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05/06/2020: Esposizione a silice cristallina: pubblicato il Rapporto scientifico 2000-2019

Un quadro aggiornato e dettagliato dell’esposizione occupazionale a silice e a polveri respirabili in Italia

ROMA – L’impegnativo lavoro di monitoraggio e ricerca svolto dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) dell’Inail, con i risultati di oltre 8000 campioni prelevati dal 2000 al 2019 in stabilimenti, cantieri e opifici di tutta Italia, fa il punto sul quadro dei profili di esposizione dei lavoratori a polveri silicotigene. Di questo articolato impegno di ricerca igienistico-industriale e di analisi statistica dei dati è possibile sapere di più leggendo il presente Rapporto scientifico, realizzato in collaborazione con la Direzione centrale organizzazione digitale (Dcod) e disponibile online sul portale dell’Istituto.

La Banca dati esposizione silice. Il Rapporto rappresenta le informazioni raccolte in una Banca dati appositamente costruita con i dati dei campionamenti e delle analisi effettuate dall’Istituto, secondo i criteri proposti nella letteratura scientifica sull’argomento e grazie all’approfondimento delle esperienze di altri istituti di ricerca ed enti governativi internazionali.

Oltre 1000 le aziende monitorate. Degli 8028 campioni raccolti in 1041 aziende, la maggior parte (90%) deriva da campionamenti di tipo personale. I monitoraggi sono stati condotti in tutte le regioni italiane, con il maggior numero di campioni prelevati in Trentino Alto Adige, Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Umbria. Le misurazioni si riferiscono a 30 tipologie di attività produttive, definite secondo una classificazione appositamente realizzata da Contarp nel 2016 e corrispondente a 62 codici di attività economica Ateco 2007, comprendenti i settori estrattivo, manifatturiero e delle costruzioni.

Una base di dati per la valutazione del rischio. Il Rapporto descrive profili di esposizione a silice cristallina riferiti a 470 mansioni (‘gruppi di esposizione similare’). Per 238 di queste mansioni sono disponibili almeno 6 misurazioni, mentre per 137 di esse il numero di misure è di almeno 12. I livelli di concentrazione di silice respirabile sono espressi in termini di valori della media geometrica, con relative deviazioni standard, e in termini di percentili di esposizione. Per ogni attività e per ogni mansione, sono riportati grafici di probabilità e percentuali di superamento delle concentrazioni ‘soglia’ di 0,1, 0,05, 0,025 e 0,012 mg/m3 di silice cristallina. Si tratta di una base di dati, sottolineano gli autori della ricerca, che costituisce una robusta fonte informativa, direttamente utilizzabile da tutti i soggetti che si occupano, a vario titolo, della valutazione del rischio silice.

Esposizione a silice: l’evoluzione nel tempo. Come viene osservato nel Rapporto, gli attuali livelli di esposizione a silice libera cristallina sono notevolmente più bassi rispetto ai valori misurati nel secolo scorso e descritti in letteratura, grazie alle misure di prevenzione del rischio adottate nel tempo dalle aziende italiane. Tuttavia, le misure effettuate nell’arco degli ultimi vent’anni non evidenziano ulteriori significative riduzioni nell’andamento delle esposizioni, indicando forse un generale abbassamento dell’attenzione verso questo agente chimico.

Dalla ricerca indicazioni per nuovi sviluppi di studio. Come auspica il Rapporto, le future elaborazioni sviluppate dalla Banca dati potranno essere utili all’accrescimento delle conoscenze in questa materia e alla costruzione di piani di prevenzione mirati, oltre che alla messa a punto di buone prassi nei comparti più critici. Per le ricerche future, sarà disponibile, sul portale Inail, l’applicativo da cui sono state estratte le elaborazioni statistiche di cui il Rapporto propone una sintesi.

 

Fonte: INAIL

 


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