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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Un problema italiano: piu' contante, piu' rapine
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In occasione del convegno “Banche e Sicurezza 2008”, che si è svolto a Roma in questi giorni, il direttore generale dell’ABI, Giuseppe Zadra, e il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, Nicola Cavaliere, hanno siglato il protocollo ABI-Dipartimento di Pubblica Sicurezza contro il rischio-rapine.
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Il protocollo di intesa si pone l’obiettivo di incentivare una maggiore collaborazione tra banche e forze dell'ordine per contrastare il fenomeno criminale delle rapine in banca e rendere le filiali sempre più sicure per clienti e dipendenti. Per garantire maggiore sicurezza a clienti e dipendenti e ridurre il peso della criminalità, nel corso del convegno si è parlato di combattere il fenomeno limitando la circolazione del contante e usando strumenti di pagamento moderni.
L’accordo, con il quale l’ABI e il Dipartimento di Pubblica Sicurezzasi impegnano a rafforzare il dialogo, lo scambio di informazioni e il lavoro congiunto in tema di sicurezza, rinnova quello firmato due anni fa in seguito al quale, per intensificare questa collaborazione su tutto il territorio nazionale, sono già stati siglati appositi protocolli d’intesa tra ABI e Prefetture in 81 province italiane con buoni risultati: nei primi tre mesi del 2008, infatti, le rapine compiute allo sportello sono diminuite del 24% (606 contro 796 dello stesso periodo del 2007); in calo anche il numero di rapine ogni 100 sportelli del 23,7% (da 9,7 a 7,4) ed il bottino complessivo del 24,1% (da 15,7 milioni a 12 milioni); sempre magro, inoltre, il bottino medio per rapina che, con circa 19 mila euro, si mantiene in linea con i valori del primo trimestre 2007 e tra più bassi registrati negli ultimi dieci anni.
Da uno studio dell’OSSIF, il Centro di ricerca dell’ABI in materia di sicurezza, emerge che la situazione in Italia è critica. Infatti nella mappa europea delle rapine in banca l’Italia detiene il primato europeo.
Stando ai dati del 2006, gli ultimi per i quali è possibile la comparazione europea - nel nostro Paese i “colpi” sono stati 3092, contro i 582 della Germania, i 438 della Spagna ed i 271 della Francia. In pratica, ogni 100 sportelli in Italia ci sono state 9,67 rapine, contro 1,37 in Germania, 1,14 in Spagna e 0,97 in Francia.
Facendo invece una comparazione nel tempo, risulta che i grandi investimenti delle banche in sicurezza, stanno dando i loro frutti, poiché dal 1998 ad oggi il numero di rapine ogni cento sportelli in Italia è diminuito del 19,6%. Mentre il numero di rapine in banca rispetto al numero totale degli episodi criminali che si verificano ogni anno in Italia è pari al 2,5%, meglio del 4% della Spagna e del 3,3% della Francia, ma ancora al di sopra dello 0,9% della Germania.
Buona anche la “strategia” attuata dalle banche italiane in fatto di sicurezza e incolumità di clienti e dipendenti, visto che le rapine più “incruente” sono state registrate proprio nel nostro Paese, come dimostra l’assenza di ferimenti e incidenti mortali durante le rapine stesse.
Quanto al “bottino” medio di ogni rapina, i “colpi” nelle banche italiane fruttano 20.000 euro, meno dei 32 mila della Germania, ma ancora più dei 16 mila della Spagna e dei 14 mila della Francia (dove è in atto una radicale trasformazione degli sportelli bancari, in vista della completa automatizzazione della movimentazione del denaro contante). Sempre per via della maggiore circolazione di denaro contante rispetto al resto d’Europa, dal 2002 al 2006 le rapine alle banche italiane hanno fruttato complessivamente 258,7 milioni di euro, pari al 54% del totale rapinato nei principali paesi europei, contro i 102,3 milioni della Germania (19%), i 32,1 della Francia (6%) ed i 31,4 della Spagna (6%).
Un problema italiano: più contante, più rapine.
Il nesso tra alto numero di rapine e maggiore circolazione del denaro contante è evidente. Basti pensare che in Italia circolano 128 miliardi di euro in banconote, pari al 19% del valore totale delle banconote in circolazione nell’eurosistema, e 3,4 miliardi di euro in monete, pari al 18% del valore totale delle monete. Sensibilmente in ritardo, invece, è l’utilizzo del “denaro di plastica”.
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Rispondi Autore: fabri - likes: 0 | 29/05/2008 (12:11) |
Perchè l'ABI firma protocolli d'intesa? Sarebbe più semplice dimezzare le commissioni per i commercianti e azzerare le spese per i consumatori, Perchè lo Stato non elimina l'imposta di bollo sugli estratti conto mensili? Sarebbe molto più efficace di mille Convegni. Formulo due ipotesi in apparente contraddizione: se il denaro contante è rischioso allora siamo disposti a pagare di più la moneta di plastica; se la moneta di plastica è costosa allora è meglio correre i rischi tipici del contante. |