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L’articolazione di un modello di organizzazione e gestione della sicurezza
Roma, 11 Lug – PuntoSicuro nei mesi scorsi ha presentato diversi interventi al 73° Congresso Nazionale SIMLII relativi alla sezione “Tecniche della comunicazione e modelli di organizzazione e gestione ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.”, interventi pubblicati nel numero di ottobre/dicembre 2010 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia.
Questa sezione non si è occupata solo di comunicazione efficace nei luoghi di lavoro, di modelli comunicativi o dell’ influenza della comunicazione sulle strategie di prevenzione, ma anche di modelli di organizzazione ai sensi dell’articolo 30 del Decreto legislativo 81/2008.
Ad esempio con riferimento all’elaborazione, da parte di un gruppo di studio, delle corrette modalità di articolazione di un modello di organizzazione e gestione per la sicurezza aziendale e degli strumenti necessari per la sua realizzazione.
Di questo argomento si parla infatti nell’intervento “Modelli di organizzazione e gestione aziendale”, a cura di G. Tomei (Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Università Roma Sapienza), F. Tomei, M. Fiaschetti, S. De Sio, M. Tria, M.P. Schifano, C. Monti, Z. Tasciotti, A. Panfili, T. Caciari e A. Sancini (Università Roma Sapienza; Unità Operativa di Medicina del Lavoro; Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico-Legali e dell’Apparato Locomotore).
Gli autori ricordano che con il Decreto legislativo 81/2008 si “definisce per la prima volta, esplicitamente, un modello di gestione che possa prevenire i rischi nei luoghi di lavoro”.
Un modello che non è obbligatorio per le aziende, ma la cui adozione è auspicabile in quanto porta all’azienda “una riduzione concreta dei rischi cui possono essere esposti sia i dipendenti sia i terzi con un aumento dell’efficienza e delle prestazioni aziendali attraverso una corretta pianificazione delle attività d’impresa e una riduzione dei costi per la sicurezza, sia diretti che indiretti”. Inoltre, come più volte ricordato dal nostro giornale, le aziende possono evitare pesanti sanzioni per i reati sulla sicurezza se dimostrano di possedere un modello organizzativo e gestionale rispondente a quanto indicato dall’art. 30 del suddetto decreto.
Senza dimenticare, chiaramente, i vantaggi per il lavoratore che potrebbe lavorare “in maggior sicurezza con una riduzione degli infortuni e delle malattie professionali e una partecipazione sempre più attiva alla realtà aziendale”.
Analizzando la normativa vigente, le linee guida Uni-Inail del 28 settembre 2001, le BS-OSHAS 18001-2007 e la letteratura pertinente, un gruppo di studio ha elaborato “come deve essere articolato un modello di organizzazione e gestione per la sicurezza aziendale per essere efficace e valido e gli strumenti necessari per l’applicazione dello stesso”.
Intanto un modello di organizzazione e gestione aziendale per essere valido, in relazione alla normativa vigente, “deve assicurare l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi al rispetto degli standard tecnico-strutturali, alle attività di valutazione dei rischi, alla natura dell’organizzazione, alla sorveglianza sanitaria, alle attività di informazione e formazione dei lavoratori e alle attività di vigilanza, in base alla acquisizione di documentazioni, di certificazioni obbligatorie per legge e alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate”.
Inoltre un modello efficace “deve prevedere idonee modalità di registrazione e deve prevedere che la verifica, la valutazione, la gestione e il controllo del rischio siano assicurate attraverso le competenze tecniche ed i poteri necessari; tale modello deve prevedere un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate e un idoneo sistema di vigilanza sull’attuazione e sul mantenimento nel tempo dei relativi requisiti”.
L’attuazione di un corretto modello presuppone dunque la definizione di un organismo di controllo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo che ha il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei Modelli e di curare il loro aggiornamento (D.Lgs. 231/01).
L’intervento, che vi invitiamo a leggere interamente, si sofferma poi sulla necessaria analisi dei compiti e poteri all’interno dell’azienda e dei ruoli e delle regole comportamentali per tutti i soggetti coinvolti nella prevenzione.
Nella parte finale dell’intervento si sottolinea che un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro si articola in diverse fasi:
- esame iniziale: “consiste nell’esaminare le caratteristiche dell’azienda (come il numero dei dipendenti, l’attività espletata, le dimensioni, le tipologie produttive, ecc), fare il funzionigramma e l’organigramma aziendale per definire i vari compiti e ruoli, individuando le tipologie e le risorse dell’azienda”;
- politica della sicurezza: “consiste nel definire gli impegni generali per la prevenzione dei rischi ed il miglioramento progressivo della salute e sicurezza, identificando le prescrizioni delle leggi e dei regolamenti applicabili”;
- pianificazione: “per effettuare una corretta pianificazione si devono poter identificare tutti i pericoli, valutare i rischi per tutti i lavoratori (con particolare attenzione ai nuovi assunti, ai lavoratori interinali, ai portatori di handicap, ai lavoratori stranieri, alle lavoratrici in gravidanza, ecc.) valutare i processi, le attività operative ed organizzative, le sostanze e i preparati pericolosi con l’identificazione anche di altri soggetti potenzialmente esposti quali, ad esempio, i lavoratori autonomi, dipendenti di soggetti terzi ed i visitatori occasionali”;
- attuazione: “si ha fissando specifici obiettivi, raggiungibili e congrui con gli impegni generali definiti nella politica, elaborando programmi per il raggiungimento di essi definendo priorità, tempi e responsabilità”. In particolare per l’attuazione “si assegnano le risorse necessarie, si stabiliscono le modalità più appropriate, si gestiscono i programmi e si sensibilizza la struttura aziendale al raggiungimento degli obiettivi prefissati in termini di procedure e prassi”. E, come più volte ricordato negli interventi al 73° Congresso SIMLII, è fondamentale una corretta comunicazione a vari livelli. Comunicazione “che può essere di diverso tipo e che utilizza vari strumenti diversi di volta in volta a seconda dell’esigenza dell’azienda (lettere, incontri, segnaletica, mailing list, ecc.)”;
- monitoraggio: “per un corretto utilizzo del sistema è fondamentale effettuare un suo costante monitoraggio e riesame attraverso azioni di verifica e di ispezione per assicurarsi che il sistema funzioni, avviando le opportune azioni correttive e preventive”;
- riesame del sistema e miglioramento: “dopo il riesame del sistema va valutata la sua adeguatezza rispetto alla specifica realtà aziendale e ai cambiamenti interni/esterni modificando, se necessario, politica ed obiettivi della salute e sicurezza: tale sistema non è chiuso, ma in continua evoluzione (Leonadi et al., 2001)”.
Per concludere gli autori dell’intervento sottolineano che “la redazione di un modello basato sulle SGSL rappresenta un investimento per l’impresa”.
In particolare un modello “permette di analizzare in maniera più immediata i rapporti tra i rischi valutati e le misure adottate, di osservare in maniera più razionale gli obblighi della normativa sulla sicurezza, di gestire in maniera più consapevole i cambiamenti economici, politici e organizzativi che investono inevitabilmente l’impresa e che si riflettono anche sulle procedure della sicurezza, migliorando la qualità dell’organizzazione aziendale e promuovendo la realizzazione del miglioramento continuo di tutte le attività dell’azienda”.
“ Modelli di organizzazione e gestione aziendale”, a cura di G. Tomei (Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Università Roma Sapienza), F. Tomei, M. Fiaschetti, S. De Sio, M. Tria, M.P. Schifano, C. Monti, Z. Tasciotti, A. Panfili, T. Caciari e A. Sancini (Università Roma Sapienza; Unità Operativa di Medicina del Lavoro; Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico-Legali e dell’Apparato Locomotore), in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXII n°4, ottobre/dicembre 2010 (formato PDF, 59 kB).
RTM
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