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La giornata mondiale della salute mentale e la situazione nei luoghi di lavoro
Bilbao, 15 Ott – Promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità ( OMS - WHO), la Giornata mondiale della salute mentale (World Mental Health Day - WMHD), che si celebra ogni anno il 10 ottobre, ci ricorda che non c'è vera salute senza salute mentale.
E la campagna di quest'anno si concentra, in particolare e con riferimento alle tante crisi presenti sul nostro pianeta, sulla necessità di sostenere la salute mentale e le esigenze psicosociali delle persone colpite da emergenze umanitarie; emergenze connesse, ad esempio, a disastri naturali, conflitti e crisi sanitarie. Sul sito ufficiale della campagna si sottolinea che sostenere il benessere mentale delle persone durante tali crisi non è solo importante, ma salva vite umane, dà alle persone la forza di affrontare le difficoltà, lo spazio per guarire, riprendersi e ricostruire, anche come comunità.
Per ricordarci poi che i problemi di salute mentale, al di là delle situazioni più emergenziali connesse alle crisi umanitarie, possono riguardare anche i luoghi di lavoro, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) ha deciso di pubblicare, in occasione di questa giornata, vari risultati connessi alla recente indagine OSH Pulse 2025 che rivela i rischi per la salute psicosociale e il benessere negli ambienti di lavoro.
Risultati su cui torneremo nei prossimi giorni anche in relazione ad una recente intervista realizzata dal nostro giornale, su questo e su altri temi, a Maurizio Curtarelli (Senior Research Project Manager - Prevention and Research Unit dell’Agenzia europea EU-OSHA).
Per parlare di salute mentale nei luoghi di lavoro e di alcuni risultati prodotti dalle recenti indagini, ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
- L’importanza della salute mentale: l’indagine OSH Pulse 2025
- L’importanza della salute mentale: la situazione nei luoghi di lavoro
- L’indice del documento EU-OSHA
L’importanza della salute mentale: l’indagine OSH Pulse 2025
L’Agenzia europea con l’indagine OSH Pulse 2025 ha raccolto informazioni, come indicato sul sito dell’Agenzia, su una serie di impatti che i rischi psicosociali, i cambiamenti climatici e l’uso delle tecnologie digitali sul posto di lavoro generano sulla salute mentale e sul benessere dei lavoratori.
L’indagine raccoglie le risposte di oltre 28000 lavoratori in tutti gli Stati membri dell’UE, oltre a Islanda, Norvegia – e per la prima volta – Svizzera.
In particolare, l’indagine del 2025 ha affrontato le seguenti tematiche:
- uso delle tecnologie digitali sul lavoro;
- rischi legati ai cambiamenti climatici;
- fattori di rischio psicosociale;
- risultati in materia di salute lavoro-correlata, tra cui lo stress e la salute mentale;
- misure preventive in materia di SSL.
E per far conoscere i risultati dell’indagine, l’Agenzia ha prodotto una relazione, due schede informative per paese riguardanti i risultati nazionali in materia di cambiamenti climatici e rischi psicosociali/salute mentale e alcune infografiche utili per avere una rapida panoramica dei principali risultati dell’UE relativi a:
- cambiamenti climatici e il loro impatto sulla SSL
- rischi psicosociali e salute mentale
- implicazioni della digitalizzazione per la SSL.
Rimandando a futuri approfondimenti sul tema riprendiamo un frammento di una infografica Osh Pulse che riguarda le risposte dei lavoratori in Italia (periodo di rilevazione dal 31/3 al 14/4/25 con poco più di 1000 interviste) confrontate anche con le risposte totali:

L’importanza della salute mentale: la situazione nei luoghi di lavoro
Per fornire informazioni in materia di salute mentale, connesse ai risultati dell’indagine OSH Pulse, l’Agenzia europea ha pubblicato il report “OSH Pulse 2025: Occupational safety and health in the era of climate and digital change” (OSH Pulse 2025: salute e sicurezza sul lavoro nell’era dei cambiamenti climatici e digitali), un documento scritto da Sharon Belli e Femke De Keulenaer (Ipsos – European Public Affairs).

Ci soffermiamo brevemente sul secondo capitolo del documento dedicato ai rischi psicosociali e alla salute mentale sul posto di lavoro
Si indica che più di quattro lavoratori su dieci nell'UE (44%) riferiscono di essere esposti a forti pressioni temporali o a un sovraccarico di lavoro. E circa uno su tre (34%) riferisce una mancanza di “ricompense” (retribuzione, opportunità di carriera, riconoscimento, …) per gli sforzi profusi nel proprio lavoro, seguito dal 29% che segnala una scarsa comunicazione o cooperazione all'interno della propria organizzazione.
Una percentuale minore di lavoratori riferisce poi di essere esposta a una mancanza di autonomia o, comunque, di influenza sul ritmo o sui processi di lavoro (17%) e a violenze o abusi verbali da parte di clienti, pazienti, alunni, ecc. (16%). Infine, quasi un lavoratore su dieci (8%) riferisce di essere esposto a molestie o bullismo sul lavoro.
Si segnala poi che i lavoratori dei servizi relativi all'assistenza socio-sanitaria sono i più esposti ai rischi psicosociali legati al lavoro: in questo settore il 50% dei lavoratori riferisce di essere sottoposto a forti pressioni temporali e a un sovraccarico di lavoro, rispetto alla media del 45% in tutti i settori. E il 25% dei lavoratori del settore socio-sanitario riferisce di essere esposto a violenze o abusi verbali, una percentuale significativamente superiore alla media del 15% in tutti i settori.
Si indica poi che alla domanda sull'insicurezza del posto di lavoro, un altro importante fattore di rischio psicosociale, il 16% dei lavoratori dell'UE concorda sul fatto che potrebbe perdere il proprio posto di lavoro nei prossimi sei mesi. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei lavoratori dell'UE (82%) non condivide questa preoccupazione relativa alla potenziale perdita del posto di lavoro nell'immediato futuro.
I lavoratori di tutta l'UE sono poi divisi sul fatto che rivelare una condizione di salute mentale possa avere un impatto negativo sulla loro carriera: il 15% è «fortemente d'accordo» e il 33% è «d'accordo» che ciò possa verificarsi, mentre il 14% è «fortemente in disaccordo» e il 34% è «in disaccordo». In particolare la grande maggioranza dei lavoratori in Repubblica Ceca (60%), Francia e Italia (entrambi 63%), Cipro (67%) e Grecia (69%) è “fortemente d'accordo” o “d'accordo” sul fatto che rivelare una condizione di salute mentale avrebbe un impatto negativo sulla propria carriera.
Riguardo, infine, alle iniziative per affrontare lo stress e i problemi di salute mentale sul posto di lavoro, si segnala che una esigua maggioranza dei lavoratori (53%) riferisce che sul proprio posto di lavoro sono disponibili attività di sensibilizzazione, informazione o formazione sul benessere e sulla gestione dello stress. Inoltre il 45% dei lavoratori riferisce di essere consultato sugli aspetti stressanti del lavoro e il 40% riferisce di avere accesso a consulenza o sostegno psicologico.
In conclusione, altre misure per affrontare lo stress sul lavoro, come cambiamenti nell'organizzazione del lavoro, definizione delle priorità e migliore comunicazione, sono menzionate dal 35% dei lavoratori.
L’indice del documento EU-OSHA
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento “OSH Pulse 2025: Occupational safety and health in the era of climate and digital change” e ne riportiamo l’indice.
List of figures and tables
Introduction
Key findings
Digital technologies at the workplace
Psychosocial risk factors and mental health in the workplace
Climate change and safety and health at work
Worker’s health status
1 Digital technologies in the workplace
1.1 Most common types of digital technologies used in the workplace
1.2 Allocating, monitoring and evaluating work via digital devices
1.3 Digital platform workers
1.4 Remote, hybrid and on-site: primary work location
1.5 OSH risks related with the use of digital technologies
2 Psychosocial risks and mental health in the workplace
2.1 Psychosocial risk factors
2.2 Perceptions about job insecurity
2.3 Speaking about mental health in the workplace
2.4 Initiatives to address stress and mental health issues at the workplace
3 Climate change and safety and health at work
3.1 Exposure to climate change-related risks factors
3.2 Concerns about climate change and safety and health at work
3.3 Preventive measures to address the effect of climate change on health
4 Workers’ health status
Technical specifications
Questionnaire
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
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