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Denuncia del Codacons sui rischi del fumo (di sigaretta) nei luoghi di lavoro
Sarà stata forse una provocazione politica, come purtroppo sempre più spesso accade nel nostro paese, ma i numeri forniti dal Codacons sui rischi legati al fumo passivo nei luoghi di lavoro e la denuncia del fatto che la totalità dei lavoratori italiani (21.829.000 secondo le fonti Istat citate dal Sig. Ramadori del Codacons) siano a rischio ci pare veramente una denuncia eccessiva.
Il fatto si riferisce alle nuove norme antifumo varate dal Ministro Sirchia e la contestazione sta nel fatto che queste norme siano valide solamente per bar, ristoranti ed esercizi di ristorazione.
Restano fuori, come del resto lo erano nelle precedente normativa, l’industria, il commercio, l’artigianato e le aziende private in genere.
La denuncia del Codacons si basa comunque su dati che paiono alquanto azzardati.
A parte il fatto che il divieto di fumo è imposto in molte realtà produttive a causa del pericolo legato agli incendi o all’utilizzo di macchine o sostanze pericolose e, per motivi sindacali e di buona convivenza, in molte imprese sono predisposte specifiche aree di pausa in cui è consentito fumare.
E’ovvio che, in questi casi, che comprendono anche un’enorme vastità di lavoratori del settore della sanità, sia pubblica che privata, i lavoratori non sono esposti ai rischi del fumo passivo se non per pochi minuti al giorno, all’interno dei locali per la pausa.
La questione rilevante invece è la seguente: cosa si può fare oggi per ottenere il divieto di fumo in azienda? Ai sensi della 626 il datore di lavoro deve mettere in atto tutte le misure idonee per preservare la salute nei luoghi di lavoro e quindi, in base alla sua sensibilità, può certamente imporre il divieto di fumo. Cosa che peraltro accade in molte aziende italiane che non presentano fattori oggettivi (come ad esempio i rischi d’incendio) che impongono il divieto ma che lo fanno per questioni di immagine e buon vivere non essendo obbligate.
La domanda sorge spontanea: cosa impedisce ad un dipendente di una azienda di avanzare una amichevole richiesta, magari con suoi colleghi, perché non si fumi in azienda?
In aereo e treno non si fuma, nei bar e ristoranti non si fumerà, in taxi non si fuma, nei negozi, anche per un minimo di educazione, ci si astiene, al cinema e nei teatri non si fuma da anni...
Il fatto si riferisce alle nuove norme antifumo varate dal Ministro Sirchia e la contestazione sta nel fatto che queste norme siano valide solamente per bar, ristoranti ed esercizi di ristorazione.
Restano fuori, come del resto lo erano nelle precedente normativa, l’industria, il commercio, l’artigianato e le aziende private in genere.
La denuncia del Codacons si basa comunque su dati che paiono alquanto azzardati.
A parte il fatto che il divieto di fumo è imposto in molte realtà produttive a causa del pericolo legato agli incendi o all’utilizzo di macchine o sostanze pericolose e, per motivi sindacali e di buona convivenza, in molte imprese sono predisposte specifiche aree di pausa in cui è consentito fumare.
E’ovvio che, in questi casi, che comprendono anche un’enorme vastità di lavoratori del settore della sanità, sia pubblica che privata, i lavoratori non sono esposti ai rischi del fumo passivo se non per pochi minuti al giorno, all’interno dei locali per la pausa.
La questione rilevante invece è la seguente: cosa si può fare oggi per ottenere il divieto di fumo in azienda? Ai sensi della 626 il datore di lavoro deve mettere in atto tutte le misure idonee per preservare la salute nei luoghi di lavoro e quindi, in base alla sua sensibilità, può certamente imporre il divieto di fumo. Cosa che peraltro accade in molte aziende italiane che non presentano fattori oggettivi (come ad esempio i rischi d’incendio) che impongono il divieto ma che lo fanno per questioni di immagine e buon vivere non essendo obbligate.
La domanda sorge spontanea: cosa impedisce ad un dipendente di una azienda di avanzare una amichevole richiesta, magari con suoi colleghi, perché non si fumi in azienda?
In aereo e treno non si fuma, nei bar e ristoranti non si fumerà, in taxi non si fuma, nei negozi, anche per un minimo di educazione, ci si astiene, al cinema e nei teatri non si fuma da anni...
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Rispondi Autore: orlandi simone - likes: 0 | 01/04/2014 (17:55:51) |
io ho smesso di fumare per problemi respiratori e in tanto fumo quella eletronica ma sul posto di lavoro più della metà fumano e io non supporto il fumo passivo ....cosa devo fare |