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Prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

18/09/2007

Uno strumento per approntare il piano di monitoraggio e controllo previsto dal procedimento di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

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Per supportare le aziende soggette all’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), uno specifico gruppo di lavoro delle Agenzie Ambientali ha realizzato una pubblicazione che mira a definire un modello di riferimento comune per la stesura del piano di monitoraggio e controllo che è parte dell’ A.I.A.
Nelle intenzioni degli autori, il documento è un utile riferimento "per il gestore che dovrà approntare il piano ed allegarlo alla domanda di AIA e per l’autorità competente che dovrà valutare il piano, approvarlo e farne parte integrante dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.”
Il documento delinea un indice di contenuti minimi che dovrebbero far parte di un buon piano di monitoraggio e controllo.
 
La Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A) è prevista dalla Direttiva 96/61/CE, conosciuta come “Direttiva IPPC” (Integrated Pollution Prevention and Control), recepita in Italia  con il D.Lgs 372/99, il quale ha introdotto nell’ordinamento nazionale l’A.I.A. limitatamente agli impianti industriali esistenti.
In seguito il decreto viene parzialmente abrogato dal D.Lgs 59/05 che estende il campo di applicazione dell’AIA agli impianti nuovi ed alle modifiche sostanziali apportate agli impianti esistenti (Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22 aprile 2005).
Parziali modifiche al D.Lgs 59/05 sono state introdotte dal D.Lgs. 152/06 noto come Testo Unico Ambientale, in particolare per la parte relativa alle procedure VAS, la VIA su impianti IPPC entrata in vigore il 31/01/2007.
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Con la pubblicazione “IPPC - Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento - Il contenuto minimo del  piano di monitoraggio e controllo”, il sistema della agenzie ambientali ha inteso, “assumersi non solo la responsabilità, […], di partecipare alla definizione dei principi su cui si fonderanno in futuro i controlli ambientali, ma anche quella di contribuire a garantire che l’attuazione di tali principi avvenga in un contesto di comportamenti, per quanto possibili, uniformi nei modi ed omogenei nei contenuti.”
 
“Un buon piano di monitoraggio  - sostengono gli autori - conviene a tutti, all’autorità competente che ha l’interesse di garantire l’osservanza delle prescrizioni autorizzative, al gestore che ha l’interesse di aumentare l’efficacia della produzione riducendo al massimo possibile l’impatto dei controlli sul normale esercizio (tanto in termini di tempo quanto di risorse impegnate) e di poter oggettivamente dimostrare la propria conformità alle prescrizioni, alle agenzie ambientali che hanno l’interesse di effettuare compiutamente il proprio compito istituzionale utilizzando al meglio possibile le risorse, sempre molto ridotte. “
 
In allegato alla proposta di piano di monitoraggio e controllo sono stati riportati alcuni esempi di applicazione del modello proposto ad impianti in esercizio.
“Si tratta, quasi sempre, di impianti “studiati” dai tecnici delle agenzie ambientali– spiegano gli autori - per poter bene esemplificare i concetti illustrati in questo documento e la loro applicazione pratica.
Allo stesso tempo è importante comprendere che non si tratta di impianti effettivamente esistenti quanto piuttosto di “modelli concettuali” che rendono evidenti le principali complessità ambientali tipiche dei settori trattati. “
 
[Aggiornato a febbraio 2007]

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Ultimo aggiornamento in Banca Dati (riservato agli abbonati):

REGIONE UMBRIA LEGGE REGIONALE 30 Maggio 2007 , n. 18 Disciplina dell'apprendistato.

 


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