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Il piano di emergenza e le procedure in caso di incendio

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Gestione emergenza ed evacuazione

25/01/2012

La gestione delle emergenze con particolare riferimento alle caratteristiche di un piano di emergenza e alle modalità di evacuazione. Le procedure da adottare quando si scopre un incendio e in caso di allarme.

Padova, 25 Gen – Con riferimento a quanto accaduto il 13 gennaio sulla Costa Concordia, abbiamo sottolineato come un’adeguata gestione delle emergenze sia decisiva per prevenire o ridurre la gravità degli incidenti e dei danni alla salute di passeggeri e lavoratori di una nave.
Per approfondire questo tema PuntoSicuro ha iniziato la presentazione di un intervento dal titolo “ Comportamenti in situazioni di emergenza tratto dal seminario "Sicurezza nell'emergenza - Il comportamento in situazioni di emergenza incendio: formazione e interventi per garantire reazioni appropriate", seminario organizzato da Confindustria Padova e AIF Veneto che si è tenuto il 14 ottobre 2011.
 
L’intervento, a cura di Loris Munaro (ingegnere e comandante provinciale dei vigili del fuoco di Venezia), dopo aver sottolineato l’importanza dello studio del comportamento umano in caso di incendio presenta le caratteristiche di un piano di emergenza.
 
Se lo scopo dei piani di emergenza è quello di “consentire la migliore gestione possibile degli scenari incidentali ipotizzati, determinando una o più sequenze di azioni che sono ritenute le più idonee per avere i risultati che ci si prefigge al fine di controllare le conseguenze di un incidente”, i vari obiettivi che si prefigge sono:
- “quello di identificare con maggiore precisione gli incidenti che possono verificarsi nell’attività lavorativa;
- raccogliere in un documento organico e ben strutturato quelle informazioni che non è possibile ottenere facilmente durante l’emergenza;
- fornire una serie di linee-guida comportamentali e procedurali;
- disporre di uno strumento per sperimentare la simulazione dell’emergenza e promuovere organicamente l’attività di addestramento aziendale”.
 
Lastruttura di un piano di emergenza “varia molto a seconda del tipo di attività, del tipo di azienda, della sua conformazione, del numero di dipendenti e dipende da una serie di parametri talmente diversificati che impediscono la creazione di un solo modello standard valido per tutti i casi”.


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Riguardo alle procedure queste sono alcune indicazioni riportate durante l’intervento:
- la “pre-pianificazione è definibile come un documento scritto che risulta dalla raccolta di informazioni sia generali che dettagliate pronte per essere usate dal personale dell’azienda e dagli enti di soccorso pubblico per determinare il tipo di risposta per incidenti ragionevolmente prevedibili;
- “le procedure sono la rappresentazione, in genere schematica, delle linee-guida comportamentali ed operative;
- le Procedure Operative Standard forniscono un valido insieme di direttive tramite le quali il personale può operare efficacemente, efficientemente e con maggiore sicurezza;
- in mancanza di appropriate procedure un incidente diventa caotico, causando confusione ed incomprensione ed aumentando il rischio di infortuni”.
 
Ilcontenuto del piano di emergenza deve soffermarsi in modo particolare “su alcune persone/gruppi – chiave come gli addetti al reparto, al processo di lavorazione, ecc., dei quali il piano deve descrivere il comportamento, le azioni da intraprendere e quelle da non fare”.
 
Ricordando che le azioni previste nel piano di emergenza devono assolutamente essere correlate alla effettiva capacità delle persone di svolgere determinate operazioni, vediamo
i fattori da tenere presenti nella redazione del piano di emergenza:
- “le caratteristiche dei luoghi con particolare riferimento alle vie di esodo;
- il sistema di rilevazione e di allarme incendio;
- il numero delle persone presenti e la loro ubicazione;
- i lavoratori esposti a rischi particolari;
- il numero di addetti all’attuazione e al controllo del piano nonché all’assistenza per l’evacuazione;
- il livello di informazione e formazione fornito ai lavoratori”.
E la mancata predisposizione del piano di emergenza è considerata, secondo quanto previsto dall’allegato I del Decreto legislativo 81/2008, violazione grave ai fini della valutazione della sospensione dell’attività imprenditoriale.
 
Riguardo poi al passaggio dalla valutazione del rischio all’adozione delle misure necessarie per la gestione dell’emergenze, si ricorda che il piano di emergenza interno “non deve in alcun modo essere concepito come il documento che fornisce unicamente le indicazioni per attuare le procedure di evacuazione in caso di incendio”. Tale  piano è invece “la chiusura logica del documento di valutazione dei rischi e dell’adozione di misure di prevenzione e protezione dei lavoratori, sulla base di quanto è indicato dalle disposizioni normative in materia di sicurezza sul lavoro”.
 
L’intervento si sofferma anche sulle procedure da adottare quando si scopre un incendio:
- “comportarsi secondo le procedure pre-stabilite;
- se si tratta di un principio di incendio valutare la situazione determinando se esiste la possibilità di estinguere immediatamente l’incendio con i mezzi a portata di mano;
- non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezzi portatili se non si è sicuri di riuscirvi;
- dare immediatamente l’allarme al 115;
- intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc.;
- limitare la propagazione del fumo e dell’incendio chiudendo le porte di accesso/compartimenti;
- iniziare l’opera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura alle proprie spalle e con l’assistenza di altre persone;
- accertarsi che l’edificio venga evacuato;
- se non si riesce a mettere sotto controllo l’incendio in breve tempo, portarsi all’esterno dell’edificio e dare le adeguate indicazioni alle squadre dei Vigili del Fuoco”.
 
Ein caso di allarme:
- “mantenere la calma (la conoscenza approfondita delle procedure aiuta molto in questo senso, così come l’addestramento periodico che aiuta a prendere confidenza con le operazioni da intraprendere);
- attenersi scrupolosamente a quanto previsto nei piani di emergenza;
- evitare di trasmettere il panico ad altre persone;
- prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, se avete la garanzia di riuscire nell’intento;
- allontanarsi immediatamente, secondo procedure (ad esempio in un’azienda può essere necessario mettere in sicurezza gli impianti di processo;
- non rientrare nell’edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità”.
 
Riguardo alle modalità di evacuazione, il piano di evacuazione è in pratica un “piano nel piano” che “esplicita con gli opportuni dettagli tutte le misure adottate (in fase preventiva e di progetto) e tutti i comportamenti da attuare (in fase di emergenza) per garantire la completa evacuazione dell’edificio/struttura da parte di tutti i presenti. Siano essi gli stessi titolari, i dipendenti, i clienti, i visitatori ecc”.
E non è forse del tutto superfluo “ricordare che la predisposizione del piano di evacuazione va effettuata prevedendo di far uscire dal fabbricato tutti gli occupanti utilizzando le normali vie di esodo, senza pensare di impiegare soluzioni ‘personalizzate’ tanto ingegnose quanto rocambolesche”.
 
Concludiamo ricordando che una buona gestione dell’emergenza “inizia con la corretta attivazione delle squadre di soccorso. Pertanto è bene che, dopo aver individuato la figura che è incaricata di diramare l’allarme, venga predisposto un apposito schema con le corrette modalità”.
Ad esempio una richiesta di soccorso deve contenere questi dati:
- “indirizzo dell’azienda e il numero di telefono;
- tipo di emergenza in corso;
- persone coinvolte/feriti;
- reparto coinvolto;
- stadio dell’evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.);
- indicazioni particolari (materiali coinvolti, necessità di fermare i mezzi a distanza, ecc.);
- indicazioni sul percorso”.
   
 
Comportamenti in situazioni di emergenza”, Loris Munaro - Ingegnere, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Venezia e reggente del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Padova, intervento al seminario dal titolo "Sicurezza nell'emergenza - Il comportamento in situazioni di emergenza incendio: formazione e interventi per garantire reazioni appropriate" (file PDF, 2.16 MB).
 
 
Tiziano Menduto
 


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Rispondi Autore: Sergio Morando - likes: 0
25/01/2012 (11:42:03)
I tanti contratti di lavoro precari..non si sa..come evacuare..e neppure sapere cosa fare..in caso di incendio...xchè non si ha nessun corso anti incendio etc. rispondenti alle norme di legge D.Lgs 81/2008 - 626 e molte volte si assunti in contratti precari.. per una mansione..mentre in realtà ne vengono ordinate ben altre ! Pericolose per noi ed gli altri colleghi! Tutto sta scritto "per eventuali..ispezioni..)" per lavori di terra presso i Centri per l'Impiego per lavori di mare presso: gli Uffici Gente di Mare..
Le Ispezioni nei due uffici pubblici se fatte dovrebbero essere fatte contrapposte da più Ispettori e idem presso multinazionali ditte interinali o compagnie di navigazione.. un pessimo fare Italiano che porta sempre ad incidenti e in Italia si preferisce fare le ispezioni..dopo.. ad incidenti avvenuti porterò questo fare con prove ad Udienze al Tribunale di Mondovì con ditte interinali coinvolte e grande multinazionale gru edili auto gru cliente delle interinali PREVENIRE è meglio che curare..e Ispezionare prima.. è dovere! Non solo dopo..
Morando

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