Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'.
05/06/2020: Come gestire i rifiuti costituiti da mascherine e guanti monouso
Le indicazioni del Ministero della Salute, dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), e del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale.
Sono sempre di più i rifiuti costituiti da mascherine, guanti monouso e altri materiali per la protezione personale, ancora di più ora con la riapertura di quasi tutte le attività produttive a seguito delle disposizioni dettate dal Governo e dalle singole Regioni.
Le stime del Politecnico di Torino ci dicono che, dall'inizio della cosiddetta "fase 2", il 4 maggio 2020, ogni giorno usiamo 35 milioni di oggetti per proteggerci, prevalentemente mascherine e guanti, non tutti sono classificabili come dispositivi di protezione individuale (DPI). Si tratta per lo più di mascherine e guanti monouso, oggetto, purtroppo, di facile abbandono, tanto che, in alcune importanti città italiane, i Sindaci hanno predisposto ordinanze specifiche contro l'abbandono di questi materiali.
Siamo all'emergenza nell'emergenza, dopo tanto lavoro per sensibilizzare contro l'abbandono delle plastiche, che facilmente finiscono nei nostri mari, ora, dobbiamo fare i conti con questi oggetti divenuti ormai d'uso quotidiano che, se abbandonati, costituiscono una fonte di inquinamento non meno preoccupante rispetto a quello della plastica usa e getta.
Il Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), insieme al Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, hanno fornito precise indicazioni ai cittadini su come gestire questi rifiuti.
Sia l'opuscolo del Ministero della Salute sia il Rapporto COVID-19, n. 3/2020 dell'ISS distinguono due situazioni: quella in cui, all'interno delle abitazioni, è presente una persona affetta da COVID-19, con diagnosi certa, e la situazione in cui, invece, non si è in presenza di soggetti colpiti dal virus.
Se nel primo caso, i cittadini affetti da COVID-19 sono tenuti a seguire precise disposizioni, proprio per evitare che i loro rifiuti possano contribuire al diffondersi del contagio, nel secondo, invece, risulta sufficiente gettare questa tipologia di rifiuti costituiti da mascherine, guanti monouso e altri dispositivi di protezione nel cestino della raccolta indifferenziata, al pari di altri rifiuti urbani non destinati alla raccolta differenziata.
Quello che dobbiamo avere bene presente è che non bisogna mai gettare a terra questi strumenti di protezione, una volta utilizzati; un deterrente all'abbandono potrebbe essere una presenza significativa di raccoglitori ecologici, che ancora manca, soprattutto nei parchi, nelle aree di sosta e vicino ai supermercati.
Certamente la soluzione migliore sarebbe quella di riuscire a progettare i dispositivi di protezione individuale, o più in generali strumenti di protezione, con materiali riciclabili, biodegradabili, a minore impatto ambientale, ma non appare, al momento, semplice. Prendiamo ad esempio le comuni mascherine monouso, queste sono realizzate in materiali diversi che le rendono, per ora, difficilmente riciclabili.
Il dibattito è aperto, coinvolge associazioni ambientaliste ma anche il mondo della ricerca e quello sanitario, tanto che su Change.org., la Fondazione Univerde ha promosso la petizione, che tutti possiamo firmare, #ripartiamosenzamonouso.
Con la riapertura di quasi tutte le attività produttive, anche all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) di ARPAT, sono giunte un numero crescente di richieste di informazioni soprattutto dal mondo produttivo, in merito alla corretta gestione di queste specifiche categorie di rifiuti: mascherine e guanti monouso ma anche altri materiali di protezione individuale utilizzati nello svolgimento di attività di lavoro, che non afferiscono al settore sanitario.
La Commissione Europea ha pubblicato le linee guida per la gestione dei rifiuti costituiti anche da mascherine, guanti monouso ed altri materiali di protezione individuale utilizzati in questa fase d'emergenzia sanitaria. Queste sono il frutto di una consultazione degli esperti degli Stati Membri in materia di rifiuti, delle principali parti interessate nel settore della gestione dei rifiuti e della consulenza del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC=European Centre for Disease Prevention and Control). Hanno come obiettivo quello di assicurare un elevato livello di tutela della salute umana e dell'ambiente, nonché prevenire e ridurre il rischio di interruzioni nell’erogazione di adeguati servizi di gestione dei rifiuti.
Nelle linee guida si sottolinea che i rifiuti provenienti da ambienti di lavoro non sanitari vengano gestiti come rifiuti urbani indifferenziati e lo stesso dovrebbe essere previsto per i rifiuti derivanti dall’attività di disinfezione provenienti da strutture non coinvolte nell’emergenza coronavirus anch'essi da smaltire nel flusso dei rifiuti indifferenziati.
Se la Commissione Europea non è entrata nel dettaglio, in quanto le linee guida sono destinate ai diversi paesi UE con situazioni di emergenza sanitaria diverse e sistemi di gestione dei rifiuti molto diversi l'uno dall'altro, la Regione Toscana si è espressa più puntualmente, fornendo precise informazioni nel suo documento dal titolo "Indicazioni alle attività produttive di beni, servizi e commerciali, diverse da quelle operanti nell'assistenza sanitaria, in merito alla gestione dei rifiuti costituiti da dispositivi di protezione individuale e altri rifiuti prodotti per la sanificazione degli ambienti".
In questo documento la Regione, in particolare la Direzione Ambiente, indica come vanno gestiti i rifiuti costituiti da dispositivi di protezione individuale utilizzati dal personale impiegato in attività produttive, diverse da quelle sanitarie, specificando che le mascherine, i guanti e altri dispositivi monouso di protezione individuale dovranno essere conferiti nel rifiuto urbano indifferenziato (EER.20.03.01), qualora l'attività produca rifiuti urbani.
La Regione consiglia di inserire questa tipologia di rifiuti in sacchi di idoneo spessore, utilizzandone preferibilmente due, uno dentro l'altro, qualora si impieghino sacchi facilmente rompibili, facendo attenzione a non comprimere il sacco e avendo cura di chiuderlo con attenzione.
Al contrario, se i DPI monouso (mascherine, guanti e altro) sono necessari per lo svolgimento delle specifiche ed ordinarie attività lavorative ed erano già in uso prima dell'emergenza sanitaria in atto, secondo le disposizioni della Regione Toscana, questi devono essere classificati tenendo conto delle usuali modalità adottate e avviati a smaltimento in base alle procedure consuete.
Anche ISPRA si è espressa su questo tema, predisponendo un articolato documento sulla corretta gestione dei dispositvi di protezione individuale (DPI) prodotti dalle utenze produttive, sottolineando che questi dispositivi, una volta divenuti rifiuti, possono essere considerati assimilati agli urbani, anche a seguito di specifiche ordinanze regionali.
ISPRA precisa che, per le utenze i cui rifiuti sono assimilati agli urbani, si farà riferimento ai criteri di conferimento e raccolta dei rifiuti urbani, tenendo conto delle indicazioni fornite dall’ISS e dal SNPA, nonché delle specifiche disposizioni individuate dall’autorità territorialmente competente.
In ogni caso, "sono fatte salve eventuali diverse classificazioni individuate dalle autorità territorialmente competenti attraverso lo strumento dell’ordinanza ex articolo 191 del d.lgs. n. 152/2006, qualora si verificano situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente".
Se invece i DPI prodotti dalle utenze produttive, una volta divenuti rifiuti, non possono essere assimilati agli urbani, dovranno essere gestiti, secondo ISPRA, come rifiuto speciale, in tale caso, l’assegnazione del codice EER più opportuno dovrà essere effettuata dal produttore, valutando anche la potenzialità del rischio infettivo associato ai propri rifiuti. Solo ove sia possibile, escludere, con ragionevole certezza, sulla base delle informazioni e delle evidenze disponibili il potenziale rischio infettivo, sarà possibile procedere alla identificazione del rifiuto attraverso il codice EER 15 02 03.
ISPRA elenca alcuni elementi da valutare al fine di escludere il potenziale rischio infettivo:
- monitoraggio dei casi di positività al virus dei lavoratori dell’unità locale dell’impresa negli ultimi 15 giorni
- utilizzo di sistemi di sterilizzazione dei rifiuti
- possibilità di sviluppare, qualora effettivamente applicabili, procedure di quarantena interna dei rifiuti presso il luogo di produzione per un periodo di tempo adeguato al fine di garantire l’effettivo abbattimento della carica virale.
Qualora, invece, sulla base di queste valutazioni, emerga la possibilità di un potenziale rischio infettivo, i rifiuti costituiti da DPI prodotti da attività produttive dovranno essere classificati utilizzando il codice EER 18 (rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni).
La lettura combinata di tutti documenti richiamati nell'articolo, prodotti sia a livello comunitario che nazionale e regionale, fornisce un quadro completo, anche se non sempre di immediata lettura, per orientarsi nella corretta gestione dei rifiuti costituiti da strumenti di protezione individuale e/o DPI, siano essi prodotti in ambito domestico che produttivo e commerciale.
Visualizza i documenti contenuti nell'articolo:
Waste management in the context of the coronavirus
- Regione Toscana - "Indicazioni alle attività produttive di beni, servizi e commerciali, diverse da quelle operanti nell'assistenza sanitaria, in merito alla gestione dei rifiuti costituiti da dispositivi di protezione individuale e altri rifiuti prodotti per la sanificazione degli ambienti"
- ISPRA - I rifiuti costituiti da DPI usati
- SNPA - Emergenza COVID 19: indicazioni SNPA sulla gestione dei rifiuti
Fonte: ARPAT
16/10/2025: Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro
Dal 20 al 24 ottobre 2025 la Direzione regionale e le sedi territoriali dell’Istituto aderiscono al calendario di EU Osha per la campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri - Salute e sicurezza sul lavoro nell'era digitale”
16/10/2025: Asti si’cura: una settimana di eventi dedicati alla SSL
Torna la manifestazione nata nel 2024, con oltre venti appuntamenti da lunedì 20 ottobre fino a sabato 25
15/10/2025: Near miss: esperienze e strumenti per la prevenzione in Brianza
In occasione della Settimana europea per la sicurezza, ATS Brianza organizza il 23 ottobre a Monza, un convegno gratuito, valido come 4 ore di aggiornamento RSPP/ASPP
14/10/2025: Settimane della Sicurezza 2025
Si svolgeranno nei giorni 11, 18 e 25 novembre i seminari gratuiti su lavorare in estate, il nuovo Accordo Stato-Regioni e sicurezza in agricoltura.
10/10/2025: Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro
La seconda domenica di ottobre ANMIL sarà a Parma per le celebrazioni della 75ª Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro
08/10/2025: L'ambiente in Europa nel 2025
Un rapporto che fornisce una valutazione completa e trasversale su ambiente, clima e sostenibilità in Europa
06/10/2025: Reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro
Realizzati dall'INAIL due opuscoli informativi e due brochure, dedicati rispettivamente ai lavoratori e ai datori di lavoro
01/10/2025: Premio per le buone pratiche 2023-2025
Un opuscolo con esempi di interventi e iniziative encomiati e premiati nell’ambito del 16º Premio per le buone pratiche della campagna «Ambienti di lavoro sani e sicuri».
30/09/2025: OspedaleSicuroDuemila25
Si svolgerà il 7 e 8 ottobre 2025 a Napoli il XXII Congresso Nazionale gratuito "OspedaleSicuroDuemila25. Safety and Security in Sanità"
25/09/2025: #NoBirdFlu: una nuova campagna dell'UE promuove una migliore biosicurezza
23/09/2025: Tavolo sicurezza, ultimi interventi sulla bozza di decreto legge
Ultimi interventi sul testo del decreto legge che il tavolo di confronto permanente tra governo e parti sociali sta preparando in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
23/09/2025: Videoconferenza: Il Rischio RUMORE
Si svolgerà il 29 ottobre in modalità FaD sincrona il seminario gratuito dedicato alla Sezione Rumore del Portale Agenti Fisici.
17/09/2025: Inail Lombardia e Patronati firmano un nuovo protocollo d’intesa per la tutela dei lavoratori
L’accordo prevede servizi più rapidi e accessibili per i lavoratori, uniformità su tutto il territorio, potenziamento del reinserimento lavorativo, maggiore sicurezza sul lavoro e una migliore formazione e informazione per gli Istituti di patronato
16/09/2025: Trattato globale sulla plastica: nessun accordo dopo i negoziati a Ginevra
I Paesi produttori di petrolio ostacolano l’azione contro l’inquinamento da plastica, una minaccia crescente per ambiente e salute umana. La rivista Lancet stima costi sanitari per 1500 miliardi di dollari all’anno.
11/09/2025: Convegno gratuito "L'innovazione che protegge"
Si svolgerà il 22 settembre l'evento congiunto Inail-Artes 4.0 su tecnologie e progetti innovativi che riducono il rischio nei luoghi di lavoro
10/09/2025: Global Policy Review 2025
Uno studio internazionale sulla legislazione sui rischi psicosociali legati al lavoro.
03/09/2025: Una proposta aggiornata di restrizione sui PFAS
ECHA ha pubblicato la proposta aggiornata per limitare le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) ai sensi del regolamento UE sulle sostanze chimiche, REACH.
27/08/2025: ISPRA: Rapporto Rifiuti Speciali 2025
Il rapporto fornisce i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale; e sull’import/export.
25/08/2025: Bando Bric: 14,4 milioni di euro per ricerche su salute e sicurezza sul lavoro
Con il bando Bric 2025 si valorizza la cooperazione multidisciplinare con il mondo accademico e scientifico attraverso il finanziamento di progetti biennali. Le domande devono essere presentate tra il 4 agosto e il 6 ottobre.
01/08/2025: Soggetti abilitati alle verifiche periodiche: il 64° elenco
Pubblicato il 64° elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11