Evidenza delle modifiche organizzative (riduzioni della forza lavoro presente, turni di lavoro, scaglionamento degli orari di ingresso uscita, utilizzo di ferie/permessi o cassa integrazione)
- Evidenze dell’utilizzo del lavoro agile
- GESTIONE ENTRATA E USCITA DEI DIPENDENTI
- Ordini di servizio per la gestione degli orari di ingresso ed uscita o fruizione di ambienti comuni per evitare assembramenti
- SPOSTAMENTI INTERNI, RIUNIONI, EVENTI INTERNI E FORMAZIONE
- Evidenza dell’uso della comunicazione a distanza per l’esecuzione delle riunioni
- Cartellonistica affissa nelle sale riunioni
- GESTIONE DI UNA PERSONA SINTOMATICA IN AZIENDA
- Informazione degli addetti al primo soccorso degli scenari di intervento
- SORVEGLIANZA SANITARIA/MEDICO COMPETENTE/RLS
- Evidenza della gestione dei lavoratori fragili
- AGGIORNAMENTO DEL PROTOCOLLO DI REGOLAMENTAZIONE:
- Verbale di costituzione del Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione
- Raccolta di verbali delle riunioni del Comitato
- Evidenza della presenza di un efficace sistema di controllo e vigilanza in campo (verbali di audit, osservazioni comportamentali, foto ecc.)
NB: quando nell’elenco precedente si fa riferimento a foto, attivare la funzione TIME STAMP
Ing. Riccardo Borghetto
Ing. Lorenzo Cusaro
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Rispondi Autore: Marco C. - likes: 0 | 04/06/2020 (08:10:21) |
Grazie dell'articolo, è una buon checklist di controllo, unica perplessità al punto 13, "raccolta verbali delle riounioni", perchè in contrasto con l'allegato 6 del DPCM 26 aprile, nel suddetto allegato, le riunioni sono vietate |
Rispondi Autore: Riccardo borghetto - likes: 0 | 04/06/2020 (08:19:06) |
Per Marco: le riunioni di possono anche fare a distanza |
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0 | 04/06/2020 (09:26:52) |
Ottimo ed utile articolo. Solo una critica. Avete dimenticato di dire che va registrato ogni aggiornamento giornaliero al DVR, con data certa e firma indelebile con pennarello stile Trump dei quattro dell'Ave Maria ( DL, RSPP, MC e RLS/T), in modo da lasciarlo ad imperitura memoria quale unica ed indelebile traccia della reale applicazione delle misure anticontagio …………. |
Rispondi Autore: Patrizia F. - likes: 0 | 04/06/2020 (09:55:37) |
buongiorno io sono un pò stupita invece di questo approccio burocratico. a me è capitato persino di dover firmare un'autocertificazione di negatività al tampone.. ora proponiamo un album fotografico??? allora per completezza, visto che il collega sopra ha ancora aggiunto cose, metterei la FOTOGRAFIA del display della temperatura (se la rilevo ma stando all'approccio è fortemente consigliato) nel momento della rilevazione, dove si veda bene il numero la data ed il giorno, per ogni addetto e per tutti i giorni, mi raccomando solo non la faccia per i nostri amici della privacy... scusate ma proprio non sono d'accordo con un approccio così burocratico che, mi piacerebbe un commento di un avvocato per capire quanto valore poi in realtà possa avere. penso ancora a quei poveri baristi ai quali dico di effettuare la disinfezione di bancone o tavolini ogni volta che cambia cliente... mi suggerite di fargli firmare un foglio di avvenuto intervento? credo che il nostro impegno sia certo tutelare le aziende ma in quell'ottica che proprio non riusciamo a digerire di SEMPLIFICAZIONE, non burocratizzazione. diciamo le cose chiare alle aziende, (e per fare questo credo sia indispensabile la nostra buona preparazione) aiutiamole a metterle in pratica e tutti gli sforzi dirottiamoli sulla pratica non sulla carta. scusate agli autori ma non condivido l'approccio ed i consigli forniti e gli esempi che ho fatto sono solo a scopo di riflessione. Patrizia |
Rispondi Autore: Riccardo borghetto - likes: 0 | 04/06/2020 (10:03:26) |
Per Patrizia F. io sono del tuo stesso parere, tant'è che ho fondato su FB il gruppo Stop burocrazia. Ma come vedi ho messo ben pochi documenti e molte foto. Con il telefono si fa molto presto. Poi "quanto" documentare ognuno lo decide in proprio. Il mio articolo è solo una traccia. Se non ci fossero certi avvocati e procuratori in giro anch'io ne farei volentieri a meno. |
Rispondi Autore: Patrizia F. - likes: 0 | 04/06/2020 (10:39:06) |
mi permetto ancora di aggiungere che, se lo spirito è la semplificazione, mettiamole allora come alternative: posso ANCHE utilizzare delle foto.. non come aggiunte. carta + foto + agg. giornalieri del DVR + ++++++ e chi più ne ha più ne metta, come leggo nei commenti. Non mi preoccupano gli avvocati se ho applicato il protocollo tramite una semplice, chiara e soprattutto applicabile procedura di "gestione del contagio" (con firme delle figure DL, RSPP, MC, RLS, con data e num. di rev. come vuole ogni lavoro professionale, e che avrà una fine nel momento della fine della situazione di emergenza) ad integrazione del DVR che non vado a modificare, come più volte ribadito. e da professionista verifico e sensibilizzo all'applicazione della procedura concordata. saluti Patrizia |
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0 | 04/06/2020 (11:07:09) |
Per Patrizia F. Con Riccardo, il sottoscritto e tanti altri che hanno commentato su altri articoli sempre sul COVID-19, sfondi una porta aperta. Purtroppo, siamo in Italia ed alla sostanza si preferiscono le carte ed i cartai. Con diversi soggetti in cerca di visibilità, sparsi per le varie Procure d'Italia, ed i tanti "parafangari" in giro pronti a sfruttare situazioni come questa, allettando quei lavoratori che hanno contratto il contagio (chissà dove … ma non importa ….), con un'ipotetico risarcimento (di cui pretenderanno una sostanziosa percentuale), diventa necessario tracciare, in modo sintetico, quanto fatto. Un lavoratore, magari contagiato dalla moglie asintomatica che lavora in una RSA, contagia un collega sul posto di lavoro dove è applicato il Protocollo (magari quando questi gli ha passato un foglio di carta) …… e si parte con il circo giudiziario accusando il datore di lavoro di non aver applicato il Protocollo con la conseguenza, perché è questo che succede nella realtà, di dovere essere quest'ultimo a dover dimostrare di aver applicato il Protocollo. |
Rispondi Autore: Sebastiano Pelacchi - likes: 0 | 04/06/2020 (13:22:28) |
13 punti che riassumono con raziocinio e buon senso le azioni volte a gestire la necessaria documentazione in azienda per questo argomento; intuisco un approccio e uno schema mentale da Auditor di sistemi SGI che io personalmente trovo estremamente efficace in organizzazioni in cui dipendenti sono coinvolti e resi partecipi dell'evoluzione degli eventi ( positivi o negativi che siano). Io ho adottato, nelle realtà che me l'hanno permesso, analogo "modus operandi" e confermo la bontà di quanto espresso dagli autori. |
Rispondi Autore: RAFFAELE Giovanni - likes: 0 | 04/06/2020 (14:43:29) |
Signora o signorina PATRIZIA , tranquilla che ci sono avvocati ed avvocaticchi in circolazione basta saperli scegliere. Non dovrà aspettare molto perché qualcuno freme e si farà vivo … Buon pomeriggio a tutti |
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0 | 04/06/2020 (19:38:13) |
Meglio leggere la checklist della ATS-INL di Bergamo. E le direttive della Procura di Bergamo Pubblicate da Punto Sicuro. |
Rispondi Autore: Patrizia F. - likes: 0 | 04/06/2020 (20:29:51) |
Raffaele o Giovanni, nel dubbio Dottoressa |
Rispondi Autore: raffadele scalese - likes: 0 | 05/06/2020 (06:26:45) |
OTTIMO pro memoria. Si sarebbe dovuto aggiungere "da fare ove possibile" almeno nei primi 30 giorni. Appare evidente che i colleghi proprio non hanno avuto, fortunatamente per loro, la necessità di confrontarsi SUL CAMPO con i DPCM a raffica, Ordinanze Regionali, Comunali e Sindacali, Decreti MIN INT, MIN SANITA' e la PAURA dei lavoratori e, come se non bastasse qualche caso di positività da COVID 19... Comunque come ho già detto...OTTIMO pro memoria ma da non spacciare per METODO....magari alla prox pandemia....lo potremo tenere presente. Buin Lavoro a tutti |
Rispondi Autore: raffaele scalese - likes: 0 | 05/06/2020 (06:36:39) |
per quanto riguarda l'amico (di altri tempi) e MAESTRO Rolando Dubini devo dire che la lista della ATS-INL di Bergamo non mi ha entusiasmato. OTTIMO come prp memoria ma sicuramente teso a comminare contravvenzioni anzichè SICUREZZA. Vado a memoria (io sono in Campania) mi ricordo richiedesse anche la fattura dei DPI (non so se anche l'ordine di acquisto, la bolla di accomgnamento merci e la billa di ingresso materiali ....sto scherzando naturalmente...) NON mi è parso l'approccio giusto: il principio di effettività neanche a prenderlo in considerazione... e quando ancora ora giugno non è derto che le mascherine siano così facilmente reperibili.. "Vabbe" andiamo avanti... |
Rispondi Autore: Sergio Misuri - likes: 0 | 05/06/2020 (08:49:57) |
L’argomento della burocrazia risveglia in me vecchie e nuove ferite Come DL di una PMI sono sopravvissuto alla carta nel cantiere della centrale nucleare di Montalto di Castro. Poi la pandemia burocratica mi ha sempre accompagnato in tutti i contesti vissuti. Da qualche tempo ho un sistema che consente, in ogni situazione, di dare evidenze oggettive e incontrovertibili di cosa è stato detto, fatto e controllato, da chi, a chi, come, quando e dove. SENZA CARTA, eventualmente con foto e brevi registrazioni vocali correlate. Ogni attestazione richiede pochissimi istanti, che posso condividere subito con i destinatari. Posso (possiamo) spingere le registrazioni fino ai limiti della pedanteria (Guariniello). Adesso le ferite sono lenite, perché ho maggiore protezione (mia e altrui) dalle responsabilità e usufruisco del risparmio di tempo che ora ho (abbiamo) a disposizione. Salute a tutti! |
Rispondi Autore: Walter Polinelli - likes: 0 | 06/06/2020 (08:01:51) |
Sottoscrivo quanto detto da Patrizia... l’evidenza delle attività svolte sono la presenza e disponibilità in azienda! Cari colleghi (sceglie elenco NON esaustivo)... benissimo il protocollo, fatelo semplice, pratico e comprensibile per i lavoratori, fatelo adattato e specifico per il cliente, Dategli i moduli di registrazione necessari spiegandogli come e quando usarli, e soprattutto NON SERVONO FOTO, piuttosto tanto gel igienizzante ben visibile e disponibile nei locali di lavoro e le persone che indossano la mascherina ove non ci sia il metro di distanza. |
Rispondi Autore: Fausto Pane - likes: 0 | 07/06/2020 (15:44:02) |
commento di prova |
Rispondi Autore: Fausto Pane - likes: 0 | 07/06/2020 (15:49:03) |
Ho fatto un commento di prova, perché il sistema mi ha fatto perdere tutto quello che avevo scritto. In ogni caso, questi protocolli andavano attuati da metà febbraio, non ora. Ora il SARS_COV-2 se ne sta andando come tutti i suoi cugini, e chissà se tornerà. I suoi cugini, no. Dopo i clamorosi fallimenti nella gestione dell'emergenza, ora tutti hanno una strizza folle, e la strizza folle fa scrivere follie. Ombrelloni 5 metri che diventano 2, gel dopo aver oltrepassato porte e usato ascensori, schermi in plexiglass impiegati anche se si indossano le mascherine, temperature misurate con apparecchi di cui è ignota precisione, ripetibilità ed affidabilità. |
Rispondi Autore: Fausto Pane - likes: 0 | 07/06/2020 (15:55:37) |
Continuo, stavolta funziona. Le procedure individuate dai protocolli sono scritte per parare chi le ha scritte, non per tutelare chi le attua e chi è da tutelare in fine (lavoratori e lavoratrici). Essendo complicate ed arzigogolate, ed in qualche caso palesemente irrazionali (in cantiere i muratori devono lavarsi frequentemente le mani: perché, se uso i guanti tutto il santo giorno, senza levarli mai se non ad ora di pranzo, perché?!...), il profano non potrà attuarle COSTANTEMENTE. Manco nel reparto COVID di mia moglie sanificano PIU' VOLTE al giorno il reparto. Il box si, quando esce il paziente, ma solo lì, non in continuazione! |
Rispondi Autore: Fausto Pane - likes: 0 | 07/06/2020 (16:04:14) |
Scusate, ma vado a pezzetti. Insomma, la fiera delle cose impossibili da fare, da dimostrare che si sono fatte, scrivendo fogli falsi, per paura che il magistrato ci bacchetti se qualcuno si contagia in azienda. Nessun accenno ad alcun tipo di studio scientifico che dia credito agli obblighi dei protocolli, non una norma, non uno straccio di riferimento per poter capire di più. Si fa così, punto. Ti piace, bon, non ti piace, tieni chiuso finché il virus non passerà (se passerà). NON CI STO e rivendico il mio ruolo di consulente, non di tipografo e duplicatore di adempimenti. Spero che anche qualche altro collega sia d'accordo con me. Saluti a tutti. |
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0 | 07/07/2020 (13:35:57) |
Fausto Pane complimenti. Lei ha centrato perfettamente il punto. In ogni caso è sempre il pubblico ministero, l'accusa, che deve dimostrare la colpa dei garanti della sicurezza anche nei settori sanitari. |