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È in arrivo la Immuni europea

È in arrivo la Immuni europea
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Coronavirus-Covid19

18/09/2020

Molti paesi europei hanno attivato degli applicativi, simili alla Immuni, utilizzata in Italia. Quando un cittadino europeo si sposta da un paese a un altro, potrebbe essere obbligato a scaricare diversi applicativi. Il problema sta per essere risolto.

L’Unione europea ha appena annunciato il raggiungimento di una pietra miliare, perché è stato messo a punto un sistema di scambio di informazioni fra i vari applicativi, in uso in Europa, per tenere sotto controllo la possibilità di contagi da COVID-19.

 

Oggi sono numerosi i paesi europei che già utilizzano questi applicativi; oltre all’Italia, infatti, questi applicativi sono disponibili nella Repubblica Ceca, in Danimarca, in Germania, in Irlanda e in Latvia. Il problema nasce per il fatto che un cittadino europeo, che si sposta fra i vari paesi dell’unione, potrebbe non disporre di una app che sia compatibile con quella in uso in un altro paese. Per questa ragione l’Europa ha lanciato un urgente programma informatico, che non solo tiene sotto controllo l’efficacia, la sicurezza e la protezione dei dati delle varie soluzioni sviluppate nei vari paesi, ma sta per consentire un interscambio automatico delle informazioni raccolte da questi applicativi.

 

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Gli Stati membri, con il supporto del Consiglio d’Europa, hanno messo a punto una serie di specifiche tecniche, che permettono il sicuro scambio di informazioni fra app nazionali, basate su un’architettura decentrata, ed un punto centrale di scambio di queste informazioni.

 

In pratica, le informazioni di prossimità che vengono catturate dalle app verranno scambiate in forma cifrata e tale da prevenire l’identificazione di una persona specifica, tra i vari paesi europei. Le informazioni, provenienti dalle varie app nazionali, verranno scambiate attraverso un gateway informativo europeo, basato in Lussemburgo. Questo centro informativo di scambio dovrebbe diventare operativo entro ottobre. Si risolve così un problema, che aveva turbato i sonni di coloro che sono incaricati di tenere sotto controllo la COVID 19, a livello europeo, e le preoccupazioni dei tutori della privacy, che già pensavano di avere sufficienti problemi per la protezione dei dati a livello nazionale, e che temevano l’amplificarsi di questi problemi a livello intereuropeo. Il Commissario europeo per la salute e la sicurezza degli alimenti ha dichiarato letteralmente:

 

“Gli applicativi di tracciamento del coronavirus, che possono operare anche attraversando le frontiere dei paesi europei, potranno essere strumenti potentissimi nell’aiutarci negli sforzi per contenere la diffusione del contagio; se verranno usati su base sufficientemente allargata, sarà possibile spezzare la catena del contagio.”

 

A proposito della diffusione di questi applicativi, ricordiamo che il record è stato forse stabilito in Germania, che ha introdotto questo applicativo a giugno 2020 e che un mese dopo aveva già registrato la bellezza di 15, 8 milioni di utenti.

 

Adalberto Biasiotti



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