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Le Regioni ascoltano la sicurezza. Intervista a Rino Pavanello

Rocco Vitale

Autore: Rocco Vitale

Categoria: Ambiente

01/03/2005

La CIIP è stata audita dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni sulla proposta di T.U.. Articolo a cura di Rocco Vitale.

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La CIIP (Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione, cui aderiscono 16 Associazioni scientifiche e professionali e oltre 50.000 tecnici e medici della prevenzione) è stata audita dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni sulla proposta di Testo Unico sulla sicurezza.
La Conferenza aveva rinviato il parere, chiesto in maniera veloce e di mero adempimento burocratico, accogliendo la proposta di consultazioni e audizioni dei soggetti che operano con impegno nel mondo della sicurezza sul lavoro.
Rivolgiamo alcune domande a Rino Pavanello, Vice Presidente CIIP, che ne ha guidato la delegazione.

Quale significato rappresenta il fatto che i Presidenti delle Regioni abbiano indetto delle audizioni in merito al T. U. sulla sicurezza proposto dal governo?

E’ una decisione che fa molto onore ai Presidenti ed è il frutto di una richiesta diffusa sostenuta da migliaia di operatori, medici e tecnici della prevenzione, pubblici e privati.
La consultazione delle parti sociali e delle Associazioni scientifiche e professionali era doverosa prima di assumere decisioni che potrebbero modificare molto la normativa precedente, anche peggiorandola in molti casi.


Perché, allora, non si erano mossi nei mesi precedenti. Quali sono state le iniziative che hanno indotto i Presidenti a sentire il parere degli operatori del settore?

Perché le stesse Regioni hanno potuto conoscere la proposta del Governo solo a fine novembre, con la richiesta di esprimere pare già il 12 gennaio. Quindi le stesse Regioni hanno dovuto “correre” per esaminare un testo molto complesso, con novità rilevanti e con la necessità di “capire” anche le ricadute anche sui poteri/doveri di vigilanza e controllo e prescrizione di competenza delle Regioni e delle ASL.
La richiesta di audizione è stata sostenuta dall’iniziativa “invia una mail” promossa da Ambiente e Lavoro e altre Associazioni CIIP, che ha fatto arrivare migliaia di mail agli indirizzi dei Presidenti delle Regioni.

Secondo te si era in presenza di un’operazione che prevedeva un parere burocratico-formale, previsto dalla legge, delle Regioni sul testo unico affinché il governo potesse andare avanti rapidamente?

Assolutamente si! Altrimenti i tempi brevi sarebbero risultati improponibili anche solo per esaminare due tipi di ricadute: sulle competenze istituzionali delle Regioni e sugli aspetti tecnici di dettaglio: si pensi solo allo “svuotamento” dell’art. 2087 del Codice civile, al ripristinando istituto della diffida, alle norme di buona tecnica affidate a soggetti non terzi.


Allora con questa audizione i Presidenti delle Regioni, confortati anche dai primi pareri del Consiglio di Stato, hanno compreso che il tema della sicurezza sul lavoro riguarda le Regioni in modo serio, continuo e non occasionale.

Speriamolo, per il bene della Prevenzione.
Ma sarebbe utile anche per i rapporti istituzionali tra Stato e Regioni, che sono sanciti dalla Costituzione e devono, perciò, prescindere da chi sia transitoriamente al potere. D’altronde l’attuale Legge sul Federalismo è stata fatta da una maggioranza diversa dall’attuale e tra un mese i cittadini saranno chiamati a eleggere i nuovi Governatori in 14 Regioni.



Quali sono state, in sintesi, le proposte illustrate ai Presidenti? E da chi sono state fatte?

E’ quasi impossibile, poiché sono molte. Proviamoci, in termini esemplificativi e non esaustivi:
Prevenzione: salvaguardare le misure generali e specifiche oggi previste, non autorizzare soggetti non pubblici e non terzi ad approvare norme di buona tecnica, non abrogare (senza sostituire contestualmente) le prescrizioni valide dei DPR 547/55, 303/56, 164/56, ecc.
Valutazione rischi e Documento: mantenere serità ed esaustività, non eliminare il programma attuativo
Prescrizioni specifiche: vanno mantenute tutte quelle previste dalla vigente normativa e dalle Direttive comunitarie
ASL-Regioni-Stato-Enti: il ruolo istituzionale dei singoli soggetti deve essere chiaro e senza sovrapposizioni
Professionalità: l’attuale proposta “de-professionalizza” tutte le figure della prevenzione: medici,RSPP, ASPP, Rls, tecnici, ecc.
Diritti: garantire formazione adeguata e diritto di accesso ai RLS, mantenere il computo dei lavoratori come oggi previsto, ecc.
Sanzionabilità: la “depenalizzazione” è già consentita dall’attuale D.Lgs. 758/94 (certo se si pone fine alla violazione): è quindi inutile, anzi dannoso, derubricare ulteriormente le norme.
Ricorsi contro le prescrizioni senza sospensiva: non deve essere previsto alcun istituto tipo “diffida” che possa consentire la sospensione delle prescrizioni mediante ricorso amministrativo, perché nel frattempo i lavoratori potrebbero subire infortuni anche gravissimi.

Occorre sottolineare che il Consiglio di stato ha emesso un parere con “osservazioni”, che vanno in larga parte in questa direzione.

E come sembra sia stato il loro atteggiamento. Di semplice ricezione oppure hanno voluto approfondimenti e chiesto chiarimenti.

Vi è stata grande e convinta attenzione e abbiamo potuto illustrare gli emendamenti proposti e le motivazioni che li sostengono. Abbiamo, comunque, consegnato un “dossier” con tutte le proposte e le motivazioni, che sono pubblici e pubblicati sui siti delle varie Associazioni della CIIP.
Ricordo che analoga audizione è stata chiesta ed avvenuta anche con il Ministero dell’Welfare, cui CIIP ha analogamente illustrato le motivazioni delle proposte.


Il 3 marzo p.v. si riunisce la Conferenza Stato Regioni per dare un parere sul Testo Unico, cosa si può ancora fare in questi giorni.

Dobbiamo ulteriormente rafforzare la consapevolezza che stiamo chiedendo modifiche di esclusiva valenza scientifica e tecnica, che nulla hanno a che vedere con posizioni di parte, soprattutto in queste settimane che precedono le elezioni regionali.

Noi confidiamo “nella infinita saggezza” dei Presidenti.
Ma, per dimostrare vieppiù l’esclusiva valenza scientifica e tecnica degli emendamenti riproporremo l’invio di una nuova mail al Governo e ai Presidenti delle Regioni; partirà dal tra il 1.o e il 2 marzo per arrivare entro il 3 marzo.

I Presidenti potrebbero anche decidere il rinvio del parere, anche per discutere di tutte conseguenze anche istituzionali, soprattutto dopo il parere del Consiglio di stato.

Successivamente ci saranno i passaggi in Parlamento e al Consiglio di stato.
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