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“Toscana RLS”, n. 1/2011

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

20/12/2011

Disponibile on line il nuovo numero di “Toscana RLS”, periodico rivolto ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, dedicato al rischio stress lavoro correlato e alle malattie professionali.

 
 
Pisa, 20 Dic - Pubblicato il nuovo numero del bollettino “ Toscana RLS”, il periodico rivolto ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, prodotto dalla USL 5 di Pisa con la collaborazione di tutte le USL della Toscana su progetto regionale.
 
L'indice del numero:
Dalla regione: Le malattie professionali: un fenomeno emergente
Dossier: il rischio stress lavoro correlato
Dal territorio: Comunicati dai servizi prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro delle aziende USL Toscana
Lettere
In evidenza: Convegno Mirafiori; E’ finalmente possibile iscriversi via web alla rete regionale dei RLS


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"Revisione della metodologia di valutazione rischio stress lavoro correlato (s.l.c) del gruppo di lavoro della regione toscana alla luce delle indicazioni della commissione consultiva
La circolare ministeriale del 18 novembre 2010 sullo stress lavoro correlato rappresenta la volontà di mantenere i principi tradizionali della prevenzione anche su questo rischio emergente. Allo stesso tempo, essendo il prodotto dell’attività della Commissione Consultiva che vede fra i suoi membri rappresentanze sociali ad interessi diversi, è anche il risultato della mediazione di indicazioni scientifiche rispetto alle differenti posizioni dei vari partecipanti.
 
Le linee di indirizzo della Regione Toscana hanno preso ispirazione dalla cultura della medicina del lavoro sullo stress lavoro correlato tenendo in considerazione anche le indicazioni dell’Accordo Europeo 2004 al quale il Dlgs 81/2008 e s.m.i. fanno riferimento. Il modello tentava un approccio differenziato per le piccole imprese e un approfondimento progressivo in funzione della differente dimensione del rischio.
 
Tentando di combinare i due approcci che vengono proposti per la valutazione dello stress lavoro-correlato, cioè quello oggettivo e soggettivo, le linee di indirizzo della regione toscana hanno utilizzato due modelli che hanno avuto già esperienze applicative in medicina del lavoro: il metodo delle congruenze organizzative di Maggi e il questionario per lo stress realizzato sul modello proposto da Karasek. Il primo è un metodo che negli anni passati è stato utilizzato per lo studio degli infortuni sul lavoro ed è utilizzabile per valutare tutti i tipi di rischio compreso quello legato allo stress. Un altro argomento a favore della scelta di questo metodo è che l’elenco delle malattie professionali per le quali è obbligatoria la denuncia, quando parla del Disturbo dell’Adattamento e del Disturbo Post Traumatico da Stress, fa riferimento al rischio di costrittività organizzative, concetto presente nel modello utilizzato. Il secondo fornisce uno strumento sul quale si sono basati la maggior parte degli studi sul danno da stress lavorativo e fra i questionari è uno dei più facilmente adattabili a vari ambienti di lavoro. Il modello di studio dello stress su cui si basa il questionario di Karasek è aderente a quello richiamato dalla definizione di stress lavoro correlato dell’Accordo Europeo a cui il decreto 81 fa riferimento, si basa infatti sullo squilibrio fra le richieste che vengono fatte al lavoratore e il controllo che ha sulla sua attività. Utilizzando strumenti e metodi con ampio riscontro nella letteratura della prevenzione, le linee di indirizzo, proposte prima della circolare, conservano nei loro elementi fondamentali la loro validità. Necessitano peraltro di alcuni adattamenti per rispondere in maniera adeguata alle indicazioni della circolare.
 
La circolare divide in due fasi la valutazione, una preliminare e una di approfondimento. In questo aspetto conserva il principio dell’approccio graduale alla valutazione. Non è più prevista l’individuazione iniziale della presenza di situazioni di pericoli che potevano produrre stress sulla base della quale si potesse decidere di procedere o meno alla valutazione; questa fase corrispondeva al primo passaggio del metodo toscano.
 
La valutazione preliminare consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili appartenenti alle famiglie degli eventi sentinella, dei fattori di contenuto del lavoro e dei fattori del contesto del lavoro. La circolare fornisce esempi di fattispecie appartenenti a queste famiglie e precisa che per i fattori di contesto e contenuto occorre sentire i lavoratori e/o i RLS/RLST.
La circolare però non ritiene importante questo coinvolgimento per il rilievo degli eventi sentinella, perché in questo caso si fa riferimento a fattori che l’azienda già raccoglie per altri scopi e in ogni caso si tratta di elementi che sono “più oggettivi” e che è possibile verificare.
La valutazione preliminare richiesta dalla Circolare della Commissione Consultiva potrebbe essere, con alcune integrazioni, interpretata adeguatamente dalla fase intermedia della proposta Toscana. Sono compresi strumenti di indagine che occupandosi della Gestione e Organizzazione del Lavoro coprono, seppur considerando gli interventi preventivi effettuati dall’azienda, fattispecie del Contenuto e del Contesto del lavoro richiesti dalla circolare. In questa fase era già previsto il rilievo degli eventi sentinella nel metodo della nostra regione.
 
Il terzo livello del metodo toscano costituiva la valutazione del rischio vera e propria ed utilizzava strumenti che avevano alla base i modelli citati delle congruenze organizzative e di Karasek.
Il gruppo di lavoro per lo stress lavoro correlato della Toscana ritiene che l’applicazione di questi strumenti risponda ai requisiti della norma. Rappresenta inoltre uno dei pochi metodi partecipati che preveda una scomposizione in fasi della attività lavorativa e in cui il giudizio dei soggetti aziendali rappresentativi (datore di lavoro, dirigenti, preposti, RSPP, RLS, lavoratori esperti) viene raccolto in maniera indipendente e poi pesato successivamente con quello degli altri. Proprio per queste caratteristiche il metodo può rappresentare un utile approfondimento delle criticità emerse dalla valutazione preliminare fatta per area omogenea e un aiuto a mirare i piani di intervento nonché il successivo monitoraggio di verifica.
 
Il gruppo di lavoro sullo s.l.c. della Regione Toscana ritiene inoltre che, anche se la circolare non prevede differenze per le aziende fino a 10 lavoratori, dato che fino al giugno 2012 per questa tipologia di aziende è possibile utilizzare l’ autocertificazione, non ci possa essere per lo stress un trattamento diverso. Rimane però per il datore di lavoro l’onere di rendere conto dei criteri adottati per la valutazione e a questo scopo quanto previsto dal metodo toscano in maniera opzionale, come il questionario inglese breve dell’HSE (organo di supporto alla Commissione per la Salute e Sicurezza sul lavoro inglese), dovrà essere adottato sempre prevedendo intervista a dirigenti, intervista a singoli lavoratori, intervista ai lavoratori durante riunioni di gruppo, esame della documentazione aziendale, osservazione diretta (sopralluoghi).
 
Sarà necessario prevedere l’ inserimento di elementi assenti nella valutazione con metodologia HSE: assenze per malattia, turnover, procedimenti e sanzioni, segnalazioni dal medico competente.
Inoltre la parte preliminare del metodo toscano, che prevedeva il rilievo di alcune caratteristiche per includere l’azienda fra quelle a maggior rischio di stress e non più utilizzata come fase discriminante, servirà alle piccole imprese per raccogliere alcune informazioni che la normativa richiede.
 
Esistono in ogni caso alcuni punti che gli RLS possono utilizzare come riferimento per la loro partecipazione alla valutazione del rischio dell’azienda:
• Verificare congruità cronoprogramma con le caratteristiche e dimensioni dell’azienda.
• Verificare il coinvolgimento del medico competente come mediatore del datore di lavoro fase di valutazione soggettiva anche nel caso in cui ci si rivolga a consulente esterno.
• Verificare che la valutazione del rischio s.l.c non sia stata effettuata solo attraverso strumenti “soggettivi”.
• Verificare gli strumenti per la valutazione soggettiva che dovrebbero appartenere a quelli dedicati alla medicina del lavoro e dovrebbero essere strumenti validati da esperienza scientifica.
• Verificare che per gli aspetti di contesto e contenuto siano sentiti i lavoratori e/o i RLS/RLST."
 
 
Rodolfo Buselli
Domenico Sallese
 
 
 

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