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L’Europa mette a punto nuove tecnologie per la protezione dei dati

L’Europa mette a punto nuove tecnologie per la protezione dei dati
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Privacy

20/04/2022

L’Europa periodicamente pubblica un documento che fa il punto sulle ricerche in vari settori. Portiamo l’attenzione dei lettori su questo bollettino, che illustra tecnologie innovative e varie soluzioni per proteggere i dati personali.

Nessuno può negare che l’Europa abbia una posizione di rilievo mondiale nel campo della legislazione in materia di protezione dei dati personali. È quindi da tutto naturale che l’Europa investa cifre significative in ricerche, che permettano di dare attuazione alle disposizioni legislative, mediante lo sviluppo di particolari applicativi e di altre tecniche o tecnologie, che garantiscano elevata protezione dei dati.

 

In questo documento, disponibile in allegato, vengono illustrati ben sette progetti, che si pongono all’avanguardia nelle ricerche sulla protezione dei dati, prestando particolare attenzione a trovare un ragionevole equilibrio tra elevato livello di protezione e costi di attuazione ragionevoli.

Queste ricerche sono particolarmente importanti, in quanto numerose analisi statistiche hanno dimostrato come, soprattutto nel settore delle piccole e medie industrie, i titolari del trattamento non sempre comprendono i loro obblighi ed i rischi cui sono esposti, in caso di violazione dei dati.

Vediamo ora insieme queste nuove sette tecnologie, specialmente dedicate alla protezione dei dati.


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Il progetto SMOOTH è stato sviluppato per mettere a disposizione una soluzione facile da usare ed economica, che consente alle piccole e medie imprese di migliorare le loro tecniche di raccolta e custodia dei dati.

Questa piattaforma consiste in tre strumenti, di tipo assai avanzato, che permettono di analizzare i documenti testuali relativi alla protezione dei dati e verificare, in forma automatizzata, se tali documenti sono allineati con le esigenze poste dalla legislazione vigente.

Questo applicativo mette anche a disposizione un manuale, che offre linee guida, esempi, filmati video e collegamenti a risorse esterne, che aiutano il titolare ad attuare una efficiente ed efficace politica di protezione dei dati.

 

Il progetto PDP4E affronta invece, con una tecnica ingegneristica, le sfide generate dal rispetto dei dettati del regolamento e protezione dei dati. Lo strumento aiuta a identificare prodotti, servizi e sistemi, che proteggono i diritti del cittadino europeo. L’applicativo analizza, ad esempio, i problemi legati a veicoli interconnessi, fino a reti elettriche ed elettroniche intelligenti.

 

Il terzo progetto è intitolato “privacy enhancing Dash board” ed è stato sviluppato per consentire ai cittadini europei di ritornare ad assumere un livello soddisfacente di controllo dei propri dati.

Questo progetto è particolarmente interessante, perché il coordinatore è il direttore generale del ministero dell’economia e finanza dell’Italia, Francesco Paolo Schiavo. Grazie a questo applicativo, all’interessato vengono offerte modalità semplici, trasparenti, intelligibili e rapide per accedere ai propri dati personali. L’interessato così potrà conoscere i dati in possesso del titolare, come vengono utilizzati, come vengono eventualmente trasmessi a soggetti terzi e quasi permette al cittadino di diventare auditor dei propri dati!

 

Assai originale l’acronimo che contraddistingue il quarto progetto: PAPAYA (PlAtform for PrivAcY preserving data Analytics). Questo progetto ha sviluppato una nuova piattaforma, che promette di stabilire un nuovo legame di fiducia reciproca tra il proprietario dei dati ed i soggetti terzi, che questi dati trattano. Si spera così di riuscire a trovare un equilibrio fra l’utilizzo analitico dei dati e il rispetto dei diritti dell’interessato, cui i dati si riferiscono.

Il tema è particolarmente importante, perché è evidente che, per fare una analisi intelligenti dei dati, spesso essi devono essere trasferiti su potenti elaboratori, gestiti da soggetti terzi e talvolta operanti nel cloud, con un incremento significativo dei rischi afferenti ad un trattamento non appropriato di questi dati o ad una perdita dei dati stessi.

 

Si chiama invece “Privacy. US” un progetto che aiuta il titolare del trattamento a mettere sotto controllo le modalità, con cui i dati possono essere messi a disposizione di soggetti terzi.

Come visto in precedenza, il fatto di mettere a disposizione dati a soggetti terzi può portare a perdita dei dati e ad una diminuzione del livello di protezione dei dati stessi.

Il progetto è particolarmente interessante perché analizza anche l’atteggiamento dell’utente, le sue reazioni emotive ed altri elementi, che possono indurlo a decidere se condividere o no i propri dati con altri soggetti, che li richiedono. Tutti sappiamo come una presentazione particolarmente accattivante può indurci a comportamenti, che forse, con un approccio più ragionato, non avremmo assunto.

 

Un altro progetto con un acronimo allucinante, BPR4GDPR, è un aiuto alle piccole e medie industrie, che devono adottare nuovi sistemi automatizzati e vogliono essere certi che tali sistemi rispettino i dettati in materia di protezione dei dati.

 

Infine, l’ultimo progetto tiene sotto controllo le evoluzioni dei servizi del cloud, per ottenere un soddisfacente livello di protezione dei dati, a prova anche di futuri sviluppi ed evoluzioni di queste tecniche.

Che il cloud rappresenti oggi uno strumento sempre più importante, in fase di impostazione di un sistema di archiviazione e trattamento dei dati, è fatto che nessuno discute. Ci si chiede tuttavia se a questo ruolo sempre più importante corrisponde un ruolo di crescente sicurezza dei dati ivi trattati.

Il progetto, chiamato RESTASSURED, è stato provato sul campo nell’ambito della assistenza sociale e dei nuovi progetti assicurativi per auto, chiamati Pay as You Drive, in cui vi è un legame tra il premio pagato ed i km percorsi.

Per effettuare queste prove sperimentali, gli sviluppatori di questo progetto hanno chiesto la collaborazione di volontari, per avere un quadro realistico, nell’ambito del quale verificare le prestazioni di questo applicativo.

 

I lettori che desiderano avere ulteriori notizie su questi progetti, potranno leggere l’intero bollettino allegato, dove, in corrispondenza di ogni progetto, vi è un link che permette di approfondire il tema.

 

Allegato bollettino ricerca (pdf)


 

Adalberto Biasiotti

 

 




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