La non sicurezza costa più della sicurezza: investire conviene
Brescia, 23 Nov – I dati Inail che presentano periodicamente gli infortuni e le malattie professionali denunciati, al di là delle variazioni e oscillazioni in positivo o in negativo, mostrano un dato evidente. In Italia non riusciamo a mettere in atto strategie di prevenzione in grado di ridurli efficacemente.
Per incidere su questi dati, per aumentare la salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro è necessario che aumentino nelle aziende, piccole e grandi, gli investimenti nella sicurezza.
E perché questi investimenti possano crescere, è necessario che cresca la consapevolezza dei costi della non sicurezza.
Infatti se le aziende conoscono i costi della sicurezza, necessari per essere conformi alla normativa, spesso non si rendono conto dei costi che rischiano di affrontare se non investono adeguatamente in sicurezza. Ad esempio i costi legati alle assenze per malattia dei dipendenti, quelli connessi alle sostituzioni di lavoratori infortunati, quelli derivanti dalla mancata produzione o gli oneri dovuti a sanzioni penali e costi assicurativi.
Solo se si è consapevoli di tutti questi costi, si può comprendere che investire in sicurezza conviene.
Per approfondire questo tema ci soffermiamo oggi sull’intervento conclusivo dell’evento "Chi non si (in)forma è perduto" che si è tenuto il 20 ottobre 2023 a Brescia.
Nell’intervento “La non sicurezza costa più della sicurezza: investire nella formazione per il successo e il benessere aziendale", a cura di Luigi Matteo Meroni (CEO di Mega Italia Media), non solo si sottolinea l'importanza strategica della formazione, come elemento cardine per il successo a lungo termine degli individui e delle aziende, ma si segnalano i costi della non sicurezza e si rimarca l’importanza di investire in sicurezza.
La presentazione dell’intervento si sofferma sui seguenti argomenti:
- I costi della non sicurezza e l’investimento pragmatico
- I costi della non sicurezza e il video dell’intervento
I costi della non sicurezza e l’investimento pragmatico
Nell’intervento che vi invitiamo a visionare si evidenzia che investire nella sicurezza sul lavoro non è solo un imperativo etico, ma un investimento pragmatico nel successo a lungo termine delle aziende.
Infatti, la sicurezza non dovrebbe essere vista come un costo, ma come un investimento che protegge i lavoratori e migliora la salute economica delle imprese.
Ma quali sono i costi della non sicurezza?
Come ricordato anche nell’articolo “ È possibile risparmiare investendo di più e meglio nella sicurezza?”, molti studi dimostrano che i costi globali della non sicurezza sono molto alti. In Italia ammontano al 3,5% del PIL, pari a ben 45 miliardi di euro. E se dividiamo 45 miliardi di euro per il numero degli infortuni sul lavoro si ottiene un costo globale per infortunio pari a circa 64.000 euro. Costo che tra l’altro non considera tutta una serie di fattori intangibili.
Malgrado queste cifre, ciò che sorprende - continua l’intervento - è come questi costi vengano spesso sottovalutati invece di essere considerati una priorità.
Come sottolineato poi anche dalla ‘ Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati’ i costi della non sicurezza sono articolabili in costi diretti (per le aziende sono, ad esempio, le assenze per malattia, i risarcimenti, le spese mediche, i costi amministrativi, …), in costi indiretti (ad esempio la perdita di produttività, i costi per formare nuove persone, …) e costi intangibili, ad esempio i costi reputazionali, come l'impatto negativo sull'immagine dell'azienda in seguito a incidenti o violazioni della sicurezza. Senza dimenticare i costi assicurativi legati alla gestione degli infortuni sul lavoro.
I costi della non sicurezza e il video dell’intervento
L’intervento indica che una volta identificati questi costi e valutato il rapporto costi/benefici, è possibile sviluppare una strategia di investimento sulla sicurezza sul lavoro.
Una strategia di investimento che, ad esempio, comprenda corsi di formazione specifici per i dipendenti, l'acquisizione di attrezzature e dispositivi di sicurezza adeguati, nonché l'implementazione di procedure e politiche aziendali per promuovere una efficace cultura della sicurezza nel proprio ambiente di lavoro. E la formazione sulla sicurezza sul lavoro deve coinvolgere tutti i livelli dell'organizzazione, dai dirigenti ai dipendenti.
Infatti, la formazione, anche in considerazione dei tanti infortuni lavorativi dovuti a comportamenti e procedure errate, è uno degli investimenti più importanti per ridurre i dati infortunistici ed evitare i costi della non sicurezza.
Investire nella formazione sulla sicurezza dei lavoratori significa investire nel futuro delle aziende.
Diamo ai nostri lettori la possibilità di ascoltare integralmente l’intervento “La non sicurezza costa più della sicurezza: investire nella formazione per il successo e il benessere aziendale" che riporta molte altre informazioni sui costi della non sicurezza e sui vantaggi di un adeguato investimento in sicurezza per le aziende, con particolare riferimento alla formazione.
Concludiamo rimandando ad altri nostri articoli di approfondimento sui costi della non sicurezza:
- D.Lgs. 81: i costi della non sicurezza
- Come risparmiare conoscendo i costi della non sicurezza
- Un software gratuito per calcolare i costi della non sicurezza
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