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Mari del mondo a rischio petrolio

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

22/11/2002

Secondo il WWF, il 60% delle circa 9 mila petroliere in servizio ha oltre 17 anni di attivita', percentuale che sale al 90% per le superpetroliere.

In seguito al naufragio della petroliera "Prestige" al largo delle coste portoghesi, vecchia di 26 anni e battente bandiera di comodo, il WWF Italia ha richiamato l'attenzione della comunità politica europea sulle possibilità che già ora esistono per fermare il traffico delle "carrette del mare".

"Dare subito attuazione all'accordo volontario, forse il piu avanzato non ancora attuato, siglato oltre un anno fa grazie alla spinta delle associazioni ambientaliste, che impegna armatori e utilizzatori a bandire le carrette del mare dalle nostre coste.
L'accordo e' finalizzato proprio al "conseguimento di piu elevati standard di sicurezza ambientale in materia di trasporti marittimi di sostanze pericolose", e contiene, tra l'altro, norme per l'eliminazione delle navi pre-Marpol entro il 2003, la prevenzione dell'inquinamento e disposizioni specifiche per il transito attraverso le bocche di bonifacio e nella laguna di Venezia.
"L'Italia dovrebbe seguire con attenzione il problema della sicurezza dei trasporti di sostanze pericolose in mare - ha dichiarato Fulco Pratesi , presidente del WWF italia - ogni anno entrano nei porti italiani circa 179 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi e ne escono almeno 47 milioni di tonnellate. Ci chiediamo perchè il ministro dell'ambiente Matteoli abbia sottovalutato il mare.
E' giunta l'ora di tirare fuori dai cassetti l'accordo volontario, chiuso dal giugno del 2001, sottoscritto proprio tra i ministeri dell'ambiente e dei trasporti insieme a Confindustria, sindacati, Assoporti, WWF e Legambiente. Speriamo che il disastro della prestige risvegli le coscienze e 'sblocchi' un documento che per la prima volta concilia gli interessi di istituzioni, imprenditoria, sindacati e, soprattutto, associazioni ambientaliste" il WWF ricorda che su una flotta mondiale di circa 9 mila petroliere, solo 1500 circa hanno il doppio scafo, il 60% delle petroliere che navigano gli oceani del pianeta ha oltre 17-18 anni di attività, percentuale che sale al 90% nel caso delle superpetroliere. Se si considera che superati i 20 anni di navigazione le petroliere sono ritenute a rischio sicurezza secondo gli standard internazionali, si capisce che stiamo giocando ogni giorno alla roulette russa.
Per questo il WWF avanza 6 richieste alla Commissaria ai trasporti della Comunità europea Loyola de Palacio. Si tratta di azioni che la commissaria puo intraprendere da subito, oltre all'odierno richiamo sull'applicazione rapida dei pacchetti di misure Erika 1 e 2 contro le carrette del mare prima della scadenza prevista nel 2003-2004.
Anticipare al 2003 e non al 2005, come adesso previsto, il divieto di navigazione delle navi pre-Marpol (costruite prima del 1982); chiedere che il fondo internazionale di compensazione per l'inquinamento da idrocarburi (IOPCF) preveda la risarcibilita del danno ambientale marino, oggi non prevista; chiedere che tutti i paesi europei ratifichino subito la convenzione internazionale "bunker oil" (Londra 23 marzo 2001) sulla "responsabilità civile e il risarcimento dei danni derivanti da inquinamento da carburanti delle navi"; compiere una verifica su tutti i paesi costieri dell'unione sulla corretta applicazione delle procedure di controllo del traffico marittimo, in particolare di idrocarburi e di sostanze nocive e pericolose; procedere ad una severa indagine sulle società di classificazione delle navi, che consentono l'operativita delle navi vicine o oltre il "limite di età"; verificare se sia stata realmente compilata da tutti i singoli stati e comunicata a tutti gli altri la "lista nera" delle navi che presentino rischi potenziali per la sicurezza della navigazione, prevista dalla normativa europea."



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