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Banche ed impronte digitali
Ha destato scalpore il nuovo metodo antirapina, che prevede la rilevazione delle impronte digitali di chi accede agli sportelli, adottato in via sperimentale in alcune agenzie di un istituto di credito. Questi dati, se non necessari allo svolgimento di indagini, sono distrutti automaticamente dopo una settimana e non sono accessibili da nessun dipendente della banca.
Ora il caso e' arrivato sul tavolo del Garante per la protezione dei dati personali che, nella NewsLetter del 17-23 luglio informa che l'Autorita' ''ha precisato, con una nota, che il caso è stato segnalato all'Ufficio il giorno 12 luglio e che lo stesso giorno sono stati avviati gli accertamenti per verificare se il trattamento dei dati si svolge secondo i presupposti di liceità e di correttezza previsti dalla legge n. 675 del 1996 sulla protezione dei dati personali.''
Altre indagini, riguardanti diversi istituti di credito, erano gia' state avviate dal Garante nel corso dell'anno.
Inoltre e' stato precisato che ''nessun assenso, autorizzazione o parere sono stati rilasciati dal Garante in materia perché la legge sulla privacy non prevede la necessità di autorizzazioni al riguardo. La legge, tuttavia, impone che ogni trattamento di dati personali, come è quello in questione, sia svolto nel rispetto di precise cautele e garanzie sostanziali a tutela degli interessati, che vanno ben oltre la semplice indicazione di alcune notizie all'interno della notificazione dei trattamenti.''
Le garanzie richieste riguardano, ad esempio la trasparenza nell'utilizzo di questi sistemi, l'informazione ai clienti, la conservazione dei dati, gli addetti al trattamento.
Ora il caso e' arrivato sul tavolo del Garante per la protezione dei dati personali che, nella NewsLetter del 17-23 luglio informa che l'Autorita' ''ha precisato, con una nota, che il caso è stato segnalato all'Ufficio il giorno 12 luglio e che lo stesso giorno sono stati avviati gli accertamenti per verificare se il trattamento dei dati si svolge secondo i presupposti di liceità e di correttezza previsti dalla legge n. 675 del 1996 sulla protezione dei dati personali.''
Altre indagini, riguardanti diversi istituti di credito, erano gia' state avviate dal Garante nel corso dell'anno.
Inoltre e' stato precisato che ''nessun assenso, autorizzazione o parere sono stati rilasciati dal Garante in materia perché la legge sulla privacy non prevede la necessità di autorizzazioni al riguardo. La legge, tuttavia, impone che ogni trattamento di dati personali, come è quello in questione, sia svolto nel rispetto di precise cautele e garanzie sostanziali a tutela degli interessati, che vanno ben oltre la semplice indicazione di alcune notizie all'interno della notificazione dei trattamenti.''
Le garanzie richieste riguardano, ad esempio la trasparenza nell'utilizzo di questi sistemi, l'informazione ai clienti, la conservazione dei dati, gli addetti al trattamento.
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