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Drug test nei lavoratori: problemi e punti critici

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Approfondimento

17/08/2009

Disponibili on line gli atti della 5° Conferenza Nazionale sulle Droghe. In una sessione si sono affrontate le problematiche del drug test nei lavoratori: le criticità e le richieste sollevate dai relatori.

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Il 12, 13 e 14 marzo 2009 si è svolta a Trieste la “5° Conferenza Nazionale sulle Droghe”, una conferenza pensata e pianificata con l’idea di “riunire in una rete ideale tutti gli attori in grado di analizzare il problema, proporre e condividere possibili soluzioni”.
Insomma una conferenza che sperimentasse un salto di qualità relativamente alle “modalità con cui ci confrontiamo e comunichiamo le nostre idee, guardando al futuro e al bene comune”.
Infatti – continua la presentazione – “solo attraverso una concertazione efficace e concreta, basata sul rispetto reciproco e sulla condivisione di principi tesi al recupero totale delle potenzialità della persona tossicodipendente, potremo tracciare un percorso virtuoso che ci porterà ad avere una piattaforma di intervento condivisa”.
 

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Su una specifica sezione del sito di Dronet (Portale Nazionale sulle Tossicodipendenze) sono stati pubblicati gli atti, relativi ai numerosi interventi che si sono occupati di diverse tematiche in relazione alle sostanze psicotrope.
 
Noi di PuntoSicuro abbiamo fatto una cernita di quelli che possono interessare i nostri lettori, con particolare riferimento alla sicurezza lavorativa, rimandando ad un prossimo eventuale articolo la segnalazione degli interventi su droghe e sicurezza stradale.
 
In particolare i temi relativi alla sicurezza lavorativa sono stati trattati nella giornata di venerdì 13 nella sessione dal titolo “Drug Test nei lavoratori”, sessione di cui approfondiremo nei prossimi giorni alcuni contenuti.
 
Come si evince dalla sintesi conclusiva della sessione, a cura del dott. Giorgio Di Lauro, nella relazione “Drug Test nei Lavoratori con Mansioni a Rischio: Fattibilità, Problemi, Prospettive” sono state “analizzate le varie procedure diagnostiche per formulare una diagnosi sicura di tossicodipendenza, ponendo maggiormente l’accento sulla problematica dei test di conferma che richiedono una dotazione strumentale complessa e sulla interpretazione dei risultati che richiede una competenza ed esperienza, da parte dell’esaminatore, tossicologica e medico legale”.
In particolare l’intervento si è soffermato sui “falsi positivi, e sui falsi negativi, ponendo maggiormente l’accento su questi ultimi”.
 
L’intervento “Drug Test dei lavoratori”, del medico del lavoro Luciano Riboldi, si è soffermato invece sul ruolo del medico del lavoro e sul rapporto con i lavoratori che è un rapporto di sostegno ribadendo che la Medicina del Lavoro si è sempre occupata e si occupa “della sicurezza, della tutela e della promozione della salute delle persone al lavoro, fondandosi su competenze ed esperienze preventive, cliniche, riabilitative e medico legali…”.
Secondo il relatore “nel provvedimento vengono delineate nuove funzioni per il medico competente (funzioni di controllo) che appaiono in contrasto con il suo ruolo di riferimento nell'ambito del rapporto personale che ha con imprenditori e aziende e di figura di riferimento e fiducia dei lavoratori”.
In particolare:
- “il medico competente, al quale è affidato il delicato compito di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione finalizzato alla tutela della salute del lavoratore, viene chiamato a intervenire ed eventualmente esprimere giudizi di inidoneità anche per la tutela della incolumità di terzi, materia nuova e ancora giuridicamente non definita;
- le modalità operative previste appaiono molto complesse e finiscono con l'attribuire compiti e responsabilità piuttosto lontani dal ruolo dei professionisti in campo, imponendo un tempo eccessivo dedicato unicamente ad adempimenti formali;
- le procedure prevedono protocolli di non facile attuazione da parte del singolo medico competente, che rendono ardua l'applicazione della normativa soprattutto nelle piccole e medie aziende;
- la norma può trovare applicazione solo nell’ambito del lavoro dipendente o assimilato (soci), mentre non può essere applicata nell’ambito del lavoro autonomo”.
 
L’intervento del Dr. Fabio Pontrandolfi, rappresentante della Confindustria, ribadisce invece che “la Confindustria condivide gli accertamenti sui lavoratori, partendo dalla netta distinzione tra scelte volontarie ed illecite e malattia, professionale o non” e mette in evidenza che “gli accertamenti sono, per i lavoratori adibiti a mansioni a rischio, un onere”.
Tuttavia se il lavoratore vuole essere adibito a quelle mansioni “deve accettare il controllo”.
Un altro punto evidenziato è relativo al fatto “che gli accertamenti non devono incidere negativamente sull’organizzazione aziendale” e che “l’intesa del 2007 e l’accordo del 2008 delineano un quadro fortemente critico per le aziende, perché incidono sui ritmi di lavoro”.
Secondo lui occorre “semplificare sia le procedure sanitarie, sia l’incidenza sul rapporto di lavoro”.
Il rappresentante di Confindustria chiede che in caso di positività possa essere possibile “non procedere all’assunzione , se il controllo era finalizzato all’assunzione, ovvero sospendere il rapporto di lavoro e non l’adozione di mansioni specifiche se il controllo viene effettuato al lavoratore già assunto. Ed infine risolvere il rapporto di lavoro in quanto impossibile adibire il lavoratore ad altre mansioni”.
Richieste che non sono conformi alle attuali disposizioni della legge 309/90.
 
Infine nell’intervento “Drug test nei lavoratori – nodi critici” del Dr. Edoardo Cozzolino si affrontano alcune problematiche e ambiguità di questa materia.
Ad esempio si ricorda che se “l’accordo Stato Regioni sottolinea nelle premesse la necessità di estendere le cautele anche agli stati di uso e abuso non configurabili come tossicodipendenza”, lo stesso accordo “nelle procedure diagnostico-accertative di II° livello parla solo di tossicodipendenza (punti 2 e 3)”.
Anche in riferimento ad altri punti normativi vi sono dunque diverse ambiguità  che rendono “incerta la comprensione dell’effettivo oggetto dell’accertamento e delle procedure diagnostiche (uso, abuso, tossicodipendenza)”.
Secondo il relatore “si rende necessaria una riscrittura degli articoli 124 e 125” del D.P.R. 309/90, in modo tale che  “vengano riattualizzati rispetto al fenomeno per come si configura oggi, essendo lo scenario dei consumi, abusi e dipendenze patologiche è profondamente diverso da quello esistente nella seconda metà degli anni ’80”.
 
Gli atti della conferenza relativi alla sicurezza dei lavoratori:
 
- “Drug test nei lavoratori – nodi critici”, del Dr. Edoardo Cozzolino (Regione Lombardia, Direttore Ser.T. 1 Asl di Milano) (formato PDF, 76 kB);
 
- “Il drug test per i lavoratori”, del Dr. Fabio Pontrandolfi (Confindustria) (formato PDF, 34 kB);
 
- “Drug Test dei lavoratori”, di Luciano Riboldi (Clinica del Lavoro "Luigi Devoto”, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena MILANO, Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale) (formato PDF, 334 kB);
 
- “Drug Test nei Lavoratori con Mansioni a Rischio: Fattibilità, Problemi, Prospettive”, Franco Tagliaro & Federica Bortolotti (Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Medicina Legale, Università di Verona) (formato PDF, 138 kB);
 
- “Sintesi conclusiva della sessione ‘Drug test dei lavoratori’”, del moderatore dott. Giorgio Di Lauro (formato PDF, 17 kB).
 
 
 
Tiziano Menduto



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