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Imparare dagli errori: le conseguenze della mancanza degli ancoraggi

Imparare dagli errori: le conseguenze della mancanza degli ancoraggi
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Ponteggi e opere provvisionali

02/02/2023

Esempi di infortuni di lavoro correlati all’assenza di adeguati ancoraggi durante i lavori in quota. Infortuni in attività di sostituzione del manto di copertura e dell'orditura in legno di un edificio e nei lavori in quota su un palo di telefonia.

Imparare dagli errori: le conseguenze della mancanza degli ancoraggi

Esempi di infortuni di lavoro correlati all’assenza di adeguati ancoraggi durante i lavori in quota. Infortuni in attività di sostituzione del manto di copertura e dell'orditura in legno di un edificio e nei lavori in quota su un palo di telefonia.

Brescia, 2 Feb – Come ricordato nei nostri articoli e come presentato anche nei tanti quaderni tecnici pubblicati dall’Inail in questi anni, gli ancoraggi usati nei lavori in quota sono “sistemi destinati al fissaggio, ad una struttura di supporto, di opere provvisionali, di dispositivi di protezione collettiva e individuale e di attrezzature di lavoro”. E questi sistemi, che vengono impiegati anche nei sistemi di accesso alle coperture, possono intendersi come “l’insieme di tre elementi: la struttura di supporto (materiale base), l’ancorante e l’elemento da fissare”.

 

Risultando, dunque, molto importanti per la prevenzione del rischio di caduta dall’alto, la mancanza di adeguati punti di ancoraggio – come già evidenziato anche in precedenti puntate della rubrica “ Imparare dagli errori” – è spesso tra le cause degli infortuni gravi e mortali connessi alle cadute nei lavori in quota.

 

Torniamo dunque a parlare anche in questa nuova puntata della rubrica, dedicata al racconto degli infortuni professionali e alle indicazioni sugli “errori” commessi, delle conseguenze dell’assenza di adeguati ancoraggi.

 

Come sempre le dinamiche infortunistiche presentate sono tratte dalle schede dell’archivio di  INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.

 

Questi gli argomenti trattati:

  • Gli infortuni in assenza di punti di ancoraggio
  • Gli ancoraggi e la prevenzione: la scelta e la manutenzione


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Gli infortuni in assenza di punti di ancoraggio

Il primo caso riguarda un infortunio in attività di sostituzione del manto di copertura e dell'orditura in legno di un edificio e la sostituzione della lattoneria deteriorata.

Il titolare dell'impresa e un suo operaio salgono sul tetto attraverso una campata del ponteggio appositamente corredato con delle scalette interne, poi si adoperano per completare i parapetti provvisori prefabbricati, in particolare la messa in opera dei correnti nella zona ancora mancante e corrispondente al lato Ovest.

L'operaio posiziona le assi in legno sul guardacorpo e le regge mentre il titolare con un avvitatore le fissa ai montanti.

L'operaio passa al titolare una fodera di legno lunga circa 270 centimetri, dello spessore di 4x8 centimetri. L'operaio si trova a reggere la fodera da un lato, mentre il titolare si trova sull'estremità opposta dell'asse e con l'avvitatore la sta fissando. Per fissare la fodera deve spingere l'avvitatore contro il montante affinché la vite autofilettante penetri nella fodera di legno. Proprio in questo frangente il montante si stacca dalla parete, il titolare perde l'equilibrio e non essendo vincolato ad alcun sistema anticaduta precipita a terra.

I DPI non sono stati utilizzati poiché sulla copertura non erano stati installati punti di ancoraggio o linee vita. Il sistema di ancoraggio adottato per fissare il parapetto provvisorio alla struttura non era adatto.

 

Questi i fattori causali rilevati nella scheda:

  • “sulla copertura non sono stati installati punti di ancoraggio o linee vita”;
  • “il sistema di ancoraggio adottato per fissare il parapetto provvisorio alla struttura non era adatto”. 

 

Il secondo caso è relativo a lavori in quota su un palo di telefonia.

Un lavoratore precipita da un palo di telefonia mobile, da una altezza di circa 30 metri, mentre è intento a smontare delle antenne esistenti che dovevano essere sostituite con delle nuove. Pur avendo imbracatura con fune di trattenuta non si è agganciato alla struttura, in quanto era presente un solo punto di ancoraggio alla base del pennone.

Muore in seguito alle fratture in sedi multiple.

 

I fattori causali rilevati:

  • “mancanza di sufficienti punti di ancoraggio sul pennone”;
  • l'infortunato “pur essendo impossibilitato ad ancorarsi per l’assenza di punti di ancoraggio saliva lo stesso sul palo e si sbilancia per montare l’antenna”.

 

Gli ancoraggi e la prevenzione: la scelta e la manutenzione

Per avere qualche utile indicazione sulla scelta e la manutenzione degli ancoraggi possiamo fare riferimento ad un quaderno tecnico dell’Inail, dal titolo “ Ancoraggi” e a cura di Luca Rossi, Francesca Maria Fabiani e Davide Geoffrey Svampa.

 

Nel documento si ricorda che se la legislazione e le norme tecniche “non prevedono una classificazione degli ancoraggi in base ai requisiti degli stessi”, essi vengono individuati/differenziati “per tipologia”, in base alla destinazione d’uso.

 

Ad esempio possiamo avere:

  1. “Dispositivi di ancoraggio secondo la UNI 11578 o la UNI EN 795
  2. Punti di ancoraggio secondo le UNI EN 516 o UNI EN 517
  3. Ancoraggi per ponteggi secondo le Circolari del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 85/78, 44/90,132/91
  4. Ancoranti metallici/chimici per utilizzo su calcestruzzo secondo le ETAG 001
  5. Ancoraggi non rientranti nei precedenti”.

 

A titolo esemplificativo ci soffermiamo sulla tipologia dei dispositivi di ancoraggio secondo la UNI 11578 (Dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione permanente - Requisiti e metodi di prova) e la UNI EN 795 (Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute - Dispositivi di ancoraggio), ricordando che:

  • i dispositivi di ancoraggio, almeno come intesi nella UNI 11578 o nella UNI EN 795, equivalgono agli “elementi da fissare” e “sono progettati esclusivamente per l’uso con i DPI contro le cadute dall’alto”;
  • la UNI 11578 “riguarda i dispositivi di ancoraggio ‘permanenti’ mentre la UNI EN 795, relativamente al contesto del presente quaderno, quelli ‘non permanenti’. I primi sono prodotti da costruzione i secondi DPI”.

 

Riguardo poi ai sistemi di ancoraggio la scelta dell’ancoraggio da adottare “dipende dai rischi da eliminare e/o ridurre, preventivamente individuati nell’attività di valutazione dei rischi”.

 

Vengono poi fornite anche indicazioni sulla manutenzione dell’ancoraggio che deve essere effettuata da personale qualificato e che prevede:

  • “la verifica dello stato superficiale;
  • la verifica dell’usura;
  • la verifica di deformazioni;
  • la verifica dei danni dovuti alla corrosione;
  • la verifica dello stato della fune;
  • la verifica del tensionamento della fune;
  • la verifica dello stato dei dadi e dei bulloni;
  • la verifica del serraggio dei dadi e dei bulloni;
  • la verifica degli eventuali dissesti dell’insieme ancorante-struttura di supporto;
  • l’ingrassatura di eventuali parti mobili”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale del Quaderno tecnico Inail che riporta molte altre indicazioni sugli ancoraggi (destinazione d’uso, tipologia, marcatura, montaggio, smontaggio, …).

 

Tiziano Menduto

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato – le schede di Infor.mo. 13025 e 15927 (archivio incidenti 2002/2018).

 

 

Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:

Imparare dagli errori - Le conseguenze della mancanza degli ancoraggi – le schede di Infor.mo. 13025 e 15927.

 



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