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Ambiente e economia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

10/11/2006

Illustri economisti hanno firmato un documento del WWF in cui chiedono un forte meccanismo di Emission Trading.

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E’ stato consegnato ieri alla Commissione europea un documento firmato da oltre 50 economisti europei in cui si chiede un forte meccanismo di Emission Trading (ETS) indicandolo come lo strumento più efficace per ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) e per affrontare il cambiamento climatico.

L’ETS è il primo sistema commerciale internazionale per le emissioni del CO2 nel mondo, coinvolge circa 11.400 tra centrali elettriche e siti di industria pesante responsabili della metà delle emissioni del CO2 europee.

“I costi previsti per contrastare i cambiamenti climatici sono sovrastimati. In realtà sono di gran lunga inferiori ai costi derivanti dagli impatti provocati dal cambiamento come inondazioni, siccità o nuove infrastrutture necessarie a fronteggiarli - ha commentato il dr. Ottmar Edenhofer, uno degli economisti che hanno firmato l’appello– Se agiremo nell’immediato potremo contenere i costi dell’inquinamento climatico con effetti positivi sulle economie europee. L’ETS della UE ha un ruolo fondamentale ma è necessaria una semplificazione ed armonizzazione per ridurre le distorsioni competitive create dalla pratica corrente secondo cui ciascuno Stato Membro è libero di concedere “bonus” di emissioni secondo criteri diversi”.

Nel documento si sostiene che  l’Emission trading offre alle industrie la flessibilità massima al minor costo per tagliare le emissioni di gas serra e fornisce un forte incentivo per investire in tecnologie ‘’pulite’’. Tuttavia, per mettere in funzione il sistema in modo efficace è essenziale che la CO2 venga quotata sul mercato ad un prezzo significativo.

Secondo il WWF, i dati pubblicati quest'anno dall’Unione Europea dimostrano “che i governi europei hanno assegnato troppe quote di emissione nella prima fase del piano (2005-2007). Tale politica ha comportato un crollo dei prezzi. Nella seconda fase del Piano (2008-2012), […], il rischio è che limiti poco rigidi sulle emissioni del CO2, accoppiati con le regole estremamente generose nell’utilizzo di crediti importati, minaccino di insidiare l’efficacia del sistema ETS.”

“L’Italia – prosegue il WWF - è il terzo paese europeo maggiormente responsabile delle emissioni di CO2 e quello più lontano dal target di Kyoto. Nonostante un buon piano di assegnazione presentato alla consultazione nello scorso luglio, il documento non è mai stato sottoposto alla Commissione Europea, e le notizie che trapelano sono nel segno di un suo progressivo peggioramento in termini di efficacia economica ed ambientale rispetto alla bozza originaria”.

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