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Traffico e costi occulti
In un articolo recentemente pubblicato su “Il Sole 24 Ore” vengono messi in luce i “costi occulti” dovuti alla congestione del traffico nei centri urbani europei, in particolare perdita di tempo, usura dei mezzi e danni alla salute dovuti all’inquinamento.
Le zone a traffico limitato in alcune realtà (quale ad esempio Roma) non vengono rispettate e sono “invase” da automobilisti senza permesso.
Una possibile soluzione è quella di introdurre un pedaggio di ingresso, da investire poi per rendere più efficiente la rete di trasporti pubblici e nelle misure antinquinamento, come avviene ad esempio a Londra.
Una soluzione non apprezzata da molti… forse anche perché dovrebbe essere affiancata da interventi consistenti nel potenziamento e nella gestione dei mezzi pubblici di trasporto e dei parcheggi di scambio.
L’articolo si sofferma poi su un sistema di pedaggio, che dovrebbe essere applicato in Gran Bretagna nel prossimo decennio.
Ogni veicolo dovrebbe essere equipaggiato di un sistema satellitare che “segue” il tragitto dell’auto, “addebitando un pedaggio di congestione, rapportato ai chilometri e al tipo di strada percorsi.”
Secondo uno studio inglese, introducendo pedaggi differenziati città e campagna, la congestione verrebbe ridotta del 44%, senza accrescere l'onere fiscale globale sugli automobilisti; infatti si ridurrebbero i prelievi sui carburanti e di circolazione.
Una soluzione che, come è evidente, crea perplessità, soprattutto in merito alla tutela della privacy degli automobilisti.
Una sola riflessione: oltre ad investire più risorse in una rete di trasporti pubblici più efficienti, non sarebbe opportuno destinare fondi alla informazione, promovendo campagne per un uso più consapevole degli automezzi privati e per il rispetto delle zone a traffico limitato?
La sicurezza, come ben si sa, è anche un fatto di cultura…
Le zone a traffico limitato in alcune realtà (quale ad esempio Roma) non vengono rispettate e sono “invase” da automobilisti senza permesso.
Una possibile soluzione è quella di introdurre un pedaggio di ingresso, da investire poi per rendere più efficiente la rete di trasporti pubblici e nelle misure antinquinamento, come avviene ad esempio a Londra.
Una soluzione non apprezzata da molti… forse anche perché dovrebbe essere affiancata da interventi consistenti nel potenziamento e nella gestione dei mezzi pubblici di trasporto e dei parcheggi di scambio.
L’articolo si sofferma poi su un sistema di pedaggio, che dovrebbe essere applicato in Gran Bretagna nel prossimo decennio.
Ogni veicolo dovrebbe essere equipaggiato di un sistema satellitare che “segue” il tragitto dell’auto, “addebitando un pedaggio di congestione, rapportato ai chilometri e al tipo di strada percorsi.”
Secondo uno studio inglese, introducendo pedaggi differenziati città e campagna, la congestione verrebbe ridotta del 44%, senza accrescere l'onere fiscale globale sugli automobilisti; infatti si ridurrebbero i prelievi sui carburanti e di circolazione.
Una soluzione che, come è evidente, crea perplessità, soprattutto in merito alla tutela della privacy degli automobilisti.
Una sola riflessione: oltre ad investire più risorse in una rete di trasporti pubblici più efficienti, non sarebbe opportuno destinare fondi alla informazione, promovendo campagne per un uso più consapevole degli automezzi privati e per il rispetto delle zone a traffico limitato?
La sicurezza, come ben si sa, è anche un fatto di cultura…
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