Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

09/06/2020: Bene Immuni. Se le altre app non hanno valutato i rischi, interverremo

Le piattaforme online hanno troppo potere sui nostri dati. La questione va portata in Europa". E poi: "Il ricorso a sistemi autogestiti e autoprodotti è avvenuto con poche garanzie" Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali.

L'app Immuni ha avviato la settimana di sperimentazione in quattro regioni, la ministra Paola Pisano ieri sera in audizione parlamentare ha chiarito gli aspetti del suo utilizzo e annunciato perfino un voucher di 300 euro per pagare la connettività Internet a chi non può farlo da solo.

Della norma riferita a Immuni il Parlamento si occupa già da due settimane, ma le opposizioni sono comunque sul piede di guerra tanto che la Lega ha disertato l'audizione. Sparuti ma aggressivi drappelli di critici dell'app di tracciamento nazionale continuano a puntare il dito contro il lavoro di Bending Spoons e dei 74 esperti, ma quasi nessuno discute dell'uso di decine di app regionali e comunali usate per la sorveglianza sanitaria. Come quella lombarda che nei termini di servizio chiarisce la sua funzione di controllo ad personam degli utilizzatori.

 

Ne abbiamo parlato con il Presidente dell'Autorità Garante della Privacy, Antonello Soro. E abbiamo cominciato proprio da qui. Presidente, ancora ci si chiede se Immuni manda i dati all'estero e se ci geolocalizza. Ma non lo fanno già le app regionali?

"Immuni non lo fa. Nelle prime settimane sotto la spinta emotiva, regioni, comuni e imprese hanno promesso il ricorso a un app salvifica usando come base giuridica l'ordinanza della Protezione civile recepita poi con decreto legge. Per alcuni è rimasto un progetto, altri ne hanno fatto uno strumento. Ma il ricorso a sistemi autogestiti e autoprodotti anche da società non italiane che hanno offerto tecnologie e servizi è avvenuto con poche garanzie".

 

Complice l'opinione pubblica che non dava valore alla Privacy?

"L'Italia sembrava innamorata della Corea del Sud e della Cina. Le misure di contrasto tecnologiche apparivano giustificate e illustri virologi hanno detto che era un babbeo chi si preoccupava della privacy e chi la definiva una fisima".

 

Ma poi l'atteggiamento è cambiato.

"Le forze politiche hanno preteso una norma primaria che attualmente è all'esame del Parlamento. Dalle agenzie apprendo che alcuni parlamentari non se ne sono accorti. Perfino il Copasir si è occupato del problema rivendicando la controllabilità di dati molto delicati".

 

Grazie al vostro intervento: l'Autorità ha richiamato principi generali e declinato il comportamento virtuoso intervenendo anche nel Board europeo per un orientamento comune.

"Principi sovrapponibili a quanto avevamo detto in audizione nella Commissione trasporti: meglio il tracciamento dei contatti invece della geolocalizzazione, meglio la volontarietà, la gestione pubblica dell'app, i server pubblici, la controllabilità e la trasparenza e poi il sistema decentralizzato, la pseudonimizzazione, fino al parere sulla norma e le misure di sicurezza".

 

Così siamo arrivati a un prodotto la cui unica finalità è il tracciamento dei contatti.

"Questo perché in un tempo di emergenza è possibile usare tecnologia anche per limitare i diritti ma il suo impiego deve essere proporzionato e a termine, lo dicono sia la Costituzione italiana che il Regolamento europeo. Parliamo di sostenibilità democratica. Mi pare che ci siamo riusciti".

 

Ma continuano le polemiche.

"È legittimo esprimere giudizi critici ma devono essere frutto di una conoscenza puntuale del tema e sulla base di argomenti concreti. In un momento difficile come questo alimentare sfiducia e assecondare gli umori negativi non serve, soprattutto per chi ha responsabilità verso il Paese, e questo vale pure per il mondo dell'informazione. Il mio appello è di non dare giudizi sommari decontestualizzati e privi di fondamento".

 

Sì, ma il problema dell'invasività delle tecnologie è un tema vero, non crede?

"Il ricorso necessitato alle tecnologie di distanza ha fatto crescere la confidenza degli italiani in una dimensione prima percepita solo come ludica e virtuale. Adesso è tempo di porre con forza il tema della dimensione digitale e il ricorso massiccio alle piattaforme online dovrebbe farci pretendere una maggiore garanzia di sicurezza per tutte le attività più rilevanti: si pensi al processo penale, alle riunioni del Consiglio dei ministri fino al consiglio comunale, alle attività di Camera e Senato".

 

Cosa vuole dire?

"Le piattaforme che usiamo hanno una natura non direttamente controllabile. Bisogna aprire una discussione su questo. Bisogna promuovere una forte regolazione del digitale sia in Italia che in Europa, per proteggere i dati più rilevanti, dal dato sanitario a quello fiscale a quello che riguarda la sicurezza nazionale, e bisogna costruire garanzie ulteriori. Lo dico sommessamente, ma non possiamo sfuggirgli".

 

Vuole regolare le piattaforme? E come?

"Io dico che la dimensione digitale è cresciuta in maniera anarchica, guidata dai privati, e con regole molto lasche anche quando c'è stato un rilevante uso pubblico degli strumenti digitali. Per questo il primato del pubblico va riesaminato. I dati che circolano sono i dati riferiti alla nostra persona e il primo punto è proteggere la persona digitale. Per questo ci vuole un supplemento di iniziativa".

 

Il Gdpr ha avviato un processo globale di regolazione informato ai suoi principi generali. Eppure il punto di debolezza è il one stop shop (il trattamento delle controversie nel paese dove le imprese hanno lo stabilimento principale).

"Nessuna nazione, anche grande, può pensare che la gestione di procedure rilevanti a livello transnazionale possa essere affidata a un singolo paese. Quindi l'interlocutore delle grandi piattaforme dovrebbe essere una struttura con poteri e strumenti ad hoc come l'Europa. Per affrontare i giganti del web non basta una piccola Autorità con poche decine di dipendenti. L'Unione Europea ha dato al Board per la protezione dei dati personali un potere nuovo e strumenti nuovi. Dobbiamo andare avanti su questa strada".

 

Insomma la gestione del rapporto con Big Tech deve essere europea. Presidente, sappiamo che Max Schrems, attivista per i diritti che ha dato tanti grattacapi a Facebook ha scritto ai presidenti delle Autorità per la privacy una lettera di rimostranze su come l'Irlanda gestisce le segnalazioni di violazione della privacy. Si riferisce a questo?

"L'Italia ha sollevato questa discussione nel board. Ma, come nel caso di TikTok, non vorremmo che "dal porto sicuro" per le aziende si passasse al "porto delle nebbie".

 

Possiamo tornare al tema delle app regionali? Sono una decina, che fine faranno adesso che c'è Immuni?

"Molte delle app sono rimaste a livello progettuale, nate sull'onda emergenziale e con interpretazioni troppo estese anche in base al Dpcm citato. Oggi che esiste una norma che definisce le modalità di tracciamento voglio ribadire che parliamo di tracciamento dei contatti e non di tracciamento delle persone e che non possono raccogliere dati sulla salute se non si rispetta la norma primaria invocata in coro in parlamento".

 

Ma sembra che le Regioni vadano per conto proprio. Come escludere che ci siano dei rischi per la privacy?

"Nel nostro ordinamento ora esiste un principio di "accountability", di responsabilità, per cui chi mette in piedi sistemi di tracciamento deve fare una valutazione di impatto che il Garante valuterà, anche nel prossimo futuro. Se la valutazione non è stata fatta su misura dei rischi, interverremo".

 

Però lei Presidente è in regime di prorogatio.

"Giusto, c'è un tempo per iniziare e un tempo per finire. Entro due mesi dalla fine dell'emergenza verranno nominati i nuovi componenti dell'Autorità Garante per la Privacy. Immagino in agosto".

 

Nel frattempo non si placano gli attacchi informatici alla Sanità. Prima lo Spallanzani, poi il San Raffaele, l'altro ieri anche la Regione Lazio attaccata dagli Anonymous.

"Su questi ultimi casi riportati da voi di Repubblica ci sono istruttorie aperte. Il San Raffaele ha notificato l'incidente ma non posso parlarne. Sono tuttavia convinto che il tema della protezione dei dati più rilevanti e delicati in termini di cybersecurity vada considerato nella sua interezza. Qualunque server è vulnerabile, anche i più importanti, perciò va fatta una verifica generale. Tenga presente che i dati sulla salute valgono doppio dal punto di vista economico e della privacy. Nel mercato nero dei dati quelli sulla salute sono i più preziosi".

 

Di Arturo Di Corinto

 

Fonte: garanteprivacy.it


07/07/2016: Approvata la revisione degli accordi sulla formazione RSPP

Sancito in Conferenza Stato-Regioni il nuovo Accordo in materia di formazione per la sicurezza sul lavoro.


07/07/2016: Corsi sulla sicurezza: undici inchieste su certificati falsi

Le violazioni dell'accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza sempre più spesso finiscono in procura.


06/07/2016: Un bilancio infortunistico in chiaroscuro

Il commento di ANMIL all'andamento infortunistico del 2015


05/07/2016: La sfida della sicurezza e della salute sul lavoro

Che cosa si può fare nelle micro e piccole imprese?


04/07/2016: Il 7 luglio la possibile approvazione dell’Accordo sulla formazione RSPP

Arriva il 7 luglio, nella sede della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, il testo della revisione dell’Accordo sulla formazione degli RSPP e ASPP del 26 gennaio 2006.


01/07/2016: I rischi per la salute legati alle attività che si svolgono in piscina

Rischi dovuti all’attività in acqua, microbiologici, sostanze chimiche, affogamento o annegamento


30/06/2016: Strada e lavoro: un binomio ad alto rischio

La componente lavorativa ha un peso non indifferente nella incidentalità stradale.


29/06/2016: INAIL: la relazione annuale 2015

Disponibile la Relazione annuale 2015 con i dati statistici


29/06/2016: Privacy: la prima guida del Garante sul nuovo Regolamento Ue

Quali sono le principali novità contenute nel nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali?


28/06/2016: Un protocollo d’intesa tra Inail e Federchimica

Protocollo per l'attuazione delle attività in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.


27/06/2016: Un incontro sulla tutela di salute e sicurezza negli appalti

A Chiusdino (SI) il 13 luglio 2016 si terrà il seminario tecnico “Verso il nuovo codice degli appalti. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”.


23/06/2016: Slitta l’approvazione della revisione dell’Accordo sulla formazione RSPP

Slitta probabilmente ai primi di luglio l’incontro in Conferenza Stato-Regioni per l’eventuale approvazione dell’Accordo sulla formazione degli RSPP e ASPP del 26 gennaio 2006.


23/06/2016: Futuro del lavoro: il crowdsourcing

Una rassegna sul futuro del lavoro e le implicazioni per la sicurezza e salute sul lavoro


23/06/2016: Agenzie ambientali: la Camera approva la legge di riforma

Il provvedimento istituisce il Sistema nazionale delle agenzie ambientali


22/06/2016: Relazione annuale Inail: nel 2015 infortuni sul lavoro in calo del 6,6%

In diminuzione anche il numero dei casi mortali, in via di consolidamento. Continuano a crescere, invece, le malattie professionali.


22/06/2016: Incidenti e malattie professionali in Campania

Alcune indicazioni tratte dal documento Inail “Rapporto annuale regionale 2014 – Campania”, pubblicato nel mese di dicembre 2015.


21/06/2016: Vacanze sicure, ma con le gomme in regola!

Un occhio attento della polizia stradale sullo stato delle gomme


20/06/2016: Rinnovata la squadra di AiFOS

I nuovi organismi direttivi per il quadriennio 2016-2020: Rocco Vitale e Francesco Naviglio riconfermati Presidente e Segretario Generale. Efisio Porcedda vice Presidente Vicario. Entra nel Comitato di Presidenza, assieme a Paolo Carminati, Adele De Prisco.


20/06/2016: Convegno INAIL sulla gestione del rischio stress lavoro-correlato

“La gestione del rischio stress lavoro-correlato: esperienze, monitoraggio e prospettive di sviluppo”: Roma, 14 luglio 2016


17/06/2016: Sicurezza a scuola: gli interventi che funzionano

Uno studio innovativo sotto molti punti di vista.


78.5 79.5 80.5 81.5 82.5 83.5 84.5 85.5 86.5 87.5 88.5