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Illegalita’ e stato di salute dei fiumi italiani

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Pesca e navigazione

16/05/2007

Un’indagine di Legambiente e Corpo forestale dello Stato fotografa lo stato di salute dei fiumi italiani: furto d’acqua, sostanze inquinanti, mancata depurazione, furto di ghiaia, pesca illegale e abusivismo edilizio tra le principali illegalità.

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In Italia tra il 2003 e il 2006 sono ben 6.333 gli illeciti commessi lungo le sponde dei nostri preziosi corsi d’acqua.

Sversamento di sostanze inquinanti, mancata depurazione, furto di ghiaia dagli alvei, pesca illegale e abusivismo edilizio sono le principali illegalità che arrecano profonde ferite agli ecosistemi fluviali.

È il furto d’acqua, però la vera piaga dei fiumi che, insieme alle scarse precipitazioni, contribuisce in modo determinante ai sempre più lunghi periodi di secca: il furto d’acqua, soprattutto per fini agricoli e industriali, è un reato di pochi che danneggia però tutta la popolazione. Un reato sempre più diffuso ma troppo spesso percepito come poco importante.

Tevere, Arno, Po e Volturno sono i grandi fiumi che subiscono più aggressioni. Lungo le loro sponde sono stati commessi lo scorso anno il 38% degli illeciti di tutta Italia.

Questi alcuni dei dati del rapporto Fiumi e Legalità, l’indagine di Legambiente e Corpo forestale dello Stato.

Il dossier “Monitoraggio sull’illegalità e sullo stato di salute dei fiumi italiani” (file PDF, 1.3 Mb), indagine realizzata nell’ambito di “Fiumi Informa 2007” campagna nazionale contro l’illegalità sui fiumi di Legambiente e del Corpo forestale dello Stato, 8 Maggio 2007

 

 

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