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Influenza aviaria: le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità

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Parecchi stati dell'Unione Europea si stanno organizzando per ordinare farmaci antivirali per coprire dal 20 al 40% della popolazione. E'quanto emerge da una intervista a Roberto Bertolini, direttore dell'Ufficio regionale europeo dell'OMS.

Il farmaco individuato per essere efficace sull'uomo che ha contratto il virus H5N1 dagli animali si chiama"Tamiflu" (è prodotto dalla ROCHE) ed è disponibile in capsule per uso orale.

L'Italia dispone al momento di 150.000 dosi di farmaco ed il Ministero della Sanità ha annunciato che intende acquistarne 3 milioni di dosi nelle prossime settimane. Il vero rischio è che esploda la pandemia e che le case farmaceutiche non riescano a produrre sufficienti farmaci o vaccini.

Approfondimenti sull'influenza aviaria dallaOrganizzazione Mondiale della Sanità

Questa, ad oggi, è la dichiarazione del Ministero della Salute Francesco Storace sull'argomento: “E’ bene fugare allarmismi. Il Ministero della Salute, con le sue strutture tecniche, sta lavorando con rigore al contrasto di forme di influenza aviaria. Siamo il primo paese dell’Ue ad aver già messo in campo le misure necessarie”.

 

Sempre dall'archivio del sito del Ministero della Salute, ecco la descrizione dell'influenza aviaria, pubblicata nel 2004:

L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce volatili selvatici e domestici che, una volta infettati, eliminano il virus in grandi quantità attraverso le feci e le secrezioni respiratorie; i virus dell'influenza aviaria, di solito non infettano direttamente l'uomo. Il virus può sopravvivere nei tessuti e nelle feci di animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C e più di 30 giorni a 0°C) e può restare vitale indefinitamente in materiale congelato. Al contrario, è sensibile all’azione del calore (almeno 70°C) e viene completamente distrutto durante le procedure di cottura degli alimenti. Al momento, la sua trasmissione è stata dimostrata soltanto da animali infetti all’uomo ed è correlata al contatto stretto con animali vivi infetti e/o con le loro deiezioni, mentre non c'è alcuna evidenza di trasmissione da uomo a uomo, né di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova.

Al fine di impedire l’introduzione della malattia nel territorio comunitario, a seguito dell’insorgenza della medesima in numerosi Paesi asiatici, la Commissione Europea e il Ministero della Salute hanno disposto:
- il divieto di importazione dalla Thailandia di carne di pollame e prodotti derivati (la Thailandia era l’unico Paese, tra quelli interessati dall’epidemia, autorizzato ad esportare carne di pollame verso la Comunità europea)
- il divieto di importazione di uccelli ornamentali e da voliera da tutti i Paesi interessati dall’epidemia. Va inoltre precisato che nessuno dei Paesi asiatici interessato dall’epidemia è stato mai autorizzato ad esportare pollame vivo di interesse zootecnico nell’Unione Europea.

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