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Dalla ricerca Svizzera: nebbia acida peggiore della pioggia?
Si pensava che la cosiddetta 'pioggia acida' fosse il principale nemico della flora a causa dell'inquinamento dell'aria creato dalle nostre fabbriche, automobili e sistemi di riscaldamento ma, uno studio del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (Fns), condotto dall'università di Berna ha rilevato che anche la nebbia fa la sua parte.
La nebbia contiene infatti più sostanze inquinanti di quanto si pensasse finora e contribuisce alla morte dei boschi e alla contaminazione dei vegetali in genere più di quanto fosse noto.
Due geografi dell'ateneo bernese, Werner Eugster e Reto Burkard, hanno prelevato goccioline di nebbia su una collina sopra Wettingen, nel canton Argovia, per misurarne il contenuto di azoto e zolfo.
I risultati mostrano che la nebbia contiene ''un buon terzo'' della quantità di azoto che penetra in un ecosistema tramite l'acqua presente nell'atmosfera. Finora si ammetteva che contribuisse all'inquinamento soltanto per un sesto. La ricerca ha pure rivelato che le concentrazioni di azoto e zolfo sono nettamente aumentate rispetto ai prelievi effettuati negli anni '80, nonostante le leggi e le misure adottate per ridurre drasticamente alla fonte le emissioni di queste sostanze inquinanti.
Un fatto curioso è che si parla di nebbia rammenta - l'Fns - quando la visibilità è inferiore ai mille metri.
La soluzione? E'semplice: utilizzare meno l'automobile e, per la parte dei costruttori, cominciare a mettere sul mercato i motori elettrici e ad idrogeno a dei prezzi abbordabili dalla gran parte dei cittadini. Tanto ormai, con l'ingolfamento del traffico a cui ci stiamo assuefacendo, le prestazioni automobilistiche sono una chimera che sta interessando sempre meno.
La consapevolezza di respirare tutti un'aria migliore e di rivedere gli alberi rigogliosi non vale forse un'accellerata di meno o qualche minuto in più per andare al lavoro?
La nebbia contiene infatti più sostanze inquinanti di quanto si pensasse finora e contribuisce alla morte dei boschi e alla contaminazione dei vegetali in genere più di quanto fosse noto.
Due geografi dell'ateneo bernese, Werner Eugster e Reto Burkard, hanno prelevato goccioline di nebbia su una collina sopra Wettingen, nel canton Argovia, per misurarne il contenuto di azoto e zolfo.
I risultati mostrano che la nebbia contiene ''un buon terzo'' della quantità di azoto che penetra in un ecosistema tramite l'acqua presente nell'atmosfera. Finora si ammetteva che contribuisse all'inquinamento soltanto per un sesto. La ricerca ha pure rivelato che le concentrazioni di azoto e zolfo sono nettamente aumentate rispetto ai prelievi effettuati negli anni '80, nonostante le leggi e le misure adottate per ridurre drasticamente alla fonte le emissioni di queste sostanze inquinanti.
Un fatto curioso è che si parla di nebbia rammenta - l'Fns - quando la visibilità è inferiore ai mille metri.
La soluzione? E'semplice: utilizzare meno l'automobile e, per la parte dei costruttori, cominciare a mettere sul mercato i motori elettrici e ad idrogeno a dei prezzi abbordabili dalla gran parte dei cittadini. Tanto ormai, con l'ingolfamento del traffico a cui ci stiamo assuefacendo, le prestazioni automobilistiche sono una chimera che sta interessando sempre meno.
La consapevolezza di respirare tutti un'aria migliore e di rivedere gli alberi rigogliosi non vale forse un'accellerata di meno o qualche minuto in più per andare al lavoro?
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