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Lavoratori stranieri a scuola di sicurezza sul lavoro e di...italiano

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Commercio

27/04/2004

La Camera di Commercio e la Cisl di Brescia unite in una iniziativa per ridurre l’alta frequenza infortunistica dei lavoratori stranieri. Video e opuscoli per diffondere la cultura della sicurezza.

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Il fenomeno infortunistico in provincia di Brescia, benché abbia fatto registrare negli ultimi anni un calo, si attesta, per indice di frequenza, al di sopra della media nazionale e di quella lombarda.

Per contribuire alla riduzione della frequenza infortunistica, la Cisl e la Camera di Commercio di Brescia hanno promosso una iniziativa di informazione, rivolta in particolare ai lavoratori extracomunitari, diffondendo un opuscolo ed un video sulla sicurezza interpretato da Patrizio Roversi, noto conduttore di “Turisti per caso”.

Per parlarci dell’iniziativa abbiamo contattato Renato Zaltieri, Segretario Generale della Cisl di Brescia, che ha sottolineato come il fenomeno infortunistico si possa ridurre solo con l’impegno comune e costatante nel tempo, capace di unire impresa, sindacato e istituzioni.

Se in Italia negli anni 2001 e 2002 l’indice di frequenza è stato rispettivamente di 67 e 63 infortuni ogni mille addetti e in Lombardia rispettivamente di 59 e 56, a Brescia l’indice di frequenza nel 2001 ha raggiunto invece gli 82 infortuni ogni mille addetti e nel 2002 è sceso a 77.

A livello nazionale la ricerca IIMS-Caritas ha stimato che per i lavoratori italiani vi è un infortunio ogni 25 lavoratori, la proporzione per i lavoratori immigrati (nati all’estero) è invece di 1 infortunato ogni dieci.
Dati che, secondo la Cisl di Brescia, sono sottostimanti, in particolare per quanto riguarda i lavoratori immigrati, in considerazione degli infortuni non denunciati dai lavoratori irregolari.
I lavoratori extracomunitari che arrivano nelle fabbriche del nostro Paese sono spesso inesperti, non conoscono i macchinari ed i rischi connessi all’ambiente lavorativo, in molti casi provengono da Paesi nei quali non si è consolidata la cultura della sicurezza sul lavoro.

Il video utilizzato dalla Cisl, con Patrizio Roversi nei panni di un operaio, presenta i rischi connessi al rumore, all’uso di sostanze chimiche e alle macchine.
L’iniziativa è stata presentata, non a caso, in occasione di una assemblea dei RLS. “I Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sono persone che, avendo dato la propria disponibilità a svolgere questa funzione, si suppone abbiano una particolare sensibilità nei confronti della tematica, e che quindi possano contribuire a promuove questi supporti informativi e a “farli vivere” nei luoghi di lavoro”.
L’azienda diviene così un luogo privilegiato per creare la cultura della sicurezza, con la collaborazione di tutti. Il materiale informativo sarà, quindi, diffuso non solo attraverso i RLS, ma anche tramite le associazioni imprenditoriali e le istituzioni (es. Inail, Asl…).
Il linguaggio televisivo è stata scelto per avere maggiore attenzione da parte dei lavoratori.
Il manuale ed il video sono stati realizzati per scelta in lingua italiana. In un primo tempo era stato pensato di realizzarli in più lingue, le traduzioni non sono state poi utilizzate per stimolare i lavoratori immigrati a imparare a comprendere e a leggere l’italiano. “Le indicazioni e i segnali che trovano sul luogo di lavoro - afferma Zaltieri – sono comunque in italiano, ed è importante che imparino a riconoscerli”.

Zaltieri ha sottolineato la responsabilità, dal punto di vista etico, dei datori di lavoro in merito alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, richiamando ad una applicazione non solo burocratica, ma sostanziale della normativa.
Considerando le conseguenze, dal punto di vista umano, di un infortunio mortale e la situazione dei lavoratori che rimangono menomati a causa di infortuni sul lavoro, il Segretario Generale della Cisl bresciana ha affermato: “Dovrebbe esserci più sensibilità su questo tema dal punto di vista umano. Questo dovrebbe essere l’elemento che ci spinge ad essere attenti alla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. […] Dovrebbe esserci una sensibilità più diffusa sia a livello di imprese sia di istituzioni. La cultura della sicurezza deve essere promossa con iniziative concrete e condivise”.
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