Il riutilizzo delle acque reflue urbane da impianti di depurazione urbani
Il Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente ha pubblicato il documento "Il riutilizzo delle acque reflue urbane da impianti di depurazione urbani: ricognizione sui controlli e quadro conoscitivo nazionale" finalizzato ad illustrare il quadro di riferimento della normativa comunitaria e nazionale in materia di riutilizzo delle acque reflue urbane.
Premessa
L’assenza di piogge che possano reintegrare sufficientemente gli invasi o attenuare il prosciugamento nel tempo di importanti corsi d’acqua, la siccità estrema che di recente ha indotto un’importante emergenza idrica, in Europa e in Italia, sono le situazioni che ancora una volta hanno richiamato l’attenzione sull’acqua, come bene naturale non perennemente reperibile. Di qui l’esigenza di riconsiderare il recupero ed il riutilizzo delle acque reflue come una “risorsa idrica alternativa” da impiegare opportunamente a seguito di avanzati processi di trattamento, in particolare le acque reflue urbane derivanti da impianti di depurazione pubblici. Il tema già individuato nella normativa europea e nazionale torna preponderante al centro degli interessi del sistema legislativo di settore attualmente in particolare evoluzione, orientato sia al risparmio idrico che alla promozione e regolamentazione, con direttive specifiche, sull’utilizzo sicuro delle acque “affinate”1 nel quadro di una “gestione integrata delle risorse idriche”, nonché di “economia circolare”.
Fino ad oggi, in Italia, il riutilizzo delle acque reflue urbane ha trovato un’applicazione irregolare e solo in alcune Regioni la materia del riutilizzo è stata disciplinata, in particolare lì dove già scarseggia la risorsa idrica per gli usi destinati al consumo umano oppure insistono attività produttive idro-esigenti. Con i controlli disposti e il conseguimento dei requisiti di qualità posti dalla normativa in vigore in materia di riutilizzo si preservano gli obiettivi di tutela ambientale. Il ricorso a risorse idriche alternative soprattutto per uso non potabile, come nell’industria e in particolare nell’agricoltura (con il riuso irriguo), consente di arginare i problemi di approvvigionamento idrico e, in termini di “sostenibilità ambientale”, consente di attuare il passaggio del ciclo delle acque usate da “ciclo aperto” a “ciclo chiuso”, perseguendo gli orientamenti degli indirizzi europei (vedi pure il recente Regolamento UE 2020/741, in vigore dal 26 giugno 2023, che disciplina il riutilizzo irriguo dei reflui urbani).
“Gestione sostenibile delle Risorse idriche”, è stata proprio la denominazione di uno specifico Gruppo di Lavoro (GdL) istituito tra il 2006 e 2007 da parte della Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e dei Servizi Tecnici - APAT (oggi ISPRA), finalizzato ad affrontare la tematica del riutilizzo. Ad esito delle attività di tale GdL è stato redatto il “Rapporto n.80/2008” (Il riutilizzo delle acque e dei fanghi prodotti da impianti di depurazione di reflui urbani: Quadro conoscitivo generale ed aspetti specifici), che ha inteso realizzare una ricognizione nazionale sul riutilizzo delle acque reflue depurate, includendo anche il riutilizzo dei fanghi di depurazione. A seguito della pubblicazione di tale documento nel 2008 non vi sono state ulteriori iniziative al riguardo, finalizzate ad un aggiornamento sul tema. Nel 2022, tenuto conto del contesto di indiscusso interesse europeo e nazionale sulla materia del riutilizzo dei reflui depurati, si è ritenuto quanto mai opportuno nell’ambito delle attività del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) realizzare una ricognizione dei protocolli operativi, definiti a livello regionale, per il controllo degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane destinati al riutilizzo (impianti di “affinamento”) presenti sul territorio nazionale, ponendo a confronto le differenti modalità di recepimento delle norme nelle regioni italiane e sottolineandone le peculiarità. Particolare attenzione è stata riservata al processo di sviluppo delle norme di settore, con particolare riferimento al riutilizzo in agricoltura.
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Sintesi del documento
Il testo della nuova Direttiva Reflui sottolinea l’importanza del ricorso alla pratica del riutilizzo, stabilendo in particolare che “tutti gli Stati Membri saranno tenuti a promuovere sistematicamente il riutilizzo delle acque trattate da tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane”, specialmente in aree ad elevato stress idrico.
Nel capitolo successivo è illustrato il quadro normativo nazionale, a partire dalla Legge 5 Gennaio 1994, n° 36, con la quale è stata sottolineata l’importanza del risparmio delle risorse idriche, per poi citare il Decreto Legislativo 152/1999, che ha disciplinato la tutela e l’uso sostenibile dell’acqua e il riutilizzo delle acque reflue, per passare quindi al D. Lgs. 152/2006, ossia al Testo Unico Ambientale che demanda a “coloro che gestiscono o utilizzano la risorsa idrica” di incrementare il riciclo e il riutilizzo. Infine, il capitolo si concentra sulla normativa specifica dedicata al riutilizzo, ossia il Decreto Ministeriale 185/2003.
Sono, altresì, discussi nel documento il recente Decreto-Legge 39/2023 (Decreto Siccità), emanato per fronteggiare l’emergenza legata ai gravi fenomeni siccitosi verificatisi nel 2022, che dedica una parte importante al riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, nonché il Decreto Presidente della Repubblica (D.P.R.), di prossima pubblicazione, che regolamenta non solo il riutilizzo in agricoltura ma anche il riutilizzo civile, industriale ed ambientale. Inoltre, sono illustrati i provvedimenti legislativi adottati a livello regionale che regolamentano il riutilizzo a livello locale, i protocolli operativi per la pianificazione degli impianti di depurazione, i cui effluenti sono destinati al riutilizzo, le modalità di riutilizzo delle acque reflue urbane praticate e i protocolli di controllo sia sulle acque reflue recuperate sia sui suoli dove avviene il riutilizzo.
Segue, quindi, un’analisi dello status tecnologico attuale degli impianti di depurazione, al fine di conoscere la potenzialità per il riutilizzo a livello nazionale. Una specifica sezione, infine, è stata dedicata ad una rassegna di casi studio di riutilizzo in Italia.
SOMMARIO
CAPITOLO 2: EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA SUL RIUTILIZZO NELL’UNIONE EUROPEA
CAPITOLO 3: EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA SUL RIUTILIZZO IN ITALIA
CAPITOLO 4: APPLICAZIONE DEL RIUTILIZZO DI ACQUE REFLUE URBANE IN ITALIA
CAPITOLO 5: CASI STUDIO SUL RIUTILIZZO DEI REFLUI URBANI IN ITALIA
CAPITOLO 6: CONCLUSIONI
Il riutilizzo delle acque reflue urbane da impianti di depurazione urbani: ricognizione sui controlli e quadro conoscitivo nazionale (pdf)
Fonte: SNPA
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